La parità tra i generi passa anche dal tempo. In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, abbiamo analizzato come uomini e donne impiegano il loro tempo per svolgere le diverse attività della vita.

ISTAT ha conteggiato quante ore al giorno in media le donne e gli uomini dedicano rispettivamente al lavoro, alla cura della casa, agli spostamenti e al tempo libero. Come vedremo, quella che emerge è una situazione ancora decisamente sproporzionata.

Per esempio, le donne si occupano delle faccende domestiche quasi il doppio rispetto agli uomini, mentre il rapporto è inverso per quanto riguarda il tempo dedicato al lavoro retribuito, nettamente maggioritario fra i maschi.

Secondo l’indagine ISTAT dal titolo I tempi della vita:

“Sin da bambine, le donne svolgono più lavoro familiare e hanno meno tempo libero dei coetanei. La differenza inizia a manifestarsi già tra gli 11 e i 14 anni e aumenta sensibilmente al crescere dell’età”.

Già a partire dagli 11 anni, le donne sono inserite in un vortice senza fine fatto di responsabilità domestiche e familiari, vortice che è invece assai meno sentito dai coetanei maschi. Questo divario finisce per rispecchiarsi poi nella vita di coppia, anche se, come mostra ISTAT, ci sono dei fattori che possono contribuire a ridurre quello che le femministe chiamano “carico mentale”.

“Le coppie che più si avvicinano a una distribuzione equa dei carichi di lavoro familiare sono quelle con figli di 3-5 anni, quelle in cui la donna è laureata e le giovani coppie della generazione dei Millennial”.

Per cui, aver conseguito una laurea e il far parte della cosiddetta generazione dei Millennial (ovvero coloro nati tra i primi anni ‘80 e la fine degli anni ’90) può contribuire a restringere la forbice tra il tempo che donne e uomini dedicano al lavoro familiare. Ma vediamo nel dettaglio come uomini e donne dedicano le ore della loro giornata e quali sono le differenze tra i sessi.

Il lavoro retribuito

Donne e uomini dedicano una quantità di tempo differente a lavoro retribuito (che può essere full time o part time) e lavoro non retribuito. Per lavoro non retribuito si intendono le faccende domestiche, la cura di bambini, adulti disabili e anziani conviventi e il volontariato.

Le donne lavoratrici full time sono la categoria che dedica più tempo al lavoro in generale. Se sommiamo le ore di lavoro retribuito alle ore di lavoro non retribuito vediamo che per le donne il 60% del tempo speso a lavorare è retribuito, mentre il 40% è dedicato alle faccende domestiche o cura di persone. Se analizziamo invece la situazione degli uomini lavoratori full time vediamo come per gli uomini l’80% delle ore di lavoro è dedicata ad attività retribuite mentre il 20%  a compiti non retribuiti, staccandosi quindi di ben 20 punti percentuali dalle donne.

Per gli occupati part time il divario si amplia: il tempo del lavoro retribuito delle donne scende al 42% mentre per gli uomini è di poco inferiore al 70%. Di conseguenza il tempo dedicato al lavoro non retribuito è del 57,3% per le donne e 30,5% per gli uomini.

Il lavoro non retribuito

Come abbiamo visto, il lavoro retribuito  è sempre superiore negli uomini rispetto alle donne, mentre quello non retribuito è sempre superiore nelle donne.

Bastava chiedere

Secondo l’indagine ISTAT solo il 7,1% delle famiglie italiane si avvale di collaboratori o collaboratrici domestici a pagamento per lo svolgimento dei lavori di casa, e ben il 47,1% della popolazione, quindi quasi una persona su due, ritiene che la pulizia della casa sia fondamentale. Alla luce di questi dati è abbastanza chiaro che gli italiani e le italiane dedicano molto tempo ai lavori domestici di routine: circa 1 ora e 56 minuti al giorno.

Fortunatamente, risulta che ci sia stato un aumento, seppur non elevato, dei minuti al giorno dedicati in media alle faccende domestiche da parte degli uomini dal 2002 a oggi. Gli uomini, infatti, passando da 33 a 43 minuti al giorno dal 2002 al 2014 hanno aumentato di 12 minuti il tempo dedicato a queste attività contestualmente a una lieve diminuzione del tempo dedicato a questi compiti da parte delle donne.

Per quanto riguarda le attività di cura le differenze di genere sono meno marcate: gli uomini che si prendono cura di persone in stato di necessità sono il 13% contro il 20,2% delle donne. Anche i tempi medi dedicati a queste attività sono abbastanza simili: 1 ora e 24 minuti per gli uomini contro 2 ore per le donne. Se restringiamo il campo alla sola cura dei figli minorenni però riappare un’importante differenza tra i sessi: solo il 46,8% dei padri contro il 73% delle madri partecipano all’educazione dei figli, sebbene nei casi in cui entrambi i genitori si occupano della prole la differenza di tempo dedicato è minima (1 ora e 20 minuti contro 1 ora e 44 minuti giornalieri).

Il riposo e il tempo libero

Per avere una vita soddisfacente gli individui hanno necessariamente bisogno di momenti di riposo, svago e socialità. La media italiana del tempo libero giornaliero è di 4 ore e 53 minuti, ma le differenze tra occupati e disoccupati, uomini e donne, giovani e anziani sono rilevanti. I giovani e gli uomini sono in generale coloro i quali nel nostro paese hanno a disposizione più tempo libero, mentre le donne con figli della fascia 25-44 anni sono quelle che ne hanno meno, solo 2 ore e 35 minuti al giorno, contro per esempio le 3 ore e 41 minuti delle coetanee senza figli.

In media le donne dormono più degli uomini, ma hanno anche meno tempo per le proprie passioni. Il tempo che le donne dedicano a svago, sport e socialità è in crescita dal 2002: è passato da 4 ore e 10 minuti a 4 ore e 27 minuti.

Gli spostamenti avvengono maggiormente per lavoro per gli uomini e maggiormente per cura della casa e della famiglia per le donne, che vi dedicano ben il 35% dei loro spostamenti totali contro il 22% degli uomini.

In generale secondo i dati ISTAT gli uomini hanno circa un’ora di tempo libero in più al giorno rispetto alle donne, rimarcando ancora una volta come le differenze tra i generi si facciano sentire anche nella suddivisione delle ore durante la giornata.

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  • Donne, non numeri