Sei dimagrita senza sforzo? Ecco perché questo "vantaggio" è in realtà un gravissimo segnale d'allarme

La perdita di peso improvvisa può essere un segnale precoce di un grave male: il supporto nutrizionale mirato è fondamentale

La perdita di peso repentina è spesso uno dei primi segnali che può far sospettare la presenza di un grave male, una patologia particolarmente insidiosa e con prognosi ancora difficile.

La nostra salute, dunque, necessita di un monitoraggio nutrizionale continuo e personalizzato. La perdita di peso non è solo conseguenza della riduzione dell’appetito, ma anche di un complesso deterioramento metabolico e, in molti casi, di un malassorbimento legato all’insufficienza pancreatica, soprattutto dopo eventuali interventi chirurgici come la pancreasectomia.

Perché la perdita di peso è un campanello d’allarme

Secondo studi recenti, circa il 70% delle diagnosi di tumore al pancreas si associa a una perdita di peso significativa, mediamente tra 5 e 15 chilogrammi. Questo fenomeno, definito cachessia neoplastica, consiste in un deperimento sistemico caratterizzato dalla perdita sia del tessuto adiposo che di quello muscolare, accompagnata da anoressia e alterazioni del gusto.

Nel caso specifico della neoplasia pancreatica, la perdita di peso si aggrava anche a causa del ruolo centrale del pancreas nel processo digestivo e metabolico. Il malfunzionamento della ghiandola può infatti determinare un malassorbimento di nutrienti essenziali, peggiorando il quadro clinico del paziente. Le cause esatte di questa cachessia non sono ancora del tutto chiarite, ma si ipotizza che alterazioni metaboliche inducano il rilascio di trigliceridi e aminoacidi nel circolo sanguigno, a discapito di muscoli e riserve lipidiche.

Questa situazione non solo riduce la qualità di vita, ma influisce negativamente anche sulla tolleranza e sull’efficacia delle terapie oncologiche, tra cui la chemioterapia. Per questo motivo è cruciale intervenire tempestivamente con un supporto nutrizionale mirato.

La stabilizzazione del peso e il recupero dell’appetito sono elementi fondamentali per migliorare la risposta al trattamento e la qualità di vita del paziente affetto da tumore pancreatico. Tra i nutrienti più studiati vi sono gli acidi grassi poli-insaturi omega-3, noti per i loro effetti antinfiammatori e per il loro contributo nel contrastare la perdita di massa muscolare. In particolare, l’acido eicosapentaenoico (EPA), somministrato per via orale in dosi comprese tra 2 e 6 grammi al giorno per almeno quattro settimane, ha dimostrato di ridurre la perdita di peso e migliorare la qualità di vita nei pazienti oncologici. L’efficacia risulta ancora più alta se il trattamento viene iniziato nelle fasi iniziali della malattia.

Sintomi tumore pancreas
I sintomi del tumore al pancreas – (robadadonne.it)

Interessante è anche il dato sull’uso endovenoso di EPA in associazione alla gemcitabina, farmaco antitumorale, che ha mostrato una riduzione degli effetti collaterali nei pazienti con tumore pancreatico avanzato. Gli esperti consigliano un approccio combinato per garantire un adeguato apporto di omega-3, soprattutto nella fase iniziale della malattia, quando l’anoressia può rendere difficile l’assunzione di nutrienti attraverso la dieta.

Gli omega-3 si dividono in tre principali tipi: ALA (acido alfa-linolenico), EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico). L’ALA si trova principalmente in alimenti vegetali come semi di chia, semi di lino, olio di canapa, frutta secca (noci e macadamia) e olio extravergine d’oliva, tutti da consumare preferibilmente a crudo per preservarne le proprietà. Tuttavia, l’ALA deve essere convertito in EPA e DHA dall’organismo, processo che avviene con bassa efficienza.

EPA e DHA sono contenuti prevalentemente nel pesce azzurro, come sardine, sgombro, tonno, salmone, alice, merluzzo e aringa. Si raccomanda di preferire pesce pescato in natura rispetto a quello di allevamento, poiché la dieta e il movimento influiscono sulla concentrazione di omega-3. Anche le alghe marine, come nori e kombu, rappresentano fonti vegetali di omega-3, sebbene il processo di essiccazione ne riduca parzialmente il contenuto.

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