Che faccia hanno i figli della guerra, che non hanno mai conosciuto pace

Che faccia hanno i figli della guerra, che non hanno mai conosciuto pace
Chris de Bode
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Sette anni fa è scoppiata la guerra in Siria e ormai i morti non si contano più. A destabilizzare maggiormente l’opinione pubblica è la strage di bambini. Non tutti sono riusciti a fuggire e in molti restano menomati o uccisi dalle bombe.

Il fotografo Chris de Bode si è dedicato al tema in diversi reportage per Save The Children. Ha fotografo bambini di sette anni (come sette sono gli anni trascorsi dall’inizio della guerra) che vivono lontani da casa, nei campi profughi giordani.

Sono bambini segnati ai quali è stata tolta l’infanzia. Secondo i dati riportati su Vanity Fair da Chiara Pizzimenti, solo dall’inizio del 2018 a Ghouta sono state uccise più di 600 persone e oltre duemila sono i feriti. Più di 60 scuole sono state danneggiate dai bombardamenti e a rischiare la vita sono anche gli operatori sanitari che tentano di aiutare i siriani: ogni due giorni è stata attaccata un’ambulanza, mentre ogni tre giorni viene ucciso o ferito un operatore. E a fronte del recente attacco chimico a Douma, la situazione è solo peggiorata.

“I bambini della Siria sono stati traditi dal mondo per troppo tempo – spiega Save The Children – Quasi tre milioni sono nati e cresciuti senza conoscere altro che la guerra. Nonostante le recenti promesse di un cessate il fuoco, i bambini vengono ancora bombardati nelle loro case, a scuola o negli ospedali. Le famiglie si nascondono negli scantinati e da mesi non hanno accesso a cibo e aiuti sanitari, che vengono invece usati come un’arma di guerra”.

Secondo il rapporto “Voci dalle aree del pericolo” di Save The Children, più di due milioni di persone non sono riuscite a fuggire dalla Siria e di queste almeno la metà sono bambini. Vivono in zone molto pericolose e difficilmente raggiungibili.

Sono circa 6 milioni gli sfollati interni, cioè persone che hanno dovuto abbandonare la loro casa per vivere per strada. Nelle aree di Ghouta, riferiscono gli operatori di Save The Children, i bambini mangiano un solo pasto al giorno.

Basheera /Chris de Bode. Save the Children

I bambini sono così abituati alla guerra che non conoscono altro. Una delle foto più celebri di de Bode è quella che ritrae Basheera, la ragazza dai profondi occhi blu. Di lei il fotografo racconta:

I suoi occhi blu, come i più puri laghi di montagna, raccontano così tante storie. Il suo viso mi è rimasto impresso. L’anno scorso, due anni dopo il nostro primo incontro, sono tornato a cercarla. Che aspetto avrà? Starà andando a scuola? I suoi occhi saranno ancora vibranti come prima? O quella scintilla si è smorzata con il tempo? Mi sentivo nervoso. Mi riconoscerà? Ho seguito varie indicazioni, ma nessuna mi ha portato da Basheera. Non siamo riusciti a trovarla. Ero molto deluso ma non ho mollato. La sua immagine ha fatto il giro del mondo. Il segretario di stato degli Stati Uniti, Malala e molti giornali sono rimasti colpiti dai suoi occhi blu che hanno visto così tanto. Per molte persone Basheera è diventato il simbolo dei tutti i bambini rifugiati siriani. Avrei voluto dirglielo.