Si dice spesso, e non a torto, che al mondo non ci sia nulla che possa superare l’amore di una madre per il proprio figlio. Ma, forse, in alcune circostanze occorrerebbe domandarsi non se tale amore ci sia – interrogativo la cui risposta sarebbe pressoché scontata – ma semmai in quale modo esso possa manifestarsi veramente. Cosa significhi amare davvero il proprio figlio in casi in cui un genitore si trova costretto a fronteggiare una realtà complessa, drammatica, per cui gli atteggiamenti di chi ha messo al mondo e cresciuto con tanto sentimento possa mettere a repentaglio la propria vita o quella degli altri.

Insomma, qual è il vero atto d’amore che una madre dovrebbe fare nei confronti di un figlio criminale, socialmente pericoloso, dedito alla delinquenza? Proteggere, sempre e comunque, o piuttosto trovare la forza e il coraggio per denunciarlo, vedendo, in quest’ultima soluzione, il mezzo migliore non solo per provare a cambiarlo, a reindirizzarlo sulla retta via, ma anche per salvaguardare le vite delle persone potenzialmente messe a repentaglio dalla sua condotta delinquente?

Le storie che raccontiamo in questo articolo sono storie di madri che hanno scelto questa strada, lottando contro se stesse, contro il proprio istinto di protezione materno, per lasciare prevalere la razionalità, il senso del dovere, che le ha indotte a denunciare alle autorità i figli, coinvolti in attività illecite o prima che potessero compiere reati e delitti.

Anche questo è amore, anzi forse lo è in maniera ancora più forte, intensa, in un’accezione più ampia del termine, totale, avvolgente; è un amore che addirittura si sviluppa in tre direzioni, verso il figlio in primis, per salvarlo da se stesso prima che compia l’irreparabile, verso il prossimo, quando si tratta di salvare, attraverso la denuncia, potenziali vittime. Infine, verso quel senso di giustizia che non dovrebbe mai essere messo in secondo piano, neppure di fronte a chi si è partorito ma oggi, con il proprio agire, rappresenta un pericolo.

L’ultimo episodio di madre coraggiosa che ha denunciato alle forze dell’ordine il figlio è accaduto a Pontedera il 22 agosto, e ci ha dato lo spunto per riflettere su questa diversa forma di amore materno, che forse i figli non comprendono, ma che ai nostri occhi rende queste madri assolutamente ammirevoli.

Mio figlio è molto agitato, sta andando a casa dell’ex ragazza. Cercate di fermarlo.

È stata la mamma di un uomo di 34 anni ad allertare i carabinieri di Pontedera; il ragazzo, che soffre di problemi psichici, nella notte tra lunedì 21 e martedì 22 agosto 2018, in stato di alterazione psichica, si è messo alla guida dell’auto per arrivare a Calcinaia, nella provincia pisana, dove abita l’ex fidanzata, una ragazza di 30 anni da cui lui non aveva mai accettato di separarsi.
La mamma, temendo che il figlio potesse fare del male alla ex, ha avvertito i militari, che si sono diretti a casa della giovane e hanno intercettato il ragazzo, il quale è stato portato in caserma prima di essere arrestato per resistenza a pubblico ufficiale dopo i mancati tentativi di resa. Dopo la scarcerazione il trentaquattrenne è stato trasportato in ambulanza al reparto di psichiatria dell’ospedale Santa Chiara di Pisa per un trattamento sanitario obbligatorio.

“È come se lo avessi messo al mondo un’altra volta”, Daniela ha denunciato il figlio latitante

Daniela Manzitti e il figlio Michael (Fonte: web)

È stata proprio Daniela Manzitti, di Corato, a chiamare i carabinieri affinché potessero arrestare suo figlio Michael, un ventiquattrenne latitante, ricercato per furto e rapina.

Il ragazzo aveva fatto perdere le proprie tracce nel luglio del 2017, dopo essere stato coinvolto in un giro di droga, e, nell’ottobre dello stesso anno, avrebbe dovuto accompagnare in ospedale la ragazza incinta; così mamma Daniela, saputa la cosa, ha pensato di telefonare ai carabinieri per far sì che catturassero Michael.

Da quando aveva 18 anni Michael era finito in un brutto giro – ha raccontato la madre – faceva fuori e dentro il carcere, non sapevamo più dove sbattere la testa. Quel periodo di latitanza metteva in angoscia me e la mia famiglia, volevo cercarlo. […] Arrivammo all’ospedale di Terlizzi per fare l’ecografia e trovammo mio figlio proprio lì, nel parcheggio, ci abbracciammo e mi disse ‘Ma’, ti volevo vedere e volevo accertarmi che la gravidanza andasse bene’.

Una volta nel reparto ginecologia, Daniela ha chiamato le forze dell’ordine, che in maniera molto tempestiva hanno raggiunto l’ospedale.

