All’inizio ridi.

Perché, ammettiamolo, la storia dell’influencer vegana che propina ai suoi follower una dieta crudista e promuove uno stile di vita rigorosamente privo di proteine animali, salvo poi essere beccata mentre “se magna” un piatto di pesce – manco cotto al vapore – fritto, ha un risvolto comico involontario lapalissiano.

Il registro farsesco è supportato anche dalla modalità con cui Yovana Mendoza Ayres, Rawvana sui social (raw significa appunto crudo), è stata sgamata, mentre compare nella stories Instagram di un’amica, nel goffo tentativo di nascondere il ricco piatto che, ahilei, di vegano e crudo ha giusto forse l’insalata di contorno.

Di tanta ilarità, resta un video di 30 minuti della stessa Yovana che si arrampica sui vetri: dice che ovviamente voleva parlare della sua scelta di abbandonare la dieta crudista e vegana non appena fosse stata pronta per il “coming out”; che ha dovuto farlo, su imposizione medica, per via di infezioni in corso causate dal suo ormai ex regime alimentare, che l’avrebbero portata, tra le altre cose, a squilibri e conseguenze pesanti, tra cui un’amenorrea/ menopausa precoce a soli 29 anni.

Testuali parole, tra le altre:

Non avrei mai pensato di dovermi sedere un giorno davanti a questa videocamera per dirvi che sono già due mesi che mangio uova e pesce e mi sento molto meglio perché la dieta crudista vegana fa male. Tornerò a una dieta vegetariana.

E qui finisce l’effetto comico e inizia una storia triste, che fa indignare e arrabbiare.

A, perché se ti sei resa conto da due mesi che la dieta vegana e crudista che stai promuovendo e che fa proseliti tra i tuoi follower, tra cui ovviamente molte ragazzine, fa male e non lo dici sei un’irresponsabile e stai mettendo a rischio la salute di milioni di persone, che di te si fidano.

B, perché è più che lecito il beneficio del dubbio che questa farsa sarebbe stata protratta ancora a lungo, visto che la verità avrebbe fatto crollare il castello dorato di un’influencer che fonda i suoi introiti, la possibilità di viaggiare per il mondo e contratti remunerativi con brand vari sul fatto di essere vegana e crudista.

Per la cronaca il video di scuse ha dentro ben 5 o 6 adv: come a dire, se l’ondata di indignazione non la puoi fermare, almeno monetizziamo su questa botta di celebrità negativa, tanto più che potrebbe essere l’ultimo colpo di cosa prima di una serie di defezioni da parte dei marchi raw e vegan food che, c’è da scommettere, non avranno gradito la cosa.

Quella di Yovana Mendoza Ayres non è una bugia bianca, che non fa male a nessuno.
È un fatto grave, irresponsabile, colpevole e mette a rischio il più sacro dei valori: la salute.

Detto questo, grave e non meno colpevole, è l’atteggiamento di chi, sentendosi tradito o per pura propensione alla violenza, non si limita a esprimere il proprio dissenso e la propria giusta indignazione, ma sta ricoprendo la ragazza di insulti che passano dagli auguri di morte alle minacce: il solito bestiario cui ci ha abituato quel web che scambia per democrazia azioni criminali come queste.

In questo tocca difendere la, per gli altri aspetti indifendibile, Rawvana dalle forche, dai roghi e da quelli il cui senso di giustizia passa per il legittimare le ingiustizie, gli abusi e la violenza.

Abbiamo più strumenti, giusti e democratici, per esprimere il nostro lecito e benriposto dissenso: il pensiero articolato e legittimato dalla ragione e, in questo caso, la possibilità di defolloware una persona.

Non seguire più un influencer non è una cosa da poco: significa scegliere la qualità di un web vero, dove i consigli alimentari e riguardanti la salute passano per nutrizionisti e dietologi qualificati; significa non accettare che qualcuno lucri sulle nostre debolezze tramite un inganno tutt’altro che innocuo e togliere terreno, soldi e sponsor a chi vanta una competenza che non ha.

Perché Rawvana ha fatto una cosa grave ed è giusto che ci siano delle conseguenze, ma attenzione: questa ragazza ha messo in luce anche l’ignoranza di chi segue il dito e dimentica la luna, che è lì, a disposizione di tutti e si chiama informazione.
Non deleghiamo a nessuna Rawvana, senza nessuna qualifica per farlo, il compito di informarci.

L’informazione è un diritto, ma anche un dovere: un atto di amore e rispetto per noi stessi, per non abboccare alle promesse di qualcuno senz’arte né parte, ma tanti follower.

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