Lo ha sempre detto, Manuel Bortuzzo, che il suo sogno è di tornare a camminare.

Lo ha detto anche ora, dopo che Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, i ragazzi che gli spararono per uno scambio di persona la sera tra il 2 e 3 febbraio scorso a Piazza Eschilo, a Roma, sono stati condannati a 16 anni. Non ha espresso né rancorosa soddisfazione, né il desiderio di una punizione maggiore: Manuel ha solo esternato una volta di più quello che per lui conta davvero:

[…] Non mi importa tanto se gli sono stati dati 16 o 20 anni – dice Manuel nel video – la mia situazione rimane questa, devo pensare a me stesso. Io come sempre mi sto confrontando con questa realtà diversa con positività, perché comunque ho un grande sogno, quello di tornare a camminare, che sto portando avanti con sacrificio e impegno, quello che lo sport mi ha insegnato per tutta la vita. Sono qui per provare a cambiare il mio destino, e se non ce la farò avrò comunque altre centomila cose belle da fare.

Del resto, l’atleta veneto ha già dimostrato grande forza di volontà, tornando in vasca al centro sportivo delle Fiamme Gialle di Castelporziano, a luglio, seguito dall’assistente e allenatore Christian Galenda, lanciando anche una “sfida” a Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti.

Manuel è stato colpito da un colpo di pistola esploso da due ragazzi in motorino fuori da un locale romano, il 3 febbraio scorso, alle due di notte; promessa del nuoto di 19 anni, la cui sola colpa è stata di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ha poi ricevuto una diagnosi che avrebbe sconvolto chiunque, figuriamoci un astro nascente dello sport: non potrà più camminare.

Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, i ragazzi, poco più grandi di lui, che hanno sparato, lo hanno confuso con un’altra persona, con cui avevano avuto un diverbio acceso giorni prima; una coincidenza tanto assurda quanto fatale, che poteva costare la vita al giovane nuotatore.

Il proiettile che lo ha colpito ha perforato il polmone e danneggiato irreparabilmente il midollo. La notizia di restare paralizzato avrebbe abbattuto chiunque, eppure, dimostrando un coraggio non facilmente attribuibile alla sua giovane età, lui non si è mai perso d’animo, fin dal primo momento, accettando con serenità il verdetto dei medici e, anzi, dichiarandosi pronto a smentirlo.

In fondo poteva andarmi peggio, no? Sono vivo, questo è l’importante – ha dichiarato a Repubblica, con lo spirito di chi vede il bicchiere sempre mezzo pieno, quando ancora era ricoverato in ospedale – Voglio stare per un’ora davanti al sole, sono sette giorni che non lo vedo. Questa sarà la prima cosa che farò. Tornerò a camminare, ne sono sicuro, una volta fuori da qui recupero le forze e fanculo a questa brutta storia.

Sorprendentemente, Manuel non ha mai nutrito neppure rancore verso i suoi aggressori:

Rabbia verso di loro? No, non ne provo, non la meritano. Sono già sfigati di loro a vivere in un ambiente del genere. Mi dispiace per i loro figli, ho letto che ne hanno. Mi domando cosa persone del genere abbiano da insegnare a dei bambini.

Con queste nuove parole il nuotatore ha dimostrato una volta di più tutto il suo valore, e che il suo unico obiettivo non è la vendetta, ma continuare ad allenarsi per provare a coronare il suo sogno.

In gallery abbiamo raccontato chi è Manuel Bortuzzo, ricostruito la sua vicenda e svelato tutti i personaggi che hanno voluto andare a trovarlo o gli hanno dedicato un messaggio.

La grande lezione di Manuel Bortuzzo, cui nessuno ridarà le sue gambe
Fonte: instagram @manuelmateo_
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