I tempi sono cambiati. Anche in quei Paesi che non hanno mai contemplato il modo di vivere occidentale, si stanno aprendo. Questo si traduce in un cambio di tradizioni in moltissimi campi, anche nell’età media per convolare a nozze, soprattutto quando parliamo di donne. La conseguenza diretta è un gap generazionale: i genitori vogliono che le figlie si sposino presto – un po’ come accade ne Il mio grosso grasso matrimonio greco – ma le figlie vogliono, prima di sposarsi, inseguire altri sogni, come la realizzazione personale al lavoro, prima di perdere un treno importante.

Il New York Times racconta una storia che però non si svolge in Grecia ma in Cina – uno dei Paesi che in effetti si sta occidentalizzando. La storia vede opposte Yang Chenxu di 26 anni e sua madre Zhang Yulian. Ogni volta che Yang torna a casa per le feste, la madre le chiede quando vorrà sposarsi. Badate bene, non è come la nostra zia pettegola che ogni Natale ci chiede se abbiamo il fidanzato. Per Zhang un matrimonio a breve di sua figlia è più un fatto tradizionale-culturale: lei si è sposata e ha partorito che era molto più giovane e non comprende perché la sua prole – che vive distante da casa per lavoro – non dovrebbe fare altrettanto.

L’anno scorso – ha raccontato Yang – mia madre mi ha detto che avevo bisogno di ritornare a Wenzhou entro sei mesi, trovare un marito e sistemarmi. Sento di aver fallito in qualche modo, non avendo trovato un partner con cui condividere la mia vita.

I giovani cinesi come Yang iniziano a pensare che questa tradizione nuziale non vada anteposta alle proprie ambizioni lavorative, alla carriera. Si finisce in un circolo vizioso, perché le domande dei genitori atterriscono talvolta e allora si preferisce non tornare a casa per le feste, almeno finché non c’è all’orizzonte la prospettiva di sposarsi. Zhang ha conosciuto il marito attraverso amici comuni nel 1990 e lo ha sposato nel 1994. Yang invece, dopo essersi laureata alla Shanghai Theater Academy è diventata un’insegnante di teatro, decidendo di restare nella grande città.

Amo l’intensità di Shanghai – ha aggiunto Yang – Tutti si sforzano di mettersi alla prova. La mia carriera è una priorità. Molti dei miei amici che vivono ancora a Wenzhou sono già sposati. Tutti mi chiedono quando sarà il mio turno.

Ma i tempi sono cambiati, dicevamo, rispetto agli anni ’90, quando Zhang trovò l’amore. In tanti ricorrono a Tantan, un’app che è la versione cinese di Tinder, per incontrare persone nuove e interessanti. Ma le aspettative di Yang sono altre: se dovesse sposarsi, vorrebbe una persona accanto che migliori la qualità della sua vita, che la comprenda e la ami incondizionatamente. Un po’ come suo padre ha amato la sua mamma. Nel 2012, infatti, a Zhang fu diagnosticato un tumore maligno, lui le rimase accanto senza sosta. E Yang vorrebbe una persona simile a suo padre al suo fianco, ma capisce che non è facile trovare un uomo così.

Durante uno dei suoi stressantissimi viaggi verso casa, Yang ha preso la decisione di spiegare come mai non fosse ancora sposata alla sua mamma. Si è giustificata con un’evidenza: i tempi sono cambiati moltissimo ed è impossibile avere una carriera, una vita sociale e trovare un partner. Questo dialogo tuttavia ha unito ancor più le due donne: lo scontro resta aperto, ma forse Yang riuscirà a tornare a casa senza provare troppo imbarazzo per le prossime feste comandate. Tanto che la mamma ha chiesto alla figlia, infine, scherzando, di trovare un marito prima del suo cinquantesimo compleanno – che tuttavia ricorrerà il prossimo dicembre.

Nella cultura cinese – ha illustrato Zhang – è scontato che uomini e donne si sposino all’età giusta. È tempo per Yang Yang di trovare un uomo adatto e sistemarsi.

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