Tommy Vee suona ancora: storia di un ex concorrente del Grande Fratello

Tommy Vee suona ancora: storia di un ex concorrente del Grande Fratello
Fonte: Instagram @djtommyvee
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Tommy Vee è uno di quei personaggi televisivi che è riuscito a non tradire ciò che è. Il pubblico che non frequenta i dj set l’ha conosciuto nel 2004, nella casa del Grande Fratello. Ma per lui non c’è mai stato un vero e proprio prima e dopo reality. Tommy Vee è un dj apprezzato, lo era ieri e lo è oggi. La fama apparentemente effimera dei reality diventa qualcosa di durevole quando si ha talento, quando si hanno cose da esprimere. Ed è così che Tommy lo esprime, attraverso la bellezza della musica.

Per i profani dei dj set, è bene ripercorrere la sua storia. Nel 2004, tutta Italia conobbe questo ragazzo veneziano per il suo ingresso nella casa di Cinecittà. Tra amori e dinamiche sociali, emerse già però con forza ciò che Tommy Vee, al secolo Tommaso Vianello, era e sarebbe stato sempre un dj. Una passione prima, che poi è diventata un lavoro la sua, nata intorno ai 13 anni, come ha raccontato in un’intervista su Uozzart.

A 15 anni è arrivato il primo set in un magazzino di Venezia e da allora la musica è stata la sua arte e il suo mestiere. Successivamente al Grande Fratello ha partecipato in televisione altre trasmissioni però a tema spiccatamente musicale e ha creato infine una collezione di sneakers con il marchio Be-Positive. Certo, il suo mestiere di dj è molto cambiato nel tempo: l’avvento della tecnologia ha cambiato il modo in cui avvengono i djset, ma non è cambiata la filosofia dietro l’amore per la musica.

La tecnologia – ha raccontato in un’intervista su BillBoard – può essere molto utile permettendomi di non spaccarmi più la schiena a portare valigie di dischi pesantissime. Tuttavia l’eccesso di tecnologia toglie al nostro mestiere una parte fondamentale per capire cosa sia quello che facciamo. Se tu hai il computer che ti mette tutto a tempo, fai fatica a capire che cos’è un groove, com’è l’incastro ritmico, come alcune cose stiano bene con altre e non il contrario: il computer ti fa star bene tutto. Quando si utilizzavano i vinili dovevi essere molto preparato perché non c’era niente di meccanico, eri tu che creavi tutto quello che si respirava in pista. Però l’aspetto tecnico del mio lavoro, ovvero il missaggio, non è al primo posto. A mio parere la cosa fondamentale è la sensibilità e quella nessuna macchina te la può insegnare.

Sfogliamo insieme la gallery per scoprire la storia e la carriera di Tommy Vee.