Quali sono gli esami di una certa importanza da effettuare durante la gravidanza? Nelle prossime righe lo scopriremo.
La gravidanza, per uno o più genitori, è un momento davvero unico, un avvenimento davvero speciale e che rende possibile il viaggio verso la nascita di quello che sarà il bambino e la bambina nel momento esatto in cui uscirà dall’utero della madre e potrà iniziare la propria vita passo dopo passo.
Proprio per renderlo il migliore possibile, ormai le madri vengono seguite da svariati test che includono anche potenziali patologie da non sottovalutare.
Specialmente nei primi mesi di gravidanza, il che significa che ha una certa importanza per la cura del neonato, ma anche per quella della madre che non è assolutamente meno importante della vita che deve ancora nascere. Comunque, tornando all’argomento di partenza, scopriamo quali sono gli esami da effettuare per quanto riguarda le donne in gravidanza.
Esami da effettuare in gravidanza: quali sono
Partiamo dai primi tre mesi della gravidanza, che durano fino a 12 settimane e 6 giorni, fase molto delicata che prevede una corretta informazione da parte del medico nei confronti della paziente. I primi esami da mettere in conto sono quelli della misurazione del peso e della pressione arteriosa, fondamentali per monitorare la salute materna, l’esame delle urine per valutare la funzionalità renale e anche la urinocoltura per rilevare eventuali infezioni delle vie urinarie.

Non possono mancare nemmeno gli esami del sangue, che possono determinare il gruppo sanguigno e il fattore Rh, la presenza di anemia e altre malattie infettive. Da considerare l’ecografia precoce per confermare l’epoca gestazionale nei casi dubbi e anche il pap test. Dalle 15 settimane in poi, si possono eseguire controlli come il triplo test, villocentesi e amniocentesi. Molto importante anche l’ecografia morfologica del secondo trimestre. Altri esami da valutare sono la misurazione della pressione arteriosa, il controllo dell’emoglobina e anche la distanza fondo uterino-sinfisi pubica.
Negli ultimi tre mesi, vengono effettuati altri esami, quali la misurazione della pressione arteriosa e della distanza fondo uterino-sinfisi pubica, esami del sangue, controlli per toxoplasmosi e altre malattie infettive, tampone per lo streptococco, profilassi anti-D per le donne con fattore Rh negativo. Chiaramente, il percorso non termina con la gravidanza. In seguito, infatti, non solo si discuterà del parto, come affrontare il dolore e i contatti con l’ospedale scelto per il parto, ma anche per l’assistenza successiva, sugli esami da fare subito dopo e in merito all’allattamento del seno.

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