Citazioni di Giovanni Allevi
Mi piacerebbe cercare e percorrere i luoghi desolati di Charles Bukowski, il mio scrittore preferito insieme a Paulo Coelho. Di lui ho letto praticamente tutto. Mi piace perché è cinico, desolato, terreno e volgare, ma in maniera autoironica. Penso che nei periodi di crisi, come quello che stiamo vivendo noi, l'uomo risvegli le sue due anime: quella spirituale e quella terrena. E lui lo fa in maniera esemplare.
Se potessi tornerei nel deserto egiziano dove ho suonato nel 2008. Un luogo davvero poetico. Per arrivare al concerto il pubblico era stato trasportato a bordo di 500 jeep, ma erano i beduini a fare strada affidandosi unicamente alle stelle.
Per lavoro viaggio moltissimo: 200 giorni all'anno passati in alberghi di tutto il mondo. Ecco, se posso vorrei lanciare un appello agli albergatori: per favore mettete più frutta fresca e verdura nei menu e spostate più avanti l'orario della prima colazione!
Non trovo niente che non mi piaccia di Ascoli: è bella, raccolta, la si gira bene. Una volta pensavo che non offrisse molte opportunità musicali, ma poi mi sono reso conto che non era possibile chiedere tanto a un luogo così tranquillo e misurato. Dovevo spostarmi io, a New York e a Milano, dove vivo oggi.
Ascoli è una città che nel suo passato ha dichiarato guerra a tutti, persino a Roma, nel 98 d.C., due anni prima che la radesse al suolo. Questo spirito combattivo rende gli ascolani gente simpatica e particolarmente buffa.
Per dire che una persona è passata all'altro mondo il dialetto ascolano utilizza moltissime espressioni. E sono una più colorata dell'altra. La prima che mi viene in mente è "Si è trasformato in terra per i ceci", oppure "Ha stirato le gambe", ma anche "Gli si può dire l'Ave Maria", come pure "Se ne è uscito, riacchiappalo!".
Di Ascoli mi piace l'essenzialità della sua architettura medievale, con le sue torri semplici e squadrate che mi suggeriscono l'idea di fierezza e grandezza del passato. E poi trovo che gli ascolani abbiano uno straordinario senso dell'umorismo: cattivo al punto giusto, esilarante e straordinariamente graffiante.
Vado matto per la cucina di mia madre, per cui non c'è ristorante od osteria che valga un'uscita. Adoro il pesce e la cucina semplice, genuina. Ma è raro trovare un ristorante che cucini un normalissimo piatto di spaghetti al pomodoro.
Qualche giorno prima di esibirmi vado a nuotare in piscina. Per suonare il pianoforte e dirigere l'orchestra è necessaria elasticità; così con il contatto dell'acqua rilasso la muscolatura, trovo la concentrazione e ripasso le note.
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