Mio figlio si accorse subito che qualcosa non andava. Mi chiese ‘Ma’, cosa c’è, che succede?’. Poi io mi voltai indietro e gli indicai i carabinieri. Lui mi guardò e mi disse ‘Ma’, non me lo dovevi fare’, e io invece dissi ‘No, te lo dovevo fare. Lo dovevo fare per te e per noi’.

Daniela, dopo quell’episodio, va a trovare il figlio in carcere, ma lui non le rivolge la parola; il giorno dopo, però, Michael la chiama, le dice che è stato uno stupido e che al prossimo colloquio, il giovedì seguente, sarà molto felice di vederla.

È come se lo avessi messo al mondo un’altra volta. […] Se volete salvare i vostri ragazzi, abbiate il coraggio di denunciarli, è l’unico modo per aiutarli, per evitare che facciano una brutta fine, è un grandissimo gesto d’amore.

Mamma Romina e l’appello su Facebook

Romina Marcis, mamma 46enne di Sestu, in provincia di Cagliari, ha sentito il bisogno di rompere il silenzio con un post pubblico sulla pagina Facebook Tutti gli abitanti di Sestu, dopo aver saputo dell’arresto del figlio Riccardo attraverso il sito Casteddu Online.

Fonte: facebook @tutti gli abitanti di sestu

Buonasera – si legge nel post – Sono la mamma di Riccardo. Mio figlio è caduto nel vortice della droga e dell’alcol. Ha avuto pessime amicizie e frequenta posti ancora peggiori. Io l’ho denunciato per cercare di salvarlo da tutto questo e da ieri prego che il giudice gli offra l’opportunità di curarsi in una comunità. Vi chiedo solo un piacere. Io l’ho perdonato nel momento stesso in cui faceva queste cose. Non giudicatelo. Chiedo a tutte le mamme che preghino con me affinché possa uscire dall’inferno in cui è precipitato.

Riccardo è stato arrestato dai carabinieri di Sestu appena diciottenne grazie alla denuncia di sua madre, dopo l’ennesimo attacco di violenza dovuto all’abuso di droghe e alcol. Il ragazzo le aveva sottratto il telefono e le carte di credito, dopo aver sfondato a calci la porta della casa del nonno materno, dove Romina si era rifugiata in cerca di aiuto. Riccardo, dopo la telefonata della mamma ai carabinieri, è stato arrestato nella piazza del paese, mentre si trovava in compagnia di un amico.

Riccardo è rimasto traumatizzato dal comportamento del padre, alcolizzato e violento nei confronti della madre, che si è separata quando lui aveva 12 anni. L’abbandono della scuola due anni più tardi, poi l’inizio della dipendenza da alcol e droga.

Non lo vedo sobrio da oltre 4 mesi ha raccontato Romina a sardanews.it – I comportamenti violenti ultimamente si erano intensificati, fino a diventare autolesionisti, per questo ho deciso di denunciarlo, perché oltre a mettere a repentaglio la vita degli altri stava facendo del male anche a se stesso, prendeva a pugni gli oggetti ed era sempre ferito.

Ho denunciato mio figlio perché lo amo in modo incredibile, e voglio che vada in una comunità affinché non muoia a causa di droghe e tanto meno ammazzato.

Riccardo è stato chiuso nel carcere di Uta, e mamma Romina non vuole che venga condannato agli arresti domiciliari, sia perché teme per la propria incolumità, ma soprattutto per il bene del figlio.

La mamma che ha fatto arrestare il figlio spacciatore

Fonte: web

Un’altra mamma, una 54enne di Soresina, ha denunciato il figlio, spacciatore. La donna, nel dicembre 2017, si era insospettita a causa del forte e particolare odore che proveniva dalla camera da letto del figlio, allora 19enne, e dopo avervi trovato più di 150 grammi di marijuana. La donna, prima di chiedere spiegazioni al figlio, ha avvisato i carabinieri della sezione di Cremona, che hanno provveduto a perquisire l’abitazione, ritrovando ulteriori quantitativi di droga, per un totale di 200 grammi, oltre a un bilancino di precisione elettronico, ad altro materiale utile al confezionamento di stupefacenti, a una somma di denaro pari a 335 euro e a un taccuino su cui erano appuntati nomi e numeri di telefono. Il ragazzo, dopo aver ammesso le proprie responsabilità, è stato arrestato in flagranza del reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

“Assalta le banche, i supermercati, i centri scommesse”

Una mamma torinese aveva invece garantito per il figlio, fermo agli arresti domiciliari, e non ha esitato a denunciarlo quando ha scoperto che il 21enne usciva per mettere a segno rapine con un complice. Grazie alla sua denuncia i militari di San Salvario hanno arrestato il giovane e un 35enne con l’accusa di aver rapinato diverse banche, supermercati e centri scommesse, armati di pistole o coltelli, tra Torino e a Venaria Reale, tra i mesi di febbraio e novembre del 2017.

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