Benedetta Cappa, la ragazza che disse "Voglio fare il pittore e non la pittrice"

Benedetta Cappa, la ragazza che disse "Voglio fare il pittore e non la pittrice"
Fonte: Collezione O. Jacorossi
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Figlia, allieva, moglie e madre. A Benedetta Cappa non bastava adagiarsi in uno dei ruoli che la società di inizio Novecento concedeva alle donne. “Voglio fare il pittore”, aveva detto, come raccontato nella biografia romanzata Marinetti amore mio di Simona Weller, “non la pittrice come mia madre, che dipinge solo per se stessa”.

E proprio suo marito Filippo Tommaso Marinetti, l’artista che inventò il Futurismo, fu il primo a vedere in lei qualcosa di più. “Ammiro il genio di Benedetta, mia eguale e non discepola”, disse di lei. Un amore, il loro, folgorante e per la vita: avevano vent’anni di differenza, ma questo non la portò mai ad annullarsi nel rapporto di coppia. Fin da quel primo incontro, avvenuto grazie a un altro grande artista, Giacomo Balla, che era stato suo maestro.

Un giorno, passeggiando per Villa Borghese, aveva incontrato Balla. Lui, col suo cavalletto, stava studiando le rifrazioni della luce fra gli alberi. […] Si misero a parlare e Balla la invitò al suo studio. Lei andò e divenne sua allieva. Poi, mio zio Alberto, sostenitore della causa futurista, qualche tempo dopo le disse: “Se vieni alla mostra di Balla, ti presento Marinetti”. Fu così che conobbe mio padre.

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