L'affronto disgustoso di chi si innamora degli "assassini carismatici"

L'affronto disgustoso di chi si innamora degli "assassini carismatici"
Fonte: Conversazioni con un assassino: il caso Bundy
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Negli ultimi tempi sta tenendo banco una polemica su due serie televisive e un film in particolare. Queste tre opere riguardano due cosiddetti assassini carismatici o più genericamente criminali – uno realmente esistito e un altro di invenzione. Si tratta della nuova serie documentaria Netflix Conversazioni con un assassino: il caso Bundy – che fa da apripista al film che uscirà quest’anno, Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile con Zack Efron sempre sullo stesso tema – e poi You, il telefilm con Penn Badgley sempre targato Netflix, in cui l’attore impersona un pericoloso maniaco stalker.

È accaduto che questi due personaggi – questi due assassini carismatici – siano risultati affascinanti a tante donne. Al punto che Netflix ha dovuto chiedere pubblicamente agli spettatori di smettere di fare complimenti a Bundy – un notissimo serial killer – per il suo fascino. Naturalmente, il fatto che lo interpreterà Efron nel film di prossima uscita aggiungerà altra benzina sul fuoco, ma in realtà il fenomeno è iniziato prima del biopic e non riguarda solo Bundy.

O almeno, per quel particolare serial killer (e per alcuni altri) va ricordato – come riporta Cosmopolitan – che ai tempi del processo orde di donne gli inviarono lettere d’amore fino al giorno della sua morte. Ad alcune di queste donne fu chiesto il perché: alcune dissero che nessuno di così bello avrebbe potuto commettere crimini tanto disgustosi, altre non riuscirono a spiccicare parola tanto erano innamorate. È una parafilia la loro, chiamata ibristofilia, e l’iconografia di certo non aiuta. Basti pensare al modo con cui Bret Easton Ellis ha tratteggiato il cattivo per eccellenza, Patrick Bateman in American Psycho: poi a portarlo sullo schermo fu Christian Bale, ma prima di lui spuntò perfino il nome di un altro bellissimo di Hollywood, Leonardo DiCaprio.

La rivista Cronaca Vera contiene una rubrica che si intitola Lettere dal carcere. La rubrica riporta gli annunci di tanti detenuti che si mettono in contatto in particolare con donne per diventare loro amici di penna – e in molti casi futuri compagni. Posto che il sistema carcerario italiano è nelle intenzioni riabilitativo, statisticamente non tutti coloro che hanno commesso un crimine si redimono. Ci ritroviamo a chiederci di tanto in tanto: e se fosse pericoloso?

Nel tempo, ci sono state donne che si sono innamorate di serial killer come Ted Bundy. O che si sono ritrovate a sposare in carcere Charles Manson – il mandante del massacro di Cielo Drive in cui morì Sharon Tate all’ottavo mese di gravidanza. E accanto ai criminali più vari, che siano sanguinari o meno non è mai mancata una compagna. È qualcosa di piuttosto stridente, perché mostra come un po’ troppo spesso finiamo per empatizzare con il carnefice e non con la vittima. E le vittime meritano di meglio da noi.

La polemica per quanto riguarda le opere di fiction non è nuova. In passato anche in Italia si è accarezzato l’argomento, in particolare per Romanzo Criminale e Vallanzasca, film in cui criminali realmente esistiti sono stati ritratti in maniera estremamente sexy da attori bellissimi. Forse si dovrebbe avere la giusta misura quando ci si approccia a una serie o a un film su questi argomenti. È giusto vedere sullo schermo Bale, Efron, Badgley – o come per i casi italiani Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria – e trovarli assolutamente affascinanti? Bisogna capire che quelli che questi artisti ritraggono non sono eroi romantici. Sono criminali condannati dalla Storia. Nella gallery che segue ne annoveriamo alcuni che hanno trovato schiere di groupie pronti a sostenerli – nonostante alcuni di loro abbiano commesso alcuni crimini sfacciatamente misogini. Purtroppo è come nella canzone Killer Star di Immanuel Casto:

Col sangue sulle mani, il nome sui giornali
Il raptus di un momento,
La fama vince il tempo.