Il borgo che racconta il Rinascimento toscano: tra vigneti e ruscelli, sembra di stare in una fiaba

Il borgo toscano della Val d’Orcia dove la storia medievale incontra l’armonia del paesaggio toscano.

Campiglia d’Orcia si trova sulle pendici del Monte Amiata, nel territorio senese, affacciato sulla parte più intima della Val d’Orcia. Un borgo raccolto, che mantiene un’impronta medievale chiara: la struttura urbana è composta da quattro strade concentriche, collegate da vicoli trasversali che salgono e scendono tra pietre, archi e scorci. Un piccolo dedalo perfettamente coerente con il paesaggio che lo circonda. Non ci sono mura a segnare un confine preciso, ma si entra ancora oggi attraverso la Porta Sud, ad arco tondo, come in un racconto di un tempo perduto.

Un villaggio raccolto che si trasforma in autunno con la festa del Marrone

Il legame tra Campiglia e il suo territorio si nota soprattutto a ottobre, quando il borgo si anima con un evento che non è solo una sagra, ma una vera rievocazione collettiva. L’ultima domenica del mese si celebra la Festa del Marrone, una ricorrenza attesa e sentita, durante la quale i tre rioni del paese si sfidano allestendo ambienti tematici ispirati alla storia locale. Si tratta di una competizione artistica e culturale che coinvolge tutto il paese, tra cantine aperte, archi addobbati, figuranti in costume e degustazioni.

Campiglia d’Orcia
Un villaggio raccolto che si trasforma in autunno con la festa del Marrone – robadadonne.it

Ogni angolo del borgo viene trasformato. Vicoli e cortili diventano scene, le cucine preparano dolci e piatti a base di castagne, e l’intero centro storico si presenta come un percorso narrativo. Le rievocazioni non si limitano al Medioevo: si alternano momenti della vita contadina, scorci del Novecento, botteghe ricreate nei minimi dettagli. È una festa di comunità, dove l’identità del paese si esprime nei colori, nei sapori e nella cura con cui vengono rappresentati frammenti di vita passata.

La manifestazione, negli anni, ha richiamato sempre più visitatori, ma non ha mai perso la sua dimensione locale, familiare. Nessuna scenografia esagerata, nessun palco. Il borgo stesso è lo spazio scenico, e la castagna diventa il simbolo della fatica agricola e del riscatto identitario. A 800 metri d’altezza, nel silenzio dell’autunno toscano, Campiglia mostra così il suo volto più autentico.

Itinerari e soste nei dintorni tra natura, borghi e acque termali

Chi arriva a Campiglia d’Orcia spesso lo fa come parte di un percorso più ampio, all’interno della Val d’Orcia o lungo le salite verso il Monte Amiata. Il borgo, proprio per la sua posizione, è un punto d’equilibrio tra territorio termale, montano e agricolo. A pochi chilometri si trovano alcune delle mete più affascinanti della zona: i Bagni di San Filippo, con le celebri formazioni calcaree e le vasche naturali immerse nel verde, sono una delle tappe più sorprendenti. Le acque calde scendono dalla Balena Bianca e formano pozze in cui ci si immerge anche in pieno inverno.

Poco più a nord, si raggiunge Abbadia San Salvatore, con il suo monastero benedettino fondato nel 743 e un centro storico che alterna vicoli stretti e viste sulle montagne. Da qui, si può salire ancora verso la vetta dell’Amiata, tra boschi di faggi e castagni, oppure scendere verso Radicofani, altro borgo dalla struttura difensiva inconfondibile, con la torre che domina l’intera vallata.

Non manca Castiglione d’Orcia, spesso attraversata in silenzio, ma ricca di elementi storici e visuali: la Rocca di Tentennano, le piazze in pendenza, gli scorci sull’intera Val d’Orcia.

Campiglia è quindi crocevia naturale, punto da cui partire o in cui concludere un itinerario fatto di soste, salite, vapori termali e cammini nei boschi. In ogni stagione il paesaggio muta: in inverno, la neve avvolge le pendici del monte; in primavera, i sentieri si riempiono di orchidee spontanee; in autunno, il marrone della castagna diventa colore dominante, dentro e fuori dai piatti. Chi sceglie di fermarsi, spesso non cerca l’evidenza turistica, ma la quiete – e una forma più intima di bellezza.

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