Perdonare è importante. Non è solamente un pensiero cristiano, è uno stile di vita che aiuta a vivere meglio e in pace con se stessi.

Il grande Nelson Mandela insegnava: “il perdono libera l’anima e cancella la paura”.
Perdonare infatti non è semplicemente un gesto generoso che tu puoi fare nei confronti degli altri, perdonare è un atto che prima di tutto fa bene a chi lo fa.
Chi perdona, scientificamente, ha una pressione arteriosa più bassa, un sistema immunitario più forte ed è meno portato a subire le conseguenze negative di stress e depressione. Risultati che un team di esperti hanno scritto nero su bianco dopo diversi test sul cervello attraverso risonanza magnetica.
Con il perdono un evento negativo viene rivisto in termini positivi e anche in termini biochimici i risultati sono soddisfacenti: la rabbia e l’ansia vengono gestite in modo ottimale.

Il perdono sollecita la regione del cervello associata all’empatia, e il precuneo, un’area che viene chiamata in causa per “mettersi nei panni dell’altro”. Perdonare vuol dire anche diventare più sensibili e aiuta a capire meglio chi ci sta intorno.

Perdonare inoltre alleggerisce il cervello, stimola la fantasia e la creatività. Chi afferma con certezza “non lo perdonerò mai” fa solo del male al suo fisico, poichè il corpo reagisce negativamente a livello fisiologico, concependo questi sentimenti come una vera e propria malattia.
Prova a guardare la situazione in modo distaccato. Vedrai tutto così piccolo e relativamente importante.
Chi subisce un’offesa tende a reagire con l’odio e la vendetta, oppure con la fuga, rischiando in questo modo solo di aumentare la sofferenza.
Il perdono permette di alleggerire la sofferenza, rinunciando alla rabbia e al risentimento.

“Il perdono ci libera dal passato e ci dà la possibilità di guardare avanti. Questo è un grande dono cha facciamo a noi stessi, che alleggerisce il pensiero e apre la strada all’azione buona. Lo stesso vale per chi viene perdonato: il gesto scioglie il senso di colpa e consente di ripartire, aprendosi al bene. Penso a chi ha compiuto un atto irreparabile: è questa l’unica via d’uscita”.
SALVATORE NATOLI, filosofo

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