"Women Talking": la resistenza di donne e bambine contro i 9 "stupratori fantasmi"

Non è solo nei romanzi distopici di Margaret Atwood che le donne sono relegate all'unico ruolo riproduttivo, basta guardare alla realtà di tante comunità chiuse ed estremiste come quella mennonita raccontata da Miriam Toews e portata sul grande schermo da Sarah Polley.

Dalla fine di novembre al febbraio 2023, a Qom, una delle principali città sante iraniane, centinaia di alunne sono state avvelenate in modo da chiudere le scuole femminili: una vicenda dai contorni ancora poco chiari ma che sembra uno dei vari tentativi di mettere a tacere le donne di ogni età in tutto il Paese.

Le donne, però, ormai parlano: in Occidente, in Iran, in Afghanistan e – tra di loro – nel bel romanzo di Miriam Toews, da cui è stato tratto Women Talking – Il diritto di scegliere, diretto da Sarah Polley.

Uscito nel 2018 ed edito in Italia da Marcos Y Marcos, Donne che parlano è ispirato a una storia realmente accaduta in Bolivia, nella comunità mennonita chiamata Manitoba, a nord-est di Santa Cruz: tra il 2005 e il 2009, 9 uomini dai 19 ai 43 anni hanno stuprato regolarmente donne dai 3 ai 65 anni.

Le vittime censite si aggiravano intorno alle 130, ma il sospetto è che il numero reale sia molto più alto. Aiutati dalla mancanza di elettricità e dal buio pesto, si infilavano durante la notte nelle case, dopo aver anestetizzato le donne con uno spray chimico, creato da un veterinario per le mucche. Lividi, sangue, segni evidenti di abusi: niente è servito per far credere che a violentarle fossero gli uomini della comunità. Sarà un’invenzione, una tresca clandestina, un fantasma, Satana; più probabilmente, sarà a causa della “selvaggia immaginazione femminile” (“wild female imagination“, dove in quel wild usato per sminuire e screditare riecheggia la diagnosi di isteria con cui sono state per più di un secolo denigrate migliaia di donne).

Una notte, però, due uomini sono stati arrestati mentre cercavano di penetrare in una casa. Alla confessione sono seguiti i nomi dei complici. Nell’agosto del 2011, il veterinario è stato condannato a 12 anni di prigione, a 25 anni gli stupratori (la pena massima in Bolivia è di 30 anni).

Un puro caso, dunque, che i colpevoli siano stati presi; talmente accidentale che un reportage del 2013 a firma della giornalista Jean Friedman-Rudovsky, uscito su Vice, Les viols fantômes de Bolivie (Gli stupri fantasmi in Bolivia), ha dimostrato, dopo 9 mesi di indagini a Manitoba, che gli abusi sono tutt’altro che un ricordo, a conferma che la sopraffazione sessuale è un’attitudine congenita alla comunità, non un crimine isolato di pochi.

I mennoniti, come gli amish, rifiutano modernità e tecnologia, e la Colonia di Manitoba, come tutte le colonie mennonite ultraconservatrici, è un tentativo collettivo di isolarsi il più possibile da un mondo di infedeli. I membri della colonia parlano in plaut-dietsch, una lingua solo orale che risale al Medioevo, e le donne, malgrado si trovino in Sud America, sono scoraggiate dall’imparare lo spagnolo, appannaggio invece degli uomini che, unici a saper leggere e scrivere, hanno relazioni commerciali al di fuori della comunità.

Miriam Towes, autrice del romanzo da cui è stato tratto il film Women Talking – Il diritto di scegliere, e cresciuta a Steinbech, una piccola città mennonita in Canada, da cui è fuggita a 18 anni, non poteva non scrivere di quelle donne. «Ho sempre cercato di sfidare il patriarcato – ha dichiarato in un’intervista al The Guardian – in particolare della mia comunità mennonita, ma sono preoccupata soprattutto per la repressione delle ragazze e delle donne, e di qualsiasi luogo al mondo che rientri nel pensiero fondamentalista e autoritario. Quando ho sentito degli attacchi ero inorridita, ma non sorpresa. I dettagli erano scioccanti ma questi tipi di crimini si sono sempre verificati in luoghi come questo. Le comunità chiuse ed estremiste sono un luogo fertile per la violenza».

