Una corsa verso la morte. L’autobus impazzito percorre 100 metri strisciando sul guardrail di cemento e lamiera e poi vola in una scarpata per 30 metri. Ora che il bilancio dei morti e dei feriti è definitivo, è stata aperta un’indagine per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Non si esclude nessuna pista: dal malore del conducente, a una rottura del mezzo, ad un cedimento della barriera di protezione dell’autostrada. 

In poco più di 24 ore è difficile ipotizzare reali e specifiche responsabilità. 5 nomi però sono stato iscritti nel registro degli indagati poichè in qualche modo hanno avuto un ruolo fondamentale in questa vicenda e infatti verrà fatta un’indagine ad ampio spettro: i responsabili dell’azienda proprietaria dei pullman, i tecnici che hanno certificato la revisione del mezzo e a società Autostrade per l’Italia, che si è immediatamente nascosta dietro un no comment.

Sono morte 38 persone e un’altra ventina tra automobilisti e passeggeri del bus sono rimaste ferite. Enrico Letta sarà presente ai funerali delle vittime a Pozzuoli e Giorgio Napolitano si indigna parlando di un’inaccettabile sciagura e spera che i magistrati riescano a scoprire i motivi di questa tragedia al più presto.

Il ministro dei trasporti Maurizio Lupi racconta: “Il pullman era fuori controllo molto prima del luogo dell’impatto, non frenava. Lo si vede in maniera evidente da quello che abbiamo potuto verificare e dalle testimonianze. Su quel tratto c’era manutenzione e le strutture hanno retto”. Sono tutte ipotesi che troveranno conferma nelle perizie dei prossimi giorni, prima tra tutti quella sul mezzo e sulla sua manutenzione.

La barriera invece, sottolineano alcune fonti, era stata installata negli anni 90 e sottoposta a prova di crash ma se sarà necessaria una verifica sui lavori nessuno si tirerà indietro. “Noi non sappiamo cosa è stato fatto e se è stato fatto in maniera adeguata e anche questo farà parte dei nostri accertamenti”.

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