Lo hai sempre usato male: ecco a cosa serve davvero il cassetto sotto il forno

Molti lo usano per conservare teglie, ma quel cassetto ha una funzione precisa: scaldavivande, lievitazione, slow cooking e non solo.

A tutti sarà capitato di avere un forno con un cassetto in basso e di usarlo semplicemente per riporre pentole, teglie o attrezzi da cucina. Ma quel piccolo spazio, spesso sottovalutato, ha in realtà una funzione tecnica ben precisa: non è pensato come contenitore casuale, bensì come parte integrante del funzionamento del forno stesso. In particolare, in molti modelli, è progettato per essere utilizzato come scaldavivande, sfruttando il calore residuo della cottura per mantenere caldi i piatti già pronti. E non è tutto: alcuni cassetti più evoluti, venduti anche come elettrodomestici autonomi, permettono anche la lievitazione degli impasti, il pre-riscaldamento di stoviglie, lo scongelamento delicato e persino la cottura lenta a bassa temperatura.

Come funziona davvero il cassetto sotto il forno: scaldavivande, lievitazione e altre funzioni poco conosciute

Il cassetto posizionato sotto il forno non è lì per caso. La sua vicinanza alla camera di cottura principale permette di sfruttare il calore che si genera durante il funzionamento dell’elettrodomestico, ma in modo indiretto e controllato. Questo lo rende ideale per tenere in caldo i cibi senza cuocerli ulteriormente, evitando che si secchino o si rovinino. Una funzione utile soprattutto quando si cucinano più portate contemporaneamente e bisogna aspettare il momento giusto per servirle.

cassetto sotto il forno
Come funziona davvero il cassetto sotto il forno: scaldavivande, lievitazione e altre funzioni poco conosciute – robadadonne.it

Oltre a essere un valido scaldavivande, il cassetto sotto il forno può essere usato per riscaldare piatti e pentole prima di servire, evitando lo shock termico tra cibo caldo e stoviglie fredde. Alcuni modelli permettono anche lo scongelamento di cibi surgelati in modo delicato, mantenendo una temperatura costante che non compromette le proprietà dell’alimento. Nei modelli più sofisticati, con controllo termico preciso, è possibile usarlo anche per sciogliere cioccolato — operazione che richiede una temperatura stabile tra i 40 e i 50 °C — o addirittura per essiccare frutta e spezie a bassa temperatura.

Ma c’è un’altra funzione poco nota: la lievitazione dell’impasto. L’ambiente del cassetto, tiepido e non troppo caldo, è perfetto per far crescere il pane o la pizza, simulando le condizioni ideali senza l’uso di una cella professionale. Chi ha provato questa modalità di utilizzo, difficilmente torna indietro, soprattutto nei mesi più freddi. Alcuni cassetti scaldavivande dei forni di fascia alta permettono anche la cottura lenta a bassa temperatura (tra gli 80 e i 100 °C), adatta per preparazioni come brasati o arrosti rosolati in precedenza.

In ogni caso, prima di usare il cassetto per una di queste funzioni, è fondamentale verificare il manuale del proprio forno, perché non tutti i modelli supportano le stesse prestazioni. Alcuni sono pensati esclusivamente per tenere in caldo, altri hanno termostato e ventilazione interna per svolgere funzioni aggiuntive. L’errore più comune è sottovalutare le potenzialità di questo spazio e usarlo solo come un semplice contenitore.

Cosa si può mettere nel cassetto e cosa invece è meglio evitare del tutto

Quando il cassetto non viene usato per le sue funzioni attive, può comunque rappresentare una risorsa organizzativa in cucina. È infatti uno spazio comodo per riporre oggetti resistenti al calore come teglie, padelle in metallo, coperchi in acciaio o pentole in ghisa. L’importante è evitare materiali non adatti alle alte temperature. Se il forno è acceso, anche il cassetto può scaldarsi, ed è quindi fondamentale non conservare al suo interno utensili in plastica, legno, ceramica o vetro, che rischiano di deformarsi, rovinarsi o addirittura diventare pericolosi.

Da evitare anche il deposito di prodotti chimici come detergenti o sgrassatori, che possono contenere sostanze infiammabili, oppure superalcolici, oli da cucina e conserve: il calore potrebbe alterarne la composizione chimica o accelerarne il deterioramento. Lo stesso vale per farine, pasta, riso e altri alimenti secchi, che con il tempo e il calore potrebbero diventare il rifugio ideale per insetti e farfalline del cibo. Un altro errore comune è utilizzare questo spazio per riporre rotoli di pellicola o contenitori in plastica, che se esposti anche indirettamente al calore, possono sciogliersi o rilasciare sostanze nocive.

Chi decide di usare il cassetto solo come deposito statico, quindi, dovrebbe scegliere con attenzione cosa inserirci, tenendo conto della possibilità che si scaldi ogni volta che il forno è acceso. Meglio limitarlo a oggetti robusti, pensati per la cottura, e evitare di “dimenticare” oggetti non compatibili al suo interno. In ogni caso, capire bene le funzioni reali di questo spazio può trasformare un semplice vano inutilizzato in un alleato prezioso in cucina.

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