Daniel aveva solo 4 anni e la sua vita è stata spezzata per sempre dalla madre e dal patrigno. Il piccolo infatti è morto di fame e a causa delle botte che prendeva dalle persone a lui più vicine. Il referto dei medici è da brividi: secondo loro infatti al momento della morte il piccolo era nello stato delle vittime dei campi di concentramento per colpa degli stenti ai quali era stato costretto a vivere negli ultimi mesi. La mamma Magdelena Luczak, 27enne, e il patrigno Mariusz Krezolek, di anni 33, hanno imprigionato il piccolo in camera sua. Alla porta era stata tolta la maniglia e Daniel mangiava solo sale. Gli sms trovati sui telefoni di entrambi mostrano la loro colpevolezza.

In uno di questi, spedito nel febbraio 2012 c’è scritto: “è momentaneamente incosciente dopo che l’ho quasi annegato. Ora sono tranquilla” Un altro sms, l’ultimo prima della morte del piccolo, specificava di non chiamare la polizia per evitare problemi. Durante l’autopsia il corpo di Daniel ha mostrato anche 24 diverse ferite sia interne che esterne, come traumi alla testa, al tronco, agli arti e bruciature al cuoio capelluto. 

L’indice di massa corporea del piccolo Daniel era davvero basso e lo stesso il suo tono muscolare: il bambino era parecchio emaciato, vuoto e malridotto, segno che non mangiava da ben 7 mesi. L’accusa è riuscita a recuperare anche la cronologia dei pc della coppia e tra le ultime ricerche nel web anche le voci come: “quando un bambino smette di rispondere” o “curar un paziente in coma”.

I genitori ammettono di averlo maltrattato ma non di averlo ucciso.

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