Guardando un film o un telefilm che vede protagonisti criminali o professionisti dell’informatica, c’è spesso un minuscolo dettaglio che ricorre: la camera frontale dei computer di scena o degli smartphone utilizzati sul set è coperta con dello scotch opaco o simili. Il particolare non è un vezzo del copione, ma qualcosa che molte persone fanno. La vera domanda è: fanno bene? Oppure: perché lo fanno, cosa cambia?

In passato, milioni di persone hanno scoperto che l’abitudine è stata adottata anche dal re dei social network, ossia Mark Zuckerberg, l’inventore di Facebook. Uno scatto del 2016 per celebrare la crescita di Instagram ha messo in evidenza cosa faccia Mister Zuck: l’uomo che è diventato miliardario sotto i trenta anni scrivendo codici informatici chiude i microfoni e oscura la camera frontale del suo Mac del lavoro con del nastro adesivo.

Nella mente di molti, alla pubblicazione di quello scatto, è venuta in mente una domanda: c’è qualcuno che spia Zuckerberg e forse potrebbe spiare anche noi?

Certo, spiare Zuckerberg equivale a spionaggio industriale: si può scoprire il segreto del suo successo finanziario. Inoltre si può facilmente intuire come i cattivi dei film non vogliano essere spiati mentre commettono illegalità. Ma chi può avere interesse a spiare le persone comuni?

La risposta la dà Mashable, che spiega come, a meno di coprire la fotocamera anteriore di smartphone o computer con il nastro adesivo, potremmo non essere i soli utilizzare la cam del nostro device.

Per esempio, un bel po’ di anni fa, degli hacker hanno messo in circolazione un ceppo di malware per Mac, con il fine di spiare le persone attraverso le loro webcam. C’è stata poi la notizia di un bug iOS su FaceTime, che metteva in ascolto delle persone senza che il ricevente accettasse la chiamata sul suo smartphone. Infine c’è stato il caso di Siri, che ha registrato l’intimità di moltissimi utenti attraverso la sua app.

Un hacker – ha commentato Patrick Wardle, che scoprì il suddetto ceppo di malware per Mac – lo ha creato per spiare gli utenti, probabilmente con scopi ostili.

Ma quali possono essere questi scopi ostili? Il primo che ci viene in mente è il ricatto. Noi tutti, nell’intimità della nostra casa, possiamo compiere delle azioni che nessuno dovrebbe vedere.

Non parliamo di nulla di potenzialmente illegale o immorale, ma ci riferiamo al fatto che ad esempio, la camera frontale del computer o dello smartphone potrebbe “guardarci” mentre siamo in bagno e usiamo contestualmente il device o, presi dalla passione, stiamo facendo sesso, o semplicemente usciamo nudi dalla doccia cantando a squarciagola le canzoni della radio in streaming.

Non solo certe immagini potrebbero diventare arma di ricatto, ma anche finire su piattaforme pornografiche o “andarsene allegramente in giro” di utente in utente sui social network. Ovviamente con l’aiuto di questi stessi utenti.

L’adesivo dimostra – ha chiarito il direttore delle strategie di Electronic Frontier Foundation Danny O’Brien – che c’è un problema che gli utenti stanno cercando di risolvere, e ci fa capire con chiarezza quali sono le loro preoccupazioni. L’idea che qualcuno ci possa guardare di nascosto ci fa sentire particolarmente vulnerabili e alcuni dei gruppi che vengono presi di mira più spesso – fra cui le donne – lo sono espressamente per poterne ottenere delle immagini.

Il consiglio che dà Mashable è coprire la fotocamera con un post-it – il cui adesivo non lascia residui e che si può rimuovere con facilità nel caso si debba usare la camera anteriore. L’adesivo naturalmente va cambiato se lo si toglie e lo si rimette di continuo, perché le colle contenute nei post-it non sono mica riutilizzabili all’infinito.

È un buon consiglio quello del post-it (ma anche di qualunque altro adesivo preferiate o abbiate sperimentato con successo), ma lo è soprattutto l’idea di coprire quell’“occhio” che ci spia. E credeteci, qualcuno ci potrebbe spiare, anche se non ci sembra di vivere una vita poi così interessante.

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