Maria Antonietta entrò nella Sala della Libertà del Tribunale rivoluzionario il 14 ottobre del 1793, alle otto e mezzo del mattino. Doveva ancora compiere trentotto anni, ma i capelli incanutiti prematuramente la facevano sembrare più vecchia, come ricorda la celebre biografia Maria Antonietta. La solitudine di una regina.

Maria Antonietta. La solitudine di una regina

Maria Antonietta. La solitudine di una regina

Antonia Fraser ricostruisce la tormentata vita della regina di Francia Maria Antonietta, dalla nascita a Vienna fino al patibolo a Parigi nel 1793.
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Malata e fragile, portava ancora il lutto per la morte del consorte, Luigi XVI, ghigliottinato solo pochi mesi prima.

La neonata Repubblica, già traballante, cercava un gesto dimostrativo per il popolo. E la vendetta doveva passare proprio per la regina che il popolo aveva disprezzato con tutte le sue forze, dopo un breve e fugace innamoramento. In quel tribunale, con un processo ingiusto e sommario, si consumò il suo destino: la condanna a morte.

Il processo si aprì con le “prove” del comportamento deplorevole di Maria Antonietta: si trattava dei libercoli pornografici che da anni circolavano a Parigi. Sulla di lei si era scritto (e inventato) di tutto, compresa una terribile infamia. Accusata di incesto, l’austriaca non riuscì a frenare le emozioni e si rivolse sdegnata alle madri presenti, negando l’accusa.

In quell’istante, per molti smise di essere la creatura mostruosa che aveva portato alla rovina della Francia e tornò semplicemente a essere una donna. Ci fu un attimo di commozione in aula, tanto da dover sospendere il processo, ma non bastò a evitare la condanna. Due giorni dopo, quando il presidente della giuria la esortò a dire qualcosa in sua difesa, Maria Antonietta dimostrò ancora un grande contegno.

Ieri non conoscevo i testimoni. Non sapevo che avrebbero deposto. E insomma, nessuno ha saputo dire qualcosa di concreto contro di me. Voglio finire dicendo che non sono stata altro che la moglie di Luigi XVI e ho dovuto solo rispondere alle sue volontà.

Alla quattro di mattina del 16 ottobre del 1793, fu dunque condannata a morte e lasciò il tribunale, diretta verso la sua fine. Prima di lasciare la prigione, il sacerdote a cui era stata affidata la esortò ad armarsi di coraggio.

“Il momento in cui miei dolori stanno per finire non sarà il momento in cui mi mancherà il coraggio” rispose lei.

A mezzogiorno la condussero al patibolo, vestita di bianco e con le mani legate dietro la schiena, su una carrozza aperta, per permettere al popolo di insultarla e accanirsi contro di lei. I capelli erano stati tagliati fino alla nuca e indossava un berretto.

Pochi attimi prima di soccombere al suo fato, involontariamente pestò un piede al boia, Charles-Henri Sanson, che aveva già eseguito la condanna di suo marito. Mi perdoni, signore, non l’ho fatto apposta, gli disse compostamente, prima di chinarsi a terra e attendere la folle corsa della lama. Furono le sue ultime parole.

Sfogliate la gallery per ripercorrere la storia e le curiosità di Maria Antonietta…

Quelle ultime parole di Maria Antonietta, sposa a 15 anni, decapitata a 38
Fonte: Versailles
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