
Labubu mania: tutti pazzi per il peluche horror-chic trend dell’estate 2025
Il fenomeno della Labubu mania: origine, evoluzione e significato oltre l'apparenza. Cosa c'è da sapere su questi pupazzetti.

Il fenomeno della Labubu mania: origine, evoluzione e significato oltre l'apparenza. Cosa c'è da sapere su questi pupazzetti.
Si chiama la Labubu l’ennesima mania commerciale, che consiste in pupazzetti di peluche e gadget basati su insoliti personaggi. Questi pupazzetti sono diventati di tendenza e fanno capolino con gli accessori più disparati, dalle tracolle delle borse di lusso delle donne mature agli zainetti delle ragazzine. Il fenomeno tuttavia è molto interessante ed è meno contemporaneo di quanto pensiamo.
Labubu è a un tempo il nome di un marchio, commercializzato da Pop Mart, e di un personaggio. Sostanzialmente, negli anni 2010, l’artista di origini belghe e cinesi Kasing Lung ha creato una serie di personaggi chiamati The Monsters, parzialmente ispirati al folklore del Nord Europa. Nel 2015 sono quindi stati prodotti i primi pupazzetti basati sui personaggi creati da Lung, e uno di essi, Labubu appunto, è diventato l’eponimo dell’intero range di prodotti.
Il fenomeno è un po’ più complesso di quello che sembra. I Labubu – ma i nomi dei personaggi sono tantissimi, come Mokoko, Pato, Spooky, Tycoco e Zimomo – rientrano nel cosiddetto “cute horror”, ovvero qualcosa che desta paura ma che è anche tanto carino. Questo ossimoro è dovuto al fatto che si tratta pur sempre di peluche, tuttavia l’espressione sui volti dei Labubu è tutt’altro che amichevole. Il “cute horror” è a propria volta un sottogenere della cultura Kawaii, ovvero un fenomeno fictional asiatico, giapponese per la precisione, in cui viene apprezzato tutto ciò che è grazioso e infantile.
Ma attenzione: nulla è stato inventato di recente in proposito. Basti pensare all’etimologia stessa della parola “mostro”. Il termine “mostro” – come The Monsters, da cui sono stati creati i Labubu – proviene appunto dal latino e ha il significato di “prodigio”: il mostro era anticamente quindi da ammirare, un soggetto o un evento dal fascino misterioso e sublime, qualcosa o qualcuno capace di destare meraviglia.
Gli ultimi dati di vendite dei Labubu risalgono all’agosto 2024: si parla di 6,3 miliardi di yuan (ovvero 760 milioni di euro), ma questo accadeva prima che la mania esplodesse in ogni dove. Rafforzata peraltro da declinazioni notevoli (Labubu a tema Coca Cola, One Piece o arte al Louvre) e dalla passione che le celebrità stanno riversando sul fenomeno. Sembra lontanissimo il tempo in cui l’artista musicale Lisa, del gruppo k-pop Blackpink, ha sfoggiato un portachiavi Labubu: oggi le star internazionali sembra non possano farne a meno, dalla collezione di Kim Kardashian ai piccoli vezzi di Rihanna e Dua Lipa.
Una delle ragioni per cui i Labubu piacciono tanto è che vengono venduti in blind box. Si tratta di scatoline anonime, e ogni apertura rappresenta una sorpresa. In altre parole, questi pupazzetti si acquistano a scatola chiusa, quindi può darsi che verrà fuori il Labubu che si desidera, magari un’edizione limitata, oppure un doppione da scambiare con la migliore amica. Non solo: questo tipo di vendita ricorda quando eravamo piccoli e infilavamo un soldino nei distributori di palline. Innesca dei ricordi fanciulleschi, in altre parole, cui in tanti non riescono a resistere.
Purtroppo la contraffazione colpisce anche i Labubu. E quindi se si desidera un pupazzetto originale, bisogna fare attenzione a non comprarne uno taroccato, cosa che tra l’altro è illegale: non si tratta solo di uno status symbol, ma di vivere secondo norme di legalità. In ogni caso alcuni indicatori per capire se il proprio Labubu è originale oppure si è incappati in dei falsi sono:
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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