Bad Roads, le strade del Donbass raccontate dall'ucraina Natalya Vorozhbit

Quante vie si possono percorrere per tentare di sopravvivere alla guerra? La regista mette in scena quattro vicende che mostrano come i conflitti armati si ripercuotano sulla quotidianità dei civili e sui loro sentimenti.

«Speravo che la mia opera avesse valore solo come riflesso del passato e non mi dà alcuna soddisfazione la sua rilevanza in questo momento», ha scritto Natalya Vorozhbit, la regista ucraina a cui si deve Bad Roads, le strade del Donbass, pièce teatrale adattata per il cinema nel 2020.

Il passato a cui si riferisce Vorozhbit è la guerra in Donbass, iniziata nel 2014; la sua rilevanza per l’attualità è l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin iniziata il 24 febbraio 2022. Bad Roads, infatti, messo in scena al Royal Court Theatre di Londra nel 2017, racconta la vita quotidiana sotto assedio, la presa di ostaggi, il giornalismo in prima linea, il disturbo da stress post-traumatico e il sesso in tempo di guerra, quando amore e odio sembrano diventare sentimenti più intensi rispetto ai tempi di pace; quando, come la storia recente ci ha mostrato, a pagare il prezzo più alto per la sopravvivenza sono donne e bambini.

Donne – ferite, violate, umiliate – che devono mettere in salvo i propri figli, che piangono i propri uomini, che si preparano per ricostruire quello che la furia della battaglia ha distrutto: nipoti e babushke, perché le madri, in tempo di guerra, sono tutte morte.

Il filosofo Bernard Henry-Levy, nel Donbass e nel Donetsk nel 2020 per un reportage pubblicato su Paris Match (e raccolto nel libro Sulla strada degli uomini senza nome, pubblicato da La nave di Teseo nel 2021), aveva parlato di Mariupol come “una Verdun sospesa, raggelata e terribilmente arcaica“. La regista Natalya Vorozhbit mostra quel gelo e quell’arcaicità, abbattuti su regioni dove a dominare sono la forza e l’eroismo; quanta sofferenza costa ai civili la resistenza, mentre gli eserciti si combattono. Perché, come spiega bene il brutale militante del terzo episodio, “il baratro fa ancora più paura della morte“. E se la morte è compagna dei soldati, è nel baratro che finisce la civiltà. Il baratro è roba da donne.

Bad roads, le strade del Donbass
Maryna Klimova in “Bad roads, le strade del Donbass” di Natalya Vorozhbit (Courtesy press office)

Perché vedere Bad Roads, le strade del Donbass

Se lo scopo della regista era «spaventare coloro che pensano che questa guerra sia molto lontana da loro e non li riguardi», come aveva affermato profeticamente a Venezia nel 2020, in occasione dell’anteprima del suo film, l’obiettivo con Bad Roads, le strade del Donbass è decisamente raggiunto.

Non tanto per la crudezza delle immagini ma per l’abilità della sua macchina da presa di svelare la quotidianità in un territorio in guerra. Gli spari dei mortai risuonano distanti, , le battaglie si combattono fuori campo. L’obiettivo è invece puntato sulle divise mimetiche, sui posti di blocco, sui crocicchi poco distanti dai rifugi, negli ex sanatori che diventano teatro di rapimenti e di stupri, in baracche dove la miseria fa dare un prezzo alle uova di gallina che non saranno covate. E ironia vuole che dei 4 episodi che compongono il film (due in meno rispetto all’originaria pièce teatrale) sia proprio nell’ultimo, dove l’invasione non viene neanche accennata, all’apparenza più leggero, che si nasconda la tragedia più insensata.

Natalya Vorozhbit resta distaccata a osservare e a lasciare che le sue attrici e i suoi attori, tra cui molti non professionisti, diano sfoggio di incredibile intensità e bravura. I loro sguardi, le mani sporche, le spalle sempre un po’ chine, accusano e ammoniscono quello che la regista ha condensato in una frase: «La guerra è vicina, non sei mai pronto».

Bad roads, le strade del Donbass
Zoya Baranovskaya, Oksana Voronina e Sergei Solovyov (Courtesy press office)

Scheda del film della regista ucraina Natalya Vorozhbit

Presentato alla 35esima Settimana della Critica a Venezia 2020 (dove è stato insignito del Premio Circolo del Cinema di Verona), Bad Roads, le strade del Donbass è tratto dall’omonima pièce di Natalya Vorozhbit.

Il film, selezionato dall’Ucraina agli Oscar 2022 come miglior film internazionale, racconta con piglio documentaristico quattro vicende che mostrano come le persone rispondano in modo differente per sopravvivere al caos della guerra.

«Le strade secondarie del mio film ci portano in zone di conflitto, dove le persone che vivono nella paura e nell’odio hanno imparato ad affrontare situazioni terribili e hanno trovato modi straordinari per emergere come sopravvissuti. Il film descrive la violenza che esce dal nulla scatenando un grande conflitto», aveva dichiarato nel 2020 la regista Natalya Vorozhbit.

La regista ucraina è tra le più importanti drammaturghe della sua generazione e lavora con il Royal Court Theatre di Londra dal 2004. Il suo lavoro include The Khomenko Family Chronicles, Maidan e The Grain Store. L’invasione del febbraio 2022 ha interrotto le riprese del secondo film della cineasta, Demons, anch’esso incentrato sulla relazione tra Russia e Ucraina.

Bad Roads, le strade del Donbass è nelle sale italiane dal 28 aprile 2022, distribuito da Trent Film.

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