Tutti la conosciamo come “erre moscia”, ma in pochi sanno che il nome scientifico di questa pronuncia particolare è “rotacismo”. In alcuni casi si tratta di un difetto organico, in altri di una caratteristica del modo di parlare di alcune persone.

Correggerla è possibile, con alcuni esercizi, ma è il logopedista a valutare caso per caso.

Erre moscia: quali sono le cause?

La erre moscia è causata principalmente da un disturbo fonologico, dovuto alla difficoltà di motilità/movimento dell’articolazione della lingua. La pronuncia errata del fonema “r” può però essere associata anche all’inflessione maggiormente diffusa nella zona territoriale di appartenenza, che spesso viene tramandata di generazione in generazione dalle forme dialettali. In ogni caso, si parla più frequentemente di un “disturbo” a tutti gli effetti.

Il rotacismo il più delle volte inizia a manifestarsi attorno ai due anni di età, man mano che il bambino introduce i vari fonemi nel suo linguaggio; poiché il fonema R è uno dei più complessi della nostra lingua, questo è uno degli ultimi a essere appresi dai bambini.

In alcuni casi, il difetto di pronuncia può essere strettamente connesso a un difetto organico, come la presenza di un frenulo linguale corto dalla nascita o di un palato divenuto ogivale. In altri, la erre moscia si manifesta come una caratteristica del soggetto, dovuta a un apprendimento errato, che consiste in un uso inconsapevole particolare della lingua: questa non vibra nella parte anteriore del cavo orale – vicino ai denti – come dovrebbe, bensì vibra nella parte posteriore, ossia all’altezza del velo palatino o zona dell’ugola.

La erre moscia può essere ereditaria?

Le cause del rotacismo, come abbiamo visto, sono organiche o funzionali, non genetiche. Nonostante non possa essere tramandata geneticamente, però, è possibile ereditare la R moscia dai genitori: poiché i bambini iniziano a parlare apprendendo dall’ambiente che li circonda, un bambino che impara a parlare da genitori che hanno la erre moscia presenterà molto probabilmente la stessa caratteristica.

Allo stesso modo, nelle aree in cui il dialetto è caratterizzato dalla R moscia ci sono molte più probabilità che i bambini sviluppino il rotacismo rispetto a quelli che vivono in zone in cui il fonema viene pronunciato correttamente.

I tipi di erre moscia

Anche se parliamo genericamente di “erre moscia” sarebbe più corretto parlare di “erre mosce”: il rotacismo, infatti, si distingue tra anteriore e posteriore, a seconda se la vibrazione si verifica all’apice della lingua o alla base.

Nel primo caso si ottiene la cosiddetta R monovibrante, che è dovuta a una scarsa vibrazione della punta della lingua. Per capirsi, è quella R che somiglia molto a una V.

Nei casi di rotacismo posteriore – quello più comune – anziché la punta della lingua viene fatta vibrale la base, generando la cosiddetta R “alla francese” (che in gergo tecnico viene chiamata uvulare).

Il rotacismo nelle varietà linguistiche regionali

Il rotacismo non è un elemento tipico della fonologia della lingua italiana, tuttavia ricorre in alcune varietà regionali, allontanandosi dalla dizione più diffusa.

In queste aree la pronuncia della r moscia è parte integrante della lingua del territorio, come nel caso della r moscia di Fidenza o Parma, secondo alcuni legata alla presenza gallica in età antica, secondo altri da ricondurre, molto più semplicemente, a un sostrato già presente nella zona che, mediante la comunicazione prevalentemente parlata, ha influenzato e caratterizzato la lingua successivamente creatasi.

Come correggere la erre moscia: esercizi utili

Le terapie per coloro che desiderano eliminare il rotacismo non mancano: la figura di riferimento è il logopedista, che può aiutare a correggere il rotacismo sviluppando attraverso esercizi mirati a sviluppare la corretta articolazione del fonema. Questi variano a seconda di molteplici fattori, che vanno valutati caso per caso, come l’età, le cause del disturbo, gli obiettivi da raggiungere e così via.

Gli esercizi di dizione permettono di correggere la R moscia grazie al riposizionamento corretto del punto di appoggio della lingua. Un esempio? È utilissimo ed efficace appoggiare la punta della lingua sul palato e pronunciare la coppia di consonanti T e R sino a quando non si pronuncia nell’effettivo la R. La T posizionata nella pronuncia subito prima della R svolgerà la funzione di sostegno per ristabilire il corretto punto di appoggio.

Anche affidarsi alla pronuncia di alcuni scioglilingua può rivelarsi una scelta vincente contro il rotacismo. Queste frasi – create appositamente per essere complesse da pronunciare/recitare – ripetono uno stesso suono o un insieme di suoni, dando vita a un circolo sonoro complicato da pronunciare velocemente senza commettere errori.

Utilissimi anche quelli in musica, che attraverso vere e proprie lezioni di canto permettono di affidarsi a esercizi semplici per correggere molti disturbi, tra cui appunto la erre moscia.

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