Il morbo di Alzheimer può sconfiggere molte cose. Può cancellare i ricordi, anche quelli più tenaci. Può far diventare inconsapevoli della realtà presente – oltre che del passato. Può spingerti a chiederti dove ti trovi, anche quando sei sul tuo divano tappezzato a fiori, con una stoffa che hai scelto perché ti piaceva tantissimo. Può fare tutto questo il morbo di Alzheimer e molto altro. Ma non può distruggere l’amore né alienare completamente due persone che si sono amate. Sì, per fortuna questo non può accadere. Un esempio di quanto l’amore possa davvero abbattere ogni barriera e ogni malattia è questo video, in cui mostra un uomo parlare della sindrome degenerativa della moglie:

Un altro esempio è Lynne Walter Budnik, che nei giorni scorsi ha condiviso su Facebook una foto molto speciale. Il suo scatto raffigura due mani che si stringono tra loro, tenere ma forti. Si tratta delle mani di due anziani. La pelle è rugosa e racconta di vite vissute appieno. E in effetti le mani sono dei genitori di Lynne. Del padre malato di cancro, che si trovava in quel momento all’ospedale per una serie di controlli di routine, e della madre che non ha saputo resistere a un momento di tenerezza. Due mani come tante altre, di persone che si amano, di quelle storie fatte di sentimenti durevoli. Per davvero «finché morte non vi separi».

Quello che uno spettatore casuale ancora non sa, prima di leggere il post di Lynne, è che sua madre ha il morbo di Alzheimer. Questo significa che dimentica le cose, le persone, anche i fatti importanti. Come il fatto stesso di aver sposato l’uomo che amava, molti decenni fa. È a uno stadio avanzato il suo morbo di Alzheimer, le è stato diagnosticato già da molto tempo. Questo significa che talvolta non si rende conto, forse, della ragione per cui si trova nei luoghi. Probabilmente non sapeva neppure di trovarsi in ospedale.

Ma all’improvviso ha visto quell’uomo, quel bellissimo uomo che un giorno l’ha portata all’altare. E allora l’anziana ha sentito il bisogno di fare una cosa semplicissima: stringere la mano del suo uomo, accarezzarla, fargli sentire che lo ama teneramente. Lynne ha quindi deciso di immortalare il momento, quelle mani vicine, quell’amore senza confini, che solo la morte potrà separare. E forse neppure quella.

«Queste sono le mani dei miei genitori – ha scritto Lynne a corredo dello scatto – Mio papà ha il cancro e mia mamma ha il morbo di Alzheimer. L’ho portato all’ospedale per un controllo e mentre lo stavamo aspettando per entrare, mia mamma, che non poteva ricordare dove fossimo, mi ha regalato un ricordo senza prezzo.»

Perché è in fondo così che i nostri genitori, quando felici del loro rapporto, riescono a incidere sulla nostra educazione sentimentale. Vederli teneramente abbracciati, assistere a queste tenerezze è al tempo stesso per noi figli una sorpresa e una conferma. Una sorpresa tanto più forte quando uno dei due è colpito da una malattia tanto alienante come il morbo di Alzheimer, ma al tempo stesso una conferma di quando l’amore vinca davvero tutto. «Omnia vincit amor» dicevano i latini e loro la sapevano molto lunga.

Lei ha fatto in modo di avvicinare la sua sedia a rotelle verso mio padre – ha aggiunto Lynne nella sua didascalia – e ha raggiunto la sua mano. In modo veloce e silenzioso ho catturato quel momento. Lei non può aver saputo perché fossimo lì o dove fossimo ma il suo cuore ricordava e le sue mani mostrano la forza del loro amore.»

Chi ha una persona che ama che ne è affetto lo sa: a volte è difficile, ci sono i momenti di scoramento profondo. Tuttavia c’è anche un’altra faccia della medaglia e cioè che il malato di Alzheimer può non ricordare e non sapere. Ma sicuramente non si è scordato di amare.

 

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