Probabilmente vi sarà capitato di sentir usare da qualcuno l’espressione “Andare a Canossa”: è un modo di dire che in italiano indica l’umiliarsi nell’atto di chiedere perdono per un’azione compiuta o qualcosa di detto di cui ci si è pentiti.

Più difficile, però, è risalire all’origine di questa bizzarra espressione. Ebbene, tutto nasce da un episodio realmente accaduto nella storia, in particolare l’atto di pentimento dell’imperatore Enrico IV, proprio nella città di Canossa.

Nell’inverno del 1077 il sovrano si recò in questo piccolo comune dell’Emilia Romagna per chiedere perdono a Papa Gregorio VII, che lo aveva scomunicato l’anno precedente. Il Pontefice aveva agito così perché Enrico IV si era contrapposto a lui nella lotta alle investiture, e l’anatema era quindi stato anche un atto politico, non solo religioso, visto che comportava la perdita del vincolo di fedeltà per i sudditi.

Comprendendo la gravità che la scomunica avrebbe avuto sulla sua autorità, l’imperatore decise di raggiungere il Papa mentre questi era ospite della contessa Matilde di Canossa, proprio al fine di chiedere perdono. Ma il Pontefice non ricevette subito il sovrano, che rimase quindi per tre giorni nel giardino dell’abitazione, in mezzo alla neve, in abiti da penitente e scalzo.

Quello che doveva essere un pentimento diventò così un vero e proprio atto di umiliazione per Enrico IV, che alla fine fu perdonato da Gregorio VII solo grazie all’intercessione della contessa Matilda. Non a caso, questo episodio storico viene spesso ricordato come l’umiliazione di Canossa.

Va detto che Enrico IV, nonostante il perdono ottenuto in modo tanto rocambolesco, continuò poi apertamente il suo conflitto con Gregorio VII, fino alla morte di quest’ultimo.

L’espressione è usata anche in altre lingue, come l’inglese – go to Canossa – il francese – aller à Canossa – e il tedesco – nach Canossa -, anche perché assunse un nuovo significato politico nel corso del XIX secolo, quando Otto von Bismarck, nel 1872, appena proclamato cancelliere del nuovo Impero tedesco disse: “Non andremo a Canossa, né con il corpo né con lo spirito (“nach Canossa gehen wir nicht, weder körperlich noch geistig“), per dire che non avrebbe mai accettato sottomissioni alla Chiesa e al suo potere, né in ambito religioso né in quello politico.

 

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