
“Un vecchio in pensione che raccoglie la spazzatura”: così si è definito l’immenso Hayao Miyazaki.
Nelle foto che lo ritraggono, l’artista ottantenne sembra abbia voluto tenere ben salde umiltà e dedizione per il lavoro. Di natura profondamente schiva, nonostante sia risultato sempre sorridente, Miyazaki in fondo non ama affatto essere disturbato. Soprattutto se a compiere l’azione è stato un reporter un po’ invadente, che nei pressi di casa sua, gli ha chiesto cosa ne pensasse degli incassi da record dell’anime Demon Slayer. Infatti, tra il mese di novembre e quello di dicembre, il nuovo anime giapponese avrebbe guadagnato più de La Città di Incantata di Hayao Miyazaki:
Non l’ho visto. Guardo raramente altre cose. Non guardo la Tv, non guardo i film. Non penso che mi riguardi. È meglio se le persone non si preoccupano di cose come i record al botteghino e si concentrano invece sul rendere armoniosi i loro luoghi di lavoro. Va tutto bene finché si dà il massimo su ciò che si sta facendo. Non vale la pena preoccuparsi di questo genere di cose. C’è sempre l’inflazione nel mondo.
Accenni biografici
Nato in uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo durante la seconda guerra mondiale, Hayao Miyazaki, grazie al lavoro del padre, eredita la passione per il volo e per le macchine volanti; temi – tra l’altro – costanti nella sua produzione artistica. Dopo la laurea in Scienze Politiche ed Economia, già a partire dagli anni Sessanta iniziano a prendere forma le sue reali aspettative. Nel 1965, arriva la sua prima idea: dare un finale al film Garibaa no uchu ryoko, conosciuto al gran pubblico anche come Gulliver’s Travels Beyond the Moon.
Da lì a seguire una costellazione di grandi successi: la regia della prima serie di Lupin III, la sceneggiatura di Panda! Go, Panda!, la collaborazione con la Nippon Animation, l’organizzazione di scena in Heidi e Anna dai capelli rossi, infine la regia di Conan il ragazzo del futuro. Per citare solo alcuni dei suoi grandi lavori.
Lo Studio Ghibli e il successo
Il grande successo del maestro Hayao Miyazaki arriva negli anni Ottanta. A seguito degli innumerevoli apprezzamenti legati alla pubblicazione del sua manga, Nausicaä della Valle del vento, la rivista Animage convince Miyazaki a dirigere la trasposizione cinematografica dell’omonimo manga. I consensi positivi ottenuti dal film permisero a Miyazaki e a Takahata di dare una svolta alla loro vita: fondare lo Studio Ghibli, nel 1985 – il cui nome trae origine dalla parola “Ghibli” che vuol dire vento caldo del Sahara:
Sono pessimista. Un ottimo pessimista: della peggiore specie. Ogni volta che mi presentano un neonato, mi verrebbe da dirgli: “Ma che ci fai qui? Non ti hanno spiegato che non è proprio il momento di nascere?”. Forse è per questo che non faccio che realizzare film: per rassicurare i nuovi venuti, per confortarli sull’accidentato percorso dell’esistenza. Il mio cinema è una menzogna: guardatelo e vivete felici. Che ipocrisia. Ma, una volta nati, che dobbiamo fare: cacciarli indietro o dar loro un minimo d’illusione?”
Lo Studio Ghibli – che avrà il suo parco a tema nel 2022 – ha visto la realizzazione dei film più belli dell’animazione nipponica. Come non citare Laputa – Castello nel cielo, Il mio vicino Totoro (la cui sagoma è stata scelta come logo dello Studio):
Non è uno spirito: è semplicemente un animale. Credo viva di ghiande. Presumibilmente è il custode della foresta, ma è solo un’idea raffazzonata, una vaga approssimazione.
E ancora: Porco Rosso con chiari riferimenti a Gabriele D’annunzio, all’aviazione italiana all’inizio degli anni trenta. Non solo. Un rimando all’antitotalitarismo promosso da George Orwell ne La fattoria degli animali e in generale contro il fascismo: “Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale”.
E poi il grande apprezzamento mondiale con La città incantata, che gli fa portare a casa l’Oscar come Miglior film d’animazione (2003).
Ho creato un’eroina che è una bambina ordinaria, una con cui il pubblico possa identificarsi. Non è una storia in cui i personaggi crescono, ma una storia in cui attingono a qualcosa che è già dentro di loro, tirato fuori dalle particolari circostanze. Voglio che le mie giovani amiche vivano in questo modo, e credo che loro stesse abbiano questo desiderio.
I valori civili
Da un punto di vista politico possiamo definirlo un marxisista singolare. La simpatia dell’autore verso gli ideali socialisti è tuttavia evidente nelle sue opere; critico incontrovertibile nei confronti del capitalismo, della globalizzazione e del loro impatto sulla vita moderna, perché “lo sfruttamento non si trova solo nel comunismo. Il capitalismo è un sistema che agisce allo stesso modo”. Inoltre, ha anche detto:
In Giappone, ormai, il virtuale è diventato lo sciocchezzaio televisivo: si dice fantasy per indicare la gamma infinita che va dai videogiochi agli show tv. Per virtuale, da noi, non s’intende un aumento di realtà ma il suo impoverimento al livello dei sogni di consumo o delle utopie del facile successo.
Amante di ogni forma di vita, il maestro giapponese ha sempre riposto molta attenzione anche alle tematiche ambientaliste, sia nel suo privato molto discreto, che nei suoi film di animazione.
A seguire un accenno delle opere intramontabili dell’immenso Hayao Miyazaki.
1. "Nausicaä della Valle del vento" (1982)




Nausicaä della Valle del vento
2. "Laputa - Castello nel cielo" (1986)




Laputa. Il castello nel cielo
3. "Il mio vicino Totoro" (1988)




Il mio vicino Totoro
4. "Kiki - Consegne a domicilio" (1989)




Kiki - Consegne a domicilio
5. "Porco Rosso" (1992)




Porco Rosso
6. "La città incantata" (2001)




La città incantata
7. "La collina dei papaveri" (2011)




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