Chiuse ed estremiste come la Repubblica di Gilead, nata dalla penna di Margaret Atwood che nel suo celeberrimo Il racconto dell’ancella immagina una società post-atomica dove viene instaurato un regime totalitario teocratico di ispirazione biblica vetero-testamentaria in cui le donne sono asservite agli uomini a puro scopo riproduttivo. O come la comunità di fede ultra-ortodossa chassidica che vive nel quartiere di Williamsburg, a Brooklyn, nella quale le donne sono destinate soltanto al concepimento della prole (raccontata dalla miniserie Unorthodox). Chiuse ed estremiste come l’Afghanistan dove i talebani, da quando sono tornati al potere, stanno violando i diritti delle donne e delle bambine all’istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento. O come l’Iran di Ali Khamenei dove, pur di impedir loro di studiare, vengono sistematicamente avvelenate.

Women Talking
Il cast di Women Talking – Il diritto di scegliere (Photo credit: Michael Gibson© 2022 Orion Releasing)

Perché vedere Women Talking – Il diritto di scegliere

Cupo e mortifero, malgrado la sconfinata prateria in cui è ambientato, il film di Sarah Polley adatta per il cinema lo straziante romanzo di Miriam Toews con una fedeltà quasi certosina, se non fosse per la scelta di non divagare il racconto principale con i flashback della vita di August Epp, il maestro a cui spetta la compilazione dei verbali, perché rimanga testimonianza della scelta delle donne.

L’accuratezza dell’adattamento si riverbera anche negli abiti delle donne mennonite, riprodotti fedelmente dalla costumista Quita Alfred, e nella scenografia, a firma di Peter Cosco, che ha ambientato il dramma in Ontario. Tutto è un indispensabile viatico per far trovare il pubblico nel fienile con le otto protagoniste, che devono scegliere se restare e non fare nulla ai propri aguzzini, se restare e combattere o se lasciare la colonia in cui sono cresciute e sono state per anni narcotizzate e stuprate durante la notte: non sanno né leggere né scrivere, come nessuna componente femminile della comunità in cui vivono. Non sono state né scolarizzate né alfabetizzate ma sono chiamate a decidere per tutte.

Donne che non hanno parole per dire il corpo, che non hanno mai chiesto nulla agli uomini (“nemmeno di passarci il sale“, dice l’anziana Agata), ma che con “un atto di immaginazione femminile” devono rispondere a dilemmi antichi: è meglio la libertà, lontane dalle regole e dalla sicurezza domestica, o accettare i soprusi in nome della famiglia, anche quando aberrante?

Pudica, la macchina da presa di Polley lascia che siano degli accenni, dei piccoli dettagli, delle lievi sfumature a raccontare l’orrore degli stupri sulle bambine e sulle donne più anziane, che sia l’intensità delle sue attrici a scandagliare la tragedia di quelle madri costrette a scegliere per il bene dei propri figli. Dalla loro, hanno solo la propria fede, con la quale per anni sono state asservite ai maschi della comunità ma grazie alla quale, ora, possono ancora sperare di salvarsi.

Women Talking
Il cast di Women Talking – Il diritto di scegliere (Photo credit: Michael Gibson© 2022 Orion Releasing)

Scheda del film

Women Talking – Il diritto di scegliere racconta la storia delle donne di una colonia religiosa vittime di una serie di aggressioni sessuali avvenute all’interno della loro comunità mennonita, chiamate a scegliere come comportarsi coi propri aguzzini.

Il film è il quarto scritto e diretto da Sarah Polley, attrice canadese passata dietro la macchina da presa nel 2006, con Away from Her – Lontano da lei (adattamento di un romanzo di Alice Munro che le è valso la prima nomination come sceneggiatrice).

Interpretato da Rooney Mara (Millennium – Uomini che odiano le donne), Claire Foy (The Crown), Jessie Buckley (La figlia oscura), Judith Ivey, Sheila McCarthy e Ben Whishaw, il film vanta un cameo anche di Frances McDormand, che produce il dramma insieme, tra gli altri, alla Plan B Entertainment di Brad Pitt.

La compositrice Hildur Guðnadóttir, a cui si deve il commento musicale di Tár, premiata agli Oscar per Joker, ha composto la colonna sonora del film.

Il film ha ottenuto la candidatura come miglior film e Polley ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.

Presentato in anteprima al Telluride Film Festival, Women Talking – Il diritto di scegliere è in sala, nei cinema italiani, dall’8 marzo 2023, distribuito da Eagle Pictures.

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