Dimenticate fiori, gioielli e cioccolatini: il miglior regalo che lui potrebbe farvi è un vibratore. Non che vi serva il gesto/consenso di un uomo per comprarvene uno, ovvio, ma se sarà lui a donarvelo, sia che sia il primo, sia che sia il ventesimo della vostra collezione, è di certo uno dei modi migliori con cui, spendendo soldi, vi potrà rendere felici.

E non siate subito maliziose, tale felicità non è dovuta solo alla natura dell’oggetto in questione (che non scherza di certo in quanto a gioia procurata) ma al gesto in sé, dimostrazione di un’attenzione che non è così scontata.

Chiaramente occorre che vi sia già una certa intimità tra voi. Regalarlo al primo appuntamento potrebbe forse essere un po’ troppo azzardato. Tuttavia, anche per le coppie consolidate, è un dono alquanto raro.

E questo perché incontra spesso molta resistenza, anche da parte delle stesse donne, che risentite potrebbero guardare molto in fondo alla bocca del “caval donato”, per trovarci ogni sorta di retrospettiva che getti ombre sul regalo.

Potrebbe essere visto come emblema di una proposta indecente, come manifestazione imbarazzante della propria masturbazione, come tranello messo in atto per testare la propria reale soddisfazione sessuale o, al contrario, una perdita di denaro del tutto inutile.

Tuttavia, ancora prima di tutte queste reticenze, c’è un ostacolo molto più grande che interviene a mettere i bastoni tra le ruote, ovvero il fatto che di uomini che regalano vibratori ce ne sono ben pochi.

Perché la verità è che i maschietti sono terrorizzati anche solo all’idea di condividere la stessa stanza con un vibratore, figuriamoci quindi regalarlo di propria iniziativa.

E il perché è presto detto: rappresentano una concorrenza troppo agguerrita nei confronti del proprio pene. Gli uomini sono preoccupati di non saper reggere il confronto. Il punto è che è vero: un vibratore è quasi sempre molto meglio di un pene, almeno per quanto riguarda la stimolazione della clitoride. Dopotutto è stato pensato e costruito proprio per quel specifico scopo. Non c’è proprio partita.

È ovvio, quindi, che gli uomini nutrano un certo timore per questo avversario irraggiungibile. Ma perché sono così preoccupati di mantenere alto il “prestigio” dei propri genitali?

Il motivo è da ritrovare nella nostra sessualità, che soffre, ed è palese, di una visione troppo fallocentrica. Fanno fatica le stesse donne a uscire da questa visione, figurarsi dunque coloro che detengono lo “scettro del potere” attaccato al proprio inguine. Peccato però che il sesso non si esaurisca solo nella penetrazione, che chiaramente è importante, ma non è tutto.

Ignorare questa cosa porta infatti a gravi complicazioni psicologiche quando vi sono per esempio problemi di disfunzione erettile o di ridotte dimensioni, che vengono percepiti come insormontabili. Oppure porta ancora a considerare inconcepibile il sesso fra lesbiche, che spesso non hanno affatto bisogno di surrogati fallici per darsi piacere.

La verità però, per quanto sarà difficile per molti accettarla, è che i nostri peni non sono il centro dell’universo, non sono invincibili e non sono sempre il meglio che una donna possa avere. Lo so, fa male sentirselo dire, ma la verità rende liberi. Liberi di spaziare con l’immaginazione e pensare, finalmente, se si può dare alla propria amata qualcosa di più rispetto a quello che ha già.

E questo qualcosa di più è il diritto di poter raggiungere l’orgasmo quando vuole, nel mondo migliore possibile. Esattamente come facciamo noi.

Questo diritto però soffre in modo terribile la discriminazione sessuale, perché (e le statistiche non mentono al netto delle eccezioni) per le donne è molto più difficile poter raggiungere l’orgasmo, anche da sole.

Dunque, per quanto un uomo possa essere prestante, focoso, appassionato e dotato, dovrebbe avere l’umiltà di riconoscere che difficilmente potrà essere tanto efficace quanto un vibratore, o quantomeno tanto disponibile e presente. E a fronte di questa consapevolezza, dovrebbe avere anche l’intelligenza di capire che va bene così e che non c’è nulla da temere.

Regalare un vibratore non significa quindi nessuna di quelle reticenze, maschili e femminili, di cui parlavamo prima. Significa in realtà anteporre al nostro stupido orgoglio il vostro piacere. Significa dare al vostro orgasmo la stessa importanza del nostro. Significa ricordare a noi stessi il piacere che riceviamo nel darvi piacere e mostrarvi quanto abbiamo a cuore il vostro diritto a masturbarvi, come e quando volete.

Significa anche dimostrare di avere abbastanza fiducia in noi stessi da non essere spaventati dal regalo. Significa riconoscere che la soddisfazione sessuale non soffoca il desiderio, bensì lo alimenta, in pratica significa impegnarsi affinché il sesso sia sempre più un buon sesso, per entrambi.

E a differenza di quanto potrebbe accadere se regalassimo per esempio un plug anale, con un vibratore non cercheremmo di lanciare alcuna allusione o di ottenere alcunché. Si tratta di un oggetto che userete spesso da sole, senza di noi (in coppia di solito è più pratico l’anello, altro fantastico regalo). Significa dunque anche spezzare lo stupido stereotipo per cui nell’ambito sessuale un uomo non fa mai nulla per nulla. È quindi puro altruismo.

Ora esagero: è un atto d’amore.

E l’amore migliora sempre l’intimità e l’intesa tra due persone. Ed è quest’ultima una cosa che nessun vibratore potrà mai sostituire.

Perché il sesso non si riduce di certo a un mero atto meccanico o alla giusta vibrazione. Il sesso è un sistema complesso, che un oggetto non potrà mai attivare per intero. Ed è per questo che noi umani, nella nostra totalità, fatta di sguardi, muscoli, ansimi, sudore, attenzioni e contatti non potremo mai essere surclassati da un oggetto. Per quanto portentoso sia.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!
  • Uomini che amano le donne