“Non sono scappata via perché pensavo fosse una cosa sbagliata, ma ho scelto di andarmene perché credevo assolutamente giusto farlo”, con queste parole, usate come prefazione alla sua biografia, Sojourner Truth raccontò la storia di come fosse riuscita a scappare alla schiavitù, dopo essere cresciuta senza avere alcuna libertà.

Altissima, con il viso affilato e una voce segnata da anni di lavoro forzato, si lasciò alle spalle una vita di dolore per intraprendere un cammino di speranza per tante altre donne. Fu una figura importantissima per il processo abolizionista americano, che ancora oggi viene ricordata nella National’s Women Hall of Fame.

Nata schiava nel 1797 circa, con il nome di Isabella Baumfree, era una dei tredici figli di James e Elizabeth Baumfree, entrambi schiavi in una grande proprietà nello stato di New York. Dopo la morte del suo padrone, nel 1806 venne venduta all’asta insieme a un gregge di pecore.  A quel tempo aveva solo nove anni. Il suo nuovo padrone era un uomo violento, che la picchiò e stuprò ripetutamente, prima di rivenderla due anni dopo, nel 1808.

Al quarto “passaggio di proprietà”, la piccola trovò un uomo che la trattava bene, ma in quel caso era la moglie a vessarla. La sua vita cambiò nel 1815, quando conobbe uno schiavo di nome Robert, di cui si innamorò. Il padrone di Robert vietò ai due di vedersi, per timore che avessero figli, e picchiò selvaggiamente il ragazzo, portandolo alla morte. Due anni dopo Isabella fu costretta a sposare uno schiavo più grande, da cui ebbe cinque figli.

Nel frattempo il vento stava cambiando e nuove voci si alzavano contro la schiavitù. Dopo molte false promesse del suo padrone, nel 1826 Isabella decise di scappare, portando con sé solo la figlia più piccola. Venne accolta da una coppia caritatevole, i Van Wagener, con cui visse fino all’Atto di Emancipazione dello stato di New York nel 1827.

Con l’aiuto dei Van Wagener  riuscì a portare a processo l’ex padrone, che aveva venduto suo figlio Peter, e divenne la prima donna nera a vincere una causa contro un bianco. Convertita alla religione metodista, nel 1843 cambiò il suo nome in Sojourner Truth e iniziò a viaggiare per gli Stati Uniti per raccontare la sua storia e portare il suo contributo per la tutela dei diritti delle donne.

Il suo discorso più celebre fu nel maggio del 1851, al Convegno per i diritti delle donne dell’Ohio di Akron, diventato poi noto come Ain’t I a Woman (Non sono forse una donna?). Ecco le sue parole:

Bene, ragazzi, c’è un tale fermento che qualcosa scappa fuori per forza. Credo che a furia di dare addosso ai negri del Sud e alle donne del Nord, tutti in cerca di diritti, gli uomini bianchi saranno presto nei guai. Ma di cosa si sta parlando qui?

Quell’uomo sta dicendo che le donne hanno bisogno di essere aiutate a salire su delle carrozze per trovare un posto sicuro dove vivere. Non mi ha aiutata mai nessuno a salire su una carrozza e nessuno mi ha mai offerto un posto speciale. Non sono forse una donna? Guardatemi. Guardate le mie braccia! Ho lavorato nelle piantagioni e ho coltivato i campi mettendo il fieno nei fienili e nessun uomo mi ha mai aiutata! E non sono una donna? Potevo lavorare e mangiare quanto un uomo, quando potevo , e non sono una donna? Ho dato alla luce tredici bambini e visto la maggior parte di loro essere venduti come schiavi e quando piansi la morte di mia madre nessuno mi ha ascoltato a parte Gesù. E non sono una donna?

E poi hanno iniziato a parlare di questa cosa che hanno nella loro testa. Come la chiamano? Intelletto. Beh dolcezze… E cosa c’entra questo con i diritti delle donne e delle persone nere? […]

Quell’uomo dice che le donne non possono avere gli stessi diritti degli uomini perché Cristo non era una donna! E da dove viene il tuo Cristo? Da Dio e da una donna! L’uomo non ha nulla a che fare con Lui.

Se la prima donna che Dio creò fu capace di ribaltare il mondo, allora tutte queste donne dovrebbero essere in grado di capovolgerlo ancora! E ora che lo stanno chiedendo, gli uomini faranno meglio a permetterglielo.

Grazie per avermi ascoltata, ora la vecchia Sojourner non ha più niente da dire.

Sojourner Truth morì il 26 novembre 1883 dopo anni passati sui palchi, lottando per dare voce a chi non ne aveva, proprio come lei.

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