Il dramma del corpo (e della mente) di Rita Hayworth: una condanna all'infelicità

Il dramma del corpo (e della mente) di Rita Hayworth: una condanna all'infelicità
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Quando per tutto il mondo diventò semplicemente Gilda, la protagonista dell’omonima pellicola del 1946, Rita Hayworth fece un passo indietro. Lasciò che fosse quella donna, la maliarda con i lunghi guanti neri e la chioma vermiglia, a girare il mondo e innamorarsi al posto suo.

Il suo personaggio era così esplosivo, che finì disegnato su uno dei tristemente celebri missili nucleari sganciati dagli americani nell’atollo di Bikini nello stesso anno. La bomba sexy che aveva stregato spettatori e uomini rappresentava tutto ciò che la dorata mecca del cinema incarnava: la seduzione, il pericolo e il mistero.

Per la vera Rita Hayworth, nata Margarita Carmen Cansino e di origine spagnola, la fortuna aveva a lungo stentato ad arrivare. Non era abbastanza americana e con quell’aspetto così esotico e mediterraneo non sarebbe andata lontano. Per debuttare, fu costretta a cambiare nome e a rimuovere l’attaccatura dei capelli, per far apparire la sua fronte più altra. Solo così poteva sperare di trasformarsi nella perfetta driade hollywoodiana.

Molti mariti dopo e prima di scoprire di essere malata di Alzheimer, Rita concesse una lunga intervista al New York Times. La grande seduttrice non c’era più, se n’era andata da un pezzo, ma al suo posto c’era una donna reale, anche con le sue rughe, i capelli corti e una figura meno sottile. Al giornalista che tentava di rispolverare quel lontano periodo della sua vita, invano, lei rispose con un tombale “Gilda chi?”.

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