“Mi ha dato il colpo di grazia” è una delle espressioni più comuni che usiamo quando vogliamo descrivere una situazione, o una persona, cui si può imputare il nostro definitivo tracollo. Ma, come spesso accade, poco o nulla si sa dell’origine di questi modi di dire che, pure, sono tanto popolari.

Nel caso del “colpo di grazia” l’origine è da ricercarsi in un’epoca molto lontana, quella delle contese tra persone da cui nascevano duelli mortali, e alle battaglie fra cavalieri.

Spesso accadeva che alla parte sconfitta, ferita ripetutamente e ormai inerme, l’avversario facesse il dono, in uno slancio di generosità, di infliggere un ultimo colpo mortale, così da risparmiargli inutili sofferenza. Il colpo di grazia, appunto.

Secondo una logica molto brutale, il vincente avrebbe dovuto godere delle sofferenze del rivale, e preferire quindi per lui una morte decisamente più lunga e ricca di sofferenze, a riscatto dell’offesa subita e come ulteriore premio. Ma la magnanimità avrebbe spinto invece molti a concedere allo sconfitto quell’ultimo colpo risolutivo, quello definito proprio “di grazia”.
Prima dell’invenzione delle armi da fuoco il colpo di grazia veniva inferto con un’arma anch’essa dal nome piuttosto eloquente, misericordia, un pugnale lungo, sottile e robusto, capace di trapassare la corazza.

Con il tempo l’espressione ha perso il suo originale significato – per fortuna non si fanno più duelli medievali, se non nelle rievocazioni storiche! – e ha assunto una connotazione più asciutta, definendo proprio una situazione già precaria, portata alla completa rovina.

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