Regifting, 5 idee per riciclare i regali non graditi

Cosa fare con il cappello di lana che non ci sta bene, regalato dalla zia, o con il libro che abbiamo già ricevuto due volte? Molti dei nostri regali finiscono con l'essere riciclati e, a dispetto di quanto si pensi, non c'è nulla di male nel regifting. Purché sia fatto con criterio.

Anche se quello del 2020 è stato piuttosto particolare per i motivi che ormai ben conosciamo, anche in questo Natale gli italiani si sono scambiati i loro regali; e, come quasi sempre capita, a fronte di molti presenti graditi e che saranno presto utilizzati (o hanno già iniziato a esserlo) ce ne sono altri di cui proprio non si sa che fare.

Per questo, sappiamo che è sempre esistito il salvifico riciclo, ovviamente da fare con cognizione e logica per evitare figuracce ed errori grossolani; per fortuna, in nostro soccorso oggi possono venire le numerose piattaforme di e-commerce, su cui è possibile rivendere i regali di Natale che non ci sono piaciuti, con la certezza (o quasi) di non veder finire il dono proprio tra le mani di chi ce lo ha regalato!

Cos’è il regifting?

L’arte del riciclo dei regali è diventata talmente importante da essersi guadagnata un suo nome, regifting, che significa appunto “ri-regalare”.

I doni che, per un qualunque motivo, vogliono essere dati via vengono messi su siti e piattaforme apposite, che facilitano la compravendita tra privati; anche se c’è ancora un vago imbarazzo nel mettere in vendita regali che ci sono stati fatti (in effetti, significa guadagnare per qualcosa che a noi è stato donato) oltre che nei Paesi anglosassoni il regifting sta lentamente prendendo piede anche in Italia, dove, secondo una ricerca Kantar commissionata da eBay, più della metà dei nostri connazionali (il 57%) ha ricevuto un dono non di suo gradimento, mentre uno su 10, fra loro, ha dichiarato che rivenderà questi oggetti.

Gli effetti positivi del regifting

Al pari della doggy bag che ancora pochi chiedono al ristorante, il regifting provoca tuttora un po’ di imbarazzo, a fronte dei risvolti sorprendentemente positivi: ad esempio, permette di far crescere l’economia circolare, consentendo a chi non desidera il regalo di farlo arrivare nelle mani giuste (ovvero, a chi invece lo desidera), e, perché no, di guadagnare qualcosa.

Se i sensi di colpa però continuano ad attanagliarvi, potreste leggere le considerazioni di uno dei più importanti siti italiani di compravendita, Subito.it, che spiega perché il regifting è un’ottima opportunità anche per ridurre gli sprechi in termini ambientali, oltre che per le ragioni economiche già citate.

La  ricerca con Francis J. Flynn, professore di comportamento organizzativo alla Stanford University’s Graduate School of Business, suggerisce che la vergogna associata al regifting è in gran parte ingiustificata – si legge sul sito – Sembrerebbe infatti che le persone diano molto più peso alle connotazioni negative legate a questa pratica piuttosto che agli aspetti positivi come:

  • rendere felice qualcuno che ama e desidera quel regalo che non ti ha soddisfatto;
  • ridurre gli sprechi;
  • ridurre la CO2 emessa nel ciclo di produzione di quel determinato oggetto ottimizzando l’uso dei pezzi già presenti sul mercato.

Nel 2019, ad esempio, abbiamo azzerato 7,25 milioni di CO2 con la vendita di 20 milioni di oggetti sulla nostra piattaforma.

Proprio perché non c’è nulla di vergognoso nel riciclare un regalo, ci sono piattaforme che hanno ideato iniziative per incentivare il regifting, come eBay, che ha dato ai propri clienti la possibilità di creare fino a cento annunci, nel periodo che va dal giorno di Natale al 4 gennaio, con una commissione finale sulla vendita pari al massimo a un euro, invece che al 10%, come di consueto; uno sconto importante per agevolare l’economia degli oggetti second hand, con un impatto sull’ambiente fino a 2,5 volte minore rispetto all’identico prodotto nuovo.

Regifting per un italiano su tre

Vista l’annata particolare, con il commercio online che ha subito un’ulteriore impennata per l’impossibilità di vedersi fisicamente, anche il regifting ha avuto un picco, tanto che, secondo le stime del Centro Studi di Confcooperative, saranno circa 24 milioni i connazionali che ricicleranno i propri regali, con un aumento di un milione rispetto all’anno precedente e un risparmio di circa 3 miliardi di euro, per le ragioni poco sopra indicate.

I regali oggetto del regifting

Fra i regali destinati a finire nella lista del riciclo figurano soprattutto prodotti di enogastronomia, come bottiglie di vino, prosecco, spumante, ma anche panettoni e torroni. Il 25% dei prodotti è invece rappresentato da capi di abbigliamento, cappelli, sciarpe e guanti su tutti, poi cosmetici, con i profumi al primo posto, e infine (con il 20%) i libri.

5 idee per riciclare al meglio un regalo

Per quanto riciclare abbia effetti positivi, come visto, è ovviamente fondamentale prestare attenzione ad alcuni piccoli, ma non insignificanti dettagli, prima di riciclare un regalo, soprattutto qualora lo si intenda fare in maniera fisica, oltre che online:

1. Attenzione alla confezione

Va bene donare a qualcun altro un regalo che voi non avete apprezzato, ma fatelo con eleganza. Se la carta nella quale era stato incartato originariamente il dono è rovinata o strappata, cambiatela. Anzi, fatelo in ogni caso.

2. Scegliete bene il destinatario del dono

L’arte del riciclo richiede una grande dimestichezza; questo significa che dovrete tenere tracciati i nomi delle persone che vi hanno regalato il dono non gradito, e i nomi dei destinatari della stessa, cercando di verificare se tra i primi e i secondi ci siano delle relazioni di qualsiasi tipo. Insomma, evitate persone che sono in legame di parentela, se non volete che l’autore del dono veda il proprio regalo riciclato a casa di un’altra persona.

3. Non riciclate doni usati

Dovrebbe essere scontato, non sempre lo è. Se avete usato un oggetto che vi è stato regalato, dovete tenervelo, non riciclarlo.

4. Attenzione ai libri

Se aveste la malaugurata idea di riciclare un libro, magari perché doppio, verificate che al suo interno non ci siano dediche personalizzate, cosa che rende difficile venderlo sulle piattaforme online e praticamente impossibile regalarlo a qualcun altro!

5. Non dimenticate il buon senso

La regola più importante da applicare, quando decidete di riciclare un regalo è il buon senso. Regalereste mai delle mutandine rosse di pizzo ad una vostra zia ultra sessantenne? Sicuramente non se ne farà niente. Quindi valutate bene!

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