La “Baby girl” non ha ancora un nome, che verrà rivelato solo al momento della nascita, ma avrà di certo due cognomi: è la stessa futura mamma, Chiara Ferragni, a farlo sapere, nel corso di un incontro via social con i fan, alle cui domande la blogger e imprenditrice ha risposto.

Il motivo della scelta, peraltro già attuata con Leone, che infatti si chiama Lucia Ferragni, è molto semplice:

Entrambi i cognomi sono importanti allo stesso modo e dare solo quello del padre deriva da un sistema patriarcale con cui non mi trovo d’accordo.

Non è andata molto lontana da quanto espresso dalla Corte Costituzionale in un’ordinanza dell’11 febbraio 2021, la numero 18, sul giudizio di legittimità costituzionale dell’articolo 262, primo comma, il quale disciplina l’assegnazione del cognome ai figli nati fuori dal matrimonio.

La Corte ha ritenuto l’assegnazione esclusiva del cognome paterno

Retaggio di una concezione patriarcale della famiglia e di una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna.

Il caso specifico esaminato era quello di un figlio, nato fuori dal matrimonio ma riconosciuto da entrambi i genitori, a cui si voleva attribuire il cognome materno. In fondo, è vero che la prassi di attribuire il solo cognome paterno ai figli è antecedente al 1975, anno in cui è stato riformato il diritto di famiglia che ha sancito la formale e sostanziale uguaglianza tra i coniugi, peraltro ribadita, in tempi più recenti, dal trattato di Lisbona del 2009, che ha stabilito la perfetta uguaglianza tra uomini e donne. C’è inoltre anche la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) che ha dato la possibilità ai genitori, laddove concordi, di attribuire anche il cognome materno.

Il doppio cognome in Italia

Non c’è una legge nel nostro Paese che sancisca la possibilità di dare il doppio cognome, ma parere positivo è stato espresso con una sentenza della Corte Costituzionale l’8 novembre 2016, pubblicata il 21 dicembre 2016, n. 286, e ribadita da una circolare ministeriale, la 1/2017, che ha cercato di risolvere i problemi pratici generati dall’applicazione, da parte degli ufficiali di stato civile, della stessa sentenza.

Il caso di specie era quello di una coppia italo-brasiliana di Genova: la Corte, come poi ribadito nella più recente ordinanza, ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 262. Tuttavia quella del doppio cognome a oggi resta una richiesta che i genitori, se entrambi d’accordo, devono esprimere recandosi all’ufficio di Stato Civile del proprio Comune di residenza o nella sede ospedaliera dove è avvenuto il parto, e il cognome della madre viene comunque aggiunto dopo quello del padre, pur rimanendo però valido nei documenti ufficiali. La procedura è valida per le coppie sposate, conviventi e anche per i figli adottati. C’è però una differenza sostanziale tra coppie sposate e non: per le prime, infatti, è sufficiente che solo uno dei due genitori si rechi all’ufficio di Stato Civile, presentanso il certificato di assistenza al parto e un documento d’identità; per le seconde è necessaria la presenza di entrambi i genitori.

Come una mamma può dare il proprio cognome al figlio

Il Ministero degli Interni ha diffuso un documento spiegando le circostanze e le modalità in cui una madre può trasmettere il proprio cognome al figlio.

  • insieme a quello paterno, con il cognome della madre che segue quello del padre. 
  • da solo, se la madre non sa chi sia il padre biologico del bambino.

Rispetto alle modalità di trasmissione del doppio cognome, si legge che:

  • al bambino non possono essere dati più di due cognomi. Nel caso di cognome composto ogni genitore potrà scegliere un solo cognome.
  • i genitori decidono in questo caso l’ordine di attribuzione.
  • la scelta viene fatta una tantum e si applica a tutti i figli nati, o anche adottati, dopo. Quindi fratelli e sorelle avranno lo stesso doppio cognome.

Cosa accade se un padre rifiuta di dare anche il cognome materno al figlio? Purtroppo, la donna non può opporsi subito, ma può presentare ricorso al Tribunale solo dopo la registrazione. In quel caso, è la Corte che può decidere di attribuire il doppio cognome al bambino, in ordine alfabetico.

Per quanto riguarda la formazione del codice fiscale, essendo il cognome paterno precedente, esso sarà composto dalle prime tre lettere di quest’ultimo: nel caso di un Rossi Bianchi, quindi, il codice fiscale reciterà solo RSS.

Il doppio cognome e i nipoti

Molto spesso si pensa che il doppio cognome sia “scomodo” perché, laddove un domani la persona con doppio cognome dovesse unirsi a un’altra nella medesima situazione, e dovessero avere un figlio, quest’ultimi avrebbe un quadruplo cognome, e via dicendo, andando a generare praticamente una serie infinita di cognomi. In realtà, naturalmente, le cose non stanno proprio così: chi ha il doppio cognome potrà infatti trasmettere al figlio solo uno dei due cognomi, a scelta, proprio per evitare che i nipoti della coppia originaria si trovino con quattro cognomi da scrivere.

Il doppio cognome nel mondo

Cosa accade negli altri Paesi, europei e non, rispetto al doppio cognome e alla possibilità di dare il cognome materno? In Francia, ad esempio, si possono avere entrambi i cognomi oppure scegliere anche solo quello materno; in Germania si può scegliere uno Ehename, ovvero un cognome coniugale da apporre precedente o seguente al proprio; nel Regno Unito si possono assegnare i cognomi di uno o di entrambi i genitori, oppure anche completamente diversi da quelli dei genitori naturali. In Spagna si attribuisce il doppio cognome, ma viene poi trasmesso solo quello paterno.

In Portogallo e in Brasile i figli prendono, nell’ordine, l’ultimo cognome della madre e l’ultimo cognome del padre, per non far sparire il cognome paterno, anche se può essere preceduto dal cognome materno, oppure succeduto dal cognome del marito. Leggiamo da Wikipedia:

Il figlio di Mario Ferrari Rossi e Maria Garibaldi Bianchi si chiamerà Giovanni Bianchi Rossi. Giovanni Bianchi Rossi, quando si sposerà, trasmetterà a sua moglie il cognome Rossi, in quanto quest’ultimo è il cognome di suo padre. Quindi, sua moglie, Giovanna Lambertucci Paolini, col matrimonio perde il cognome della propria madre, conserva quello del padre, aggiungendone quello del marito, diventando da Giovanna Lambertucci Paolini, Giovanna Paolini Rossi.

In Islanda e in Russia assieme al cognome viene aggiunto il patronimico, quindi si ha il cognome del padre con suffisso (nel caso islandese) son, se maschio, o dottir, se femmina.

Ci sono anche luoghi del mondo in cui i cognomi non esistono, come Tibet, Eritrea ed Etiopia.

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