C’è una polemica furiosa che si sta consumando su YouTube e che coinvolge qualche milione di ragazzi e bambini di cui nessuno si sta occupando e che invece, secondo me, ha un suo peso specifico perché coinvolge alcuni temi importanti. Il bullismo, in primis, e il quanto chi fa tv oggi rischi di sembrare vecchio, polveroso, ammuffito di fronte alla nuove generazioni che la tv la vedono poco e niente.

Le parole sono di Selvaggia Lucarelli, che come spesso accade commenta via social quello che accade di rilevante intorno a sé, fuori e dentro il contenitore televisivo. La polemica a cui fa riferimento è quella della partecipazione dello youtuber Mirko Alessandrini, conosciuto come Cicciogamer89, al programma Mai dire talk che ha segnato il ritorno in tv, con una trasmissione tutta loro e non limitati ai fugaci interventi in altre (vedasi GF Vip), della Gialappa’s Band.

Il post di Selvaggia è questo.

Due sono i punti affrontati dalla Lucarelli, e da chi, nei giorni seguenti alla messa in onda della trasmissione, ha sottolineato le medesime questioni, fomentando la discussione: il divario generazionale e il bullismo manifestato con le (tante) battute sul peso di Mirko.

Concentriamoci sul primo punto che, alla fine, è anche il meno importante: i programmi della Gialappa’s Band sono comici, basati sulla satira che si fa anche attraverso la critica della società e del costume. Oggi, quella degli youtuber, e degli influencer, è un realtà che proprio di questo fa parte, e le battute che puntano a sottolineare quanto la generazione più “datata” non conosca queste figure, o fatichi a riconoscerle come figure professionali vere e proprie, alla fine ci stanno. È la stessa cosa che, sostanzialmente, tanti hanno detto della Ferragni, che pure ha un fatturato che la quasi totalità di noi si sogna. Cicciogamer89 stesso ha qualcosa come più di due milioni di followers, un patrimonio stimato in un milione di euro, e naturalmente il titolo di “idolo” fra ragazzini e teenagers. Sull’altra sponda ci sono Paolo Guzzanti, il Mago Forest, persone che nella vita hanno fatto altro e che, comprensibilmente, possono non sapere chi sia questo ragazzo che si è fatto conoscere, all’inizio, giocando ai videogames e riprendendosi mentre lo faceva. E, trattandosi di un programma basato su gag e battute, quella del “Ma chi è?” è forse la più scontata e banale. Non dimostrerà un grande acume comico, anzi forse denuncia candidamente l’essere rimasti a un tipo di comicità forse un po’ antiquata, ma esasperare i toni equivale a forzare una polemica sterile.

Di tutt’altro tipo, invece, sono le battute sul peso, fra cui, citando la Lucarelli, figurano

 ’89 come i chili? Magari!’. ‘Ma come mai Ciccio come soprannome eheheh?’,’Sei il dietologo di Jake la furia?’, ‘Il terrore dei ristoranti all you can eat’.

Che i programmi della Gialappa’s non si vogliano dichiaratamente fare portatori di messaggi educativi è lampante da sempre, che spesso, negli anni, le loro battute abbiano puntato anche su taluni difetti fisici di ospiti e conduttori è vero, ma forse qui un pizzico di sensibilità in più non sarebbe guastata, se solo si fosse fatto lo sforzo di conoscere il pregresso e il percorso di questo ragazzo. Che, coraggiosamente, ha raccontato proprio del bullismo di cui è sempre stato vittima a causa di quel peso ingombrante, delle sue lotte per accettarsi, della strada fatta per dimagrire, della gastrectomia e dell’addominoplastica. Il tutto pubblicamente, davanti a quella videocamera che, attraverso YouTube, lo ha portato nelle stanze di milioni di giovanissimi sparsi in tutta Italia. Mirko si è mostrato nudo, o quasi, ha fatto vedere le sue cicatrici, le sue operazioni, le sue lacrime. Perché portarsi addosso quel peso, per lui, è stato faticoso, moralmente più che fisicamente. Perché ha dovuto fare i conti con l’ignoranza, tanta, di quelli che lo denigravano per la sua stazza, e che sicuramente non è tanto diversa da quella di chi lo invita in una trasmissione in diretta nazionale solo per dirgli “Sei il terrore degli all you can eat”. No, non c’era cattiveria nelle battute, ne siamo sicuri, ma forse si è semplicemente perso un attimo il senso del limite, e ci si è messi al pari di quei ragazzini che ghettizzano gli altri solo perché percepiti come bersagli facili da prendere di mira.

Ma allora perché Mirko ha accettato l’invito, e soprattutto non ha detto una parola? Lo ha spiegato in un video postato subito dopo la trasmissione: il “timore reverenziale”, l’emozione di essere davanti a un pubblico molto più vasto e diverso di quello a cui di solito è abituato, il non voler essere troppo impulsivo, l’idea che non sarebbe cambiato nulla.

Cicciogamer89 è un ingenuo? Assolutamente no. Accettando l’invito in trasmissione avrebbe potuto immaginarsi che non sarebbe finito in un salotto culturale dove gli sarebbe stato permesso di raccontare del suo dimagrimento, e in ogni caso avrebbe potuto chiedere un confronto con gli autori della trasmissione prima della sua messa in onda, per capirne l’impostazione.

Ma questo non sminuisce in alcun modo le parole pesanti che gli sono state rivolte, che hanno smesso, a un certo punto, di essere battute per trasformarsi solo in un altro bullismo, quello degli adulti, quello di chi dovrebbe lottare affinché certi atteggiamenti vadano scemando e, invece, inconsapevolmente o meno li perpetrano. Perché, in certi casi e di fronte a certi argomenti, anche se si conduce una trasmissione senza particolari intenzioni educative, farsi vedere migliori di chi condanna e deride per dei chili di troppo che hanno sempre causato sofferenza è comunque possibile. Anzi, sarebbe stato il minimo.

E se Mirko è così convinto che, se avesse protestato, non sarebbe cambiato nulla, si sbaglia: avrebbe dimostrato che, anche se è uno youtuber “snobbato” senza troppa considerazione dagli adulti, è decisamente più sensibile di loro.

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