Tempi moderni: noi e l'ossessione della tecnologia in 16 immagini

Tempi moderni: noi e l'ossessione della tecnologia in 16 immagini
jean jullien
Foto 1 di 17
Ingrandisci

La tecnologia ha ovviamente cambiato le nostre vite, ma come spesso abbiamo occasione di capire, non sempre in meglio.

Lo spazio via via crescente che computer, telefoni e apparecchi tecnologici hanno assunto nelle nostre giornate talvolta lascia decisamente poco tempo per altro, o poca voglia di recuperare abitudini prima largamente diffuse. Non si manda più una cartolina dai luoghi in cui si va in vacanza, si spediscono direttamente foto tramite le app di messaggistica istantanea; non si ha più il piacere di scrivere una lettera cartacea da imbucare, si preferisce inviare una mail.

Insomma, il progresso tecnologico tanto auspicato in passato e su cui le più grandi menti del XX secolo hanno lavorato non è detto che sia poi tutto rose e fiori, i lati negativi ci sono eccome.

34

Prendiamo i social network, ad esempio, che tanto influenzano e ci hanno imposto di ripensare al modo di comunicare e di condividere con gli altri; oggi si vive quasi nella sensazione di essere “estraniati” dal mondo se non si ha un profilo su una qualche piattaforma social, come se l’appartenenza alla grande community globale dove si condividono foto, stati d’animo, pensieri e sensazioni con amici che, spesso, restano nel solo ambito virtuale, fosse una discriminante in base a cui si fondano stima, considerazione e valutazione di sé. Si analizzano le persone sul numero di amici che hanno online, si fotografano piatti al ristorante come se fosse diventato un obbligo morale mettere a conoscenza gli altri di quanto e cosa si mangi, si ostenta forzatamente un benessere che traspare, fintamente, da fotografie di resort esclusivi, di abiti firmati, di vacanze in posti esotici.

Stiamo dunque sempre più diventando la società dell’apparire?

Se lo è chiesto anche l’illustratore francese Jean Jullien, che ha realizzato una serie di immagini sugli eccessi della nostra società moderna proprio nell’era dei social network. Nato a Nantes, dove ha studiato grafica, ma trasferitosi a Londra, Jean offre uno scorcio che, nato con l’intenzione di essere satirico, è invece un dipinto piuttosto deprimente della dipendenza tecnologica di cui soffriamo, e delle esagerazione estreme della nostra società.

Le illustrazioni di Jean sono state utilizzate anche per le copertine del settimanale tedesco Der Speigel, e noi abbiamo raccolto le più significative in questa gallery.