8 foto che gli omofobi odieranno ma che mostrano come le cose stanno cambiando

8 foto che gli omofobi odieranno ma che mostrano come le cose stanno cambiando
facebook @naval station mayport/Alfred Eisenstaedt
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C’è una foto, diventata assolutamente iconica, che immortala un marinaio che bacia appassionatamente una giovane infermiera vestita di bianco in una Times Square in festa; è il giorno della vittoria americana sul Giappone, nel 1945, che ha segnato la fine della Seconda Guerra mondiale per gli USA.

Oggi, a distanza di più di settant’anni da quel bacio diventato parte della cultura e della memoria collettiva di tutti noi, Brian Woodington lo ha replicato, in una nuova versione che, a suo modo, probabilmente diventerà comunque storica: il marinaio americano, appena sbarcato dopo sette mesi passati nel Golfo Persico, ha infatti preso tra le braccia il neo marito Kenneth per baciarlo, proprio nella stessa posizione della ben più celebre fotografia scattata da Alfred Eisenstaedt.

Del resto, per i marines americani è tradizione che, una volta giunti finalmente in porto, un fortunato di loro vinca la possibilità di dare il primo bacio alla persona amata; si tratta appunto della “cerimonia del primo bacio”, e questa volta, a essere estratto è stato proprio il nome di Brian. L’immagine, molto romantica ed evocativa, è stata postata anche sul profilo Facebook ufficiale dell’autorità portuale di Mayport.

Bryan mi aveva detto di vestirmi completamente di bianco perché voleva rifare la famosa foto ma non sapevo che avesse vinto la lotteria fino al giorno in cui è tornato.

Ha spiegato Kenneth al Daily Mail. Peccato, però, che i due non siano stati i primi a “vincere” questo speciale premio, dato che altre tre coppie omosessuali, prima di loro, avevano avuto il privilegio del primo bacio, come vi raccontiamo in gallery.

Nel tempo, inoltre, anche nel mondo dello sport, solitamente considerato tempio della virilità e del machismo, sempre più uomini hanno trovato il coraggio e il desiderio di mostrare il proprio amore pubblicamente, senza nascondersi dietro falsi e inutili pudori per il timore del giudizio della gente. Come il bel rugbista australiano Simon Dunn, di cui vi abbiamo raccontato in questo articolo, che ha baciato il compagno di squadra e di vita dopo una partita, anche per rispondere a un collega, Israel Falou, che, giorni prima, aveva detto la sua, via social, sugli omosessuali: “I gay dovrebbero andare all’inferno, a meno che non ci ripensino”, il concetto espresso, in poche parole, da Falou.

Con tutta probabilità, in effetti, le foto di questa gallery faranno storcere il naso a chi, come lui, ancora considera l’omosessualità un peccato mortale o uno scempio di natura, un’aberrazione o persino una malattia da curare. Insomma, per gli omofobi la scena di un bacio gay rappresenterà sicuramente una “scandalosa accettazione dell’abominio” anche da parte nostra, che ve le proponiamo, ma poco importa. In realtà, questo è il segnale più concreto del fatto che, forse, finalmente, le cose stiano timidamente iniziando a cambiare, e ad andare verso un orientamento di tolleranza e di rispetto per tutti.

Del resto, i primi segnali incoraggianti erano arrivati, proprio dalla Marina americana, nel settembre del 2011, quando è stato finalmente abolito il Don’t Ask, Don’t Tell, ovvero la norma che vietava ai soldati gay di esternare la propria sessualità. Sono piccoli passi, certo, ma fondamentali affinché si raggiunga quel punto cui dovremmo poter aspirare tutti, ovvero quello in cui non è la nostra identità sessuale o la nostra sessualità a definirci, ma come svolgiamo il nostro compito, ad esempio, come ci rapportiamo verso il prossimo, o i valori che intendiamo diffondere.

Chiunque dovrebbe essere libero di baciare la persona che ama, indipendentemente che questo piaccia o faccia storcere il naso a chi non riesce a comprendere che l’omosessualità non è una distorsione, ma un’altra faccia della realtà. Chiunque dovrebbe poter sbarcare da una nave dopo sette, otto mesi o un anno di lontananza e correre ad abbracciare il proprio partner, senza sentirsi giudicato, stigmatizzato o insultato.

Quindi, ci dispiace per gli omofobi, ma a noi queste foto trasmettono davvero gioia, e soprattutto la speranza che, in un futuro prossimo, ognuno possa davvero sentirsi libero di replicarle. Anche senza imitare per forza la stessa posa di Times Square…