Le bufale su WhatsApp sono un problema. Come lo sono quelle su Facebook, su Twitter, su Instagram, su qualsiasi social network o piattaforma. Innanzitutto rappresentano un veicolo incontrollabile di propaganda,  lo possiamo constatare anche in Italia, dove non sempre si riesce a distinguere il meme di uno scherzo o delle citazioni mal attribuite o altro, spesso utilizzati non a scopo goliardico, ma con il preciso intento di influenzare l’opinione pubblica.

La situazione in alcuni Paesi del mondo è però addirittura peggiore, tanto che sta sfuggendo di mano. Se in Italia le bufale su WhatsApp e Facebook sono un mero veicolo per la disinformazione e propaganda, in altri Paesi la storia è ben diversa, tanto che qualcuno sta anche pensando di mettere fuori legge la faccenda, oppure ha già promulgato delle norme di questo genere. Come in India, dove la questione si è fatta letale.

Rivista Studio parla di almeno sei persone uccise in India a causa di una leggenda metropolitana, che una volta arrivata su WhatsApp è divenuta vera per tante persone, che hanno così scatenato la violenza. La leggenda metropolitana parla del presunto rapimento di bambini: una bufala che fa leva sulla paura che qualcosa di terribile possa accadere ai minori. È una credenza che esiste anche in Italia: “gli zingari rapiscono i bambini”, ed è un concetto che fa leva sulla paura della diversità, dello sconosciuto. Perfino una donna di mezza età che ha offerto un dolcetto a un bimbo nello stato del Tamil Nadu è stata uccisa per paura che stesse rapendo il piccolo.

Bufale su WhatsApp
Fonte: Facebook

Le vittime di questi ultimi giorni, come si legge su Msn, si chiamavano Nilotpal Das e Abijeet Nat, rispettivamente un ingegnere del suono e un artista digitale residenti entrambi a Guwahati. I due uomini stavano visitando un villaggio nei pressi di Assam, quando sono stati attaccati e uccisi dalla folla. Avevano semplicemente chiesto in giro indicazioni stradali, ma essendo stranieri ciò è bastato per alimentare dei sospetti. Ben 16 persone sono state arrestate per il loro omicidio, dovuto all’isteria alimentata appunto dalla leggenda dei rapimenti. Ovviamente lo Stato cerca di ostacolare la diffusione di queste fake news ma non è facile.

Tanto più che le bufale su WhatsApp sono veicolate comunque da strumenti di propaganda, perché come afferma Cjr, i social e le chat vengono usate ultimamente dai partiti politici, da attivisti religiosi e da chiunque abbia interesse nell’influenzare l’opinione pubblica. In tutti questi messaggi che vengono inviati ce ne sono moltissimi che sono semplici indicazioni di voto, ma altri vogliono creare tensioni sociali per influenzarlo inconsapevolmente.

Si stima che l’India abbia più utenti WhatsApp che nel resto del mondo: ben 200milioni di persone utilizza l’app almeno una volta al mese. Intanto, fortunatamente, stanno crescendo dei gruppi di debunking, che possono essere utili. Anche in Italia ne abbiamo tanti. Il nostro consiglio è sempre di digitare su Google gli estremi di una notizia che leggete sui social o in chat e che vi indigna troppo o che vi suona strana. Risalire alla fonte di una notizia può essere un processo lungo, ma i siti di debunking aiutano e non dobbiamo sottovalutare il loro ruolo.

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