Addio al ciuccio senza lacrime: la guida definitiva per toglierlo nel momento giusto (ed evitare danni)

Gli esperti raccomandano di interrompere gradualmente l’uso del ciuccio per favorire uno sviluppo orale corretto

La scelta del momento giusto per togliere il ciuccio al bambino è una delle questioni più dibattute tra i genitori, spesso divisi tra il bisogno di calmare e rassicurare il piccolo e la preoccupazione per possibili effetti negativi sullo sviluppo orale. Nel corso degli anni, numerosi studi e aggiornamenti scientifici hanno chiarito quando e come intervenire per evitare danni a denti e palato, mantenendo un approccio equilibrato e consapevole.

Il ciuccio rappresenta per il bambino uno strumento di conforto fondamentale. La suzione non nutritiva ha molteplici funzioni: favorisce il sonno, rilassa i muscoli e trasmette un senso di sicurezza. Nei primi mesi di vita, l’atto di succhiare è un riflesso naturale che aiuta il neonato a esplorare il mondo circostante, soddisfacendo un bisogno innato.

È importante sottolineare che, se utilizzato nei primi mesi, il ciuccio non comporta rischi significativi. Tuttavia, un uso prolungato, soprattutto oltre i 18 mesi, può influenzare negativamente la conformazione del palato e la crescita della dentatura. Per limitare gli effetti collaterali, è consigliabile scegliere un ciuccio anatomico, progettato per adattarsi in modo ottimale alla bocca e al palato del bambino, e preferibilmente realizzato in silicone medico, materiale che mantiene nel tempo le sue caratteristiche senza deteriorarsi facilmente.

I rischi dell’uso prolungato del ciuccio sullo sviluppo orale

Tra le funzioni essenziali della lingua nei primi mesi c’è quella di modellare e ampliare l’arcata superiore, facilitando l’allineamento con quella inferiore. L’inserimento continuativo del ciuccio tra lingua e palato può ostacolare questo processo naturale, con la conseguenza di un palato più stretto rispetto all’arcata mandibolare.

Un uso costante del ciuccio può inoltre provocare una sporgenza dell’arcata superiore, rendendo i denti della mascella più sporgenti rispetto a quelli della mandibola. Questo squilibrio può generare una malocclusione nota come morso aperto, caratterizzata dall’assenza di contatto tra i denti anteriori quando la bocca è chiusa, con una distanza verticale tra mascella e mandibola. Queste alterazioni non riguardano solo l’estetica, ma compromettono anche funzioni essenziali come la fonazione, la deglutizione e la masticazione. Per questo motivo, l’attenzione all’uso del ciuccio deve essere massima, soprattutto nei bambini più grandi.

Gli esperti consigliano di completare l’abbandono del ciuccio entro i 18 mesi di età. Ogni bambino ha i suoi tempi, e un distacco troppo precoce può portare a sostituire il ciuccio con la suzione del pollice, che può generare danni simili o addirittura peggiori.

Ritiro progressivo ciuccio
Il ritiro progressivo del ciuccio – (robadadonne.it)

L’approccio ideale è quindi un ritiro graduale del ciuccio, in modo da permettere a palato e denti di svilupparsi correttamente. Quando la suzione prosegue oltre i 18 mesi, è fondamentale consultare uno specialista, come un odontoiatra pediatrico, per valutare eventuali danni e pianificare interventi correttivi.

Nei casi in cui si siano sviluppate malocclusioni o deformazioni del palato, l’ortodonzia può intervenire con apparecchi specifici, spesso abbinati a terapie logopediche per correggere problemi di pronuncia e migliorare la funzionalità orale.

Per prevenire complicazioni, è consigliabile scegliere ciucci di qualità, preferibilmente in silicone medico e con forma anatomica, adattata all’età e alla conformazione orale del bambino. Si raccomanda inoltre di evitare di intingere il ciuccio in sostanze zuccherine, come miele o zucchero, per prevenire il rischio di carie e altre infezioni.

Un controllo odontoiatrico precoce, già nei primi mesi di vita, può aiutare a monitorare lo sviluppo del palato e della dentatura, identificando tempestivamente eventuali problemi legati all’uso del ciuccio. Il supporto di un professionista qualificato è indispensabile per orientare i genitori nel percorso di distacco dal succhiotto, fornendo consigli personalizzati.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!