Alle 5:20 del mattino del 31 agosto 1967, un gruppo di combattenti dell’Esercito di Liberazione di Che Guevara cadde in un’imboscata mentre attraversava il fiume Río Grande, in Bolivia. Tra di loro c’era anche Tania la Guerrigliera: Haydée Tamara Bunke Bider, questo il suo vero nome, si trovava immersa nell’acqua fino alla vita e con il fucile alzato sopra la testa. Non poté fare nulla.

Fu colpita al braccio e al petto e rimase uccisa insieme a otto dei suoi compagni. Aveva solo ventinove anni. Il suo corpo venne trascinato dalla corrente e recuperato una settimana dopo dai soldati boliviani. Si decise poi di seppellirla anonimamente insieme agli altri. Su insistenza delle donne del posto, però, le venne infine concessa una sepoltura cristiana, ma solo nel 1998 si riuscì a stabilire esattamente dove si trovasse.

Come ricordato in un articolo del Times, sentendo parlare della morte di Tania la Guerrigliera alla radio, il Che si rifiutò di credere alla notizia. Pensava si trattasse solo della propaganda di stato, che tentava inutilmente di demoralizzarlo, ma non era così. Quando se ne ebbe la certezza, Fidel Castro la dichiarò eroina della Rivoluzione Cubana. Ma chi era veramente Haydée Tamara Bunke Bider?

Nata il 19 novembre 1937 a Buenos Aires, Tania la Guerrigliera apparteneva a una famiglia comunista fuggita dal nazismo. Tornata nella Repubblica Democratica Tedesca dopo la guerra, nel 1956 si trasferì a Berlino e iniziò a lavorare nel Ministero per gli Affari Esteri. Studentessa di Lettere all’Università Humbolt, fu il suo lavoro di interprete a farle conoscere Ernesto Che Guevara nel 1960, durante una visita di lavoro a Cuba.

Ricevuto l’incarico di infiltrarsi in Bolivia, per raccogliere informazioni sui politici e sull’esercito, cambiò nome e lentamente riuscì nell’intento di avvicinarsi all’élite del Paese. Vestendo i panni della diligente studentessa, arrivò persino a sposare un boliviano per ottenere la cittadinanza.

Quando alla fine fu scoperta la sua militanza comunista, dovette unirsi al gruppo di guerriglieri provenienti da Cuba. Era il 1966, un anno prima della sua morte. Proprio in quel periodo scrisse una poesia che ha rischiato di diventare profetica, ma il suo coraggio era troppo perché si verificasse davvero:

Il mio nome un giorno sarà dimenticato e nulla di me rimane sulla Terra.

C’è anche chi pagò per averla ricordata: il giornalista e poeta boliviano Arnulfo Peña pubblicò una favola di un fiore che nasceva dal Río Grande e che raccontava proprio la storia di Tania la Guerrigliera. L’uomo fu torturato e ucciso dalla dittatura boliviana per aver osato tanto, e i suoi libri dati alle fiamme.

Sfogliate la gallery per ripercorrere i libri, le canzoni e i film che hanno raccontato la storia di Tania la Guerrigliera, Haydée Tamara Bunke Bider…

Le parole di Tania la Guerrigliera, Haydée Tamara Bunke Bider, che morì con il Che
Fonte: web
Foto 1 di 9
Ingrandisci