Asia Argento è senza dubbio una donna molto forte e piena di grinta, ma certamente in Catherine Breillat l’attrice romana ha trovato quello che potrebbe essere definito “pane per i suoi denti”.

Anche la regista francese, che nei suo lavori non ha mai fatto nulla per nascondere la sua smodata passione e curiosità per il sesso e la sessualità in generale, e in un certo qual modo ha saputo dominare la scena in un mondo, quello appunto del cinema che si potrebbe definire quasi erotico, prettamente maschile, ha un carattere decisamente agguerrito e deciso, forse proprio frutto anche di quella lotta compiuta per affermarsi in un genere che, come detto, è da sempre stato appannaggio pressoché esclusivo degli uomini (con qualche eccezione anche notevole, come quella della regista di porno soft Erika Lust).

Catherine e Asia non se le sono certo mandate a dire, riservandosi parole decisamente poco carine (eufemismo) a dispetto della collaborazione professionale che nel 2007 le ha viste lavorare insieme in The Last Mistress, adattamento di Une vieille maîtresse.

Anzi, proprio il film realizzato insieme, l’una come regista, l’altra come interprete, è stato il punto di partenza da cui entrambe si sono lanciate le rispettive accuse.

Mettiamo ordine: tutto è partito subito dopo la denuncia di Asia nei confronti di Harvey Weinstein, che ha dato il via al movimento #MeToo facendo letteralmente esplodere il caso delle molestie sessuali a Hollywood e dintorni; Catherine Breillat ha fatto sapere di non fidarsi molto delle rivelazioni della Argento, arrivando a definirla persino “mercenaria e traditrice”.

La conosco, ed era molto, molto giovane – ha detto la regista di Bressuire intervistata sull’argomento da una radio americana, come riporta Repubblica – Se c’è una persona a cui non credo, quella è Asia Argento. Lei è piuttosto servile. Non le ho mai chiesto di baciarmi i piedi, ma lei è quel tipo di persona. Non credo ad Asia: se c’è qualcuno in grado di difendersi, che non ha alcun timore nei confronti del sesso, che lo fa molto e ha un sacco di desiderio per uomini e donne, è lei. Quindi non credo ad Asia.

Catherine ha poi proseguito, dicendo che l’attrice italiana avrebbe fatto tutto

[…] per interesse personale, era una specie di semi-prostituzione. Harvey Weinstein non è l’uomo peggiore che ci sia; non è nemmeno il più stupido. Asia potrebbe essere stata delusa dal fatto che non fosse diventata una grande attrice di Hollywood come avrebbe potuto essere, ma c’erano molte altre cose. Lei si è sentita amareggiata. Perché anche l’amarezza può indurre le persone a denunciare se volevi ottenere qualcosa e non l’hai ottenuto, se ti senti umiliato. Abbastanza onestamente, non mi piace Asia. Penso che sia una mercenaria e una traditrice.

La risposta di Asia Argento, però, non si è fatta attendere: in un tweet pubblicato sul suo profilo social, l’attrice si è scagliata contro colei che l’ha diretta più di un decennio fa, sostenendo che Catherine Breillat sia una “regista sadica e decisamente cattiva”.

Prima di girare Last Mistress, Breillat aveva appena avuto un ictus e nessuno di noi ha avuto il coraggio di opporsi alle sue crudeltà per paura che ne avrebbe avuto un altro. Ha approfittato di questo e ci ha trattato come merda, sapendo che non avremmo voluto farla arrabbiare.

Ha scritto Asia, che ha anche definito la regista come una persona sadica, capace di provare piacere dall’umiliare e torturare psicologicamente gli altri.

Asia è poi andata oltre, ricordando alla Breillat la sua collaborazione con David Hamilton per il film Bilitis de 1977; il fotografo di moda, accusato da sei donne di averne abusato sessualmente quando erano minorenni, si suicidò una settimana dopo che le accuse furono rese pubbliche.

Catherine Breillat, che ha diretto Bilitis, film che è una rapsodia della pedofilia, per lo stupratore pedofilo David Hamilton, non può certo giudicarmi.

Insomma le due non hanno davvero usato il guanto di velluto, mostrando quanto sia evidente la reciproca mancanza di stima fra loro; certamente Catherine, come Asia, è un personaggio che ha sempre fatto discutere, ma a entrambe, in qualunque modo la si pensi, va indubbiamente attribuito un merito: alla Argento quello di aver aperto il vaso di Pandora, qualunque sia stato il motivo che l’ha spinta a farlo, su uno scandalo che altrimenti, probabilmente, a quest’ora sarebbe ancora taciuto negli ambienti di Hollwood. Mentre a Catherine Breillat va riconosciuto il ruolo di anticonformista che ha portato avanti, a suo modo e nel suo settore, la battaglia per un femminismo nuovo e diverso, quello dove le donne possono, finalmente, parlare apertamente di sesso e raccontarne, dietro una macchina da presa.

Catherine Breillat: storia di una regista scandalosa e l'accusa di Asia Argento
web
Foto 1 di 6
Ingrandisci