Un anziano in canotta, seduto sul muricciolo di fronte al mare di Gaeta, assorto nei suoi pensieri mentre con la mano sembra voler cingere a sé una cornice.

È un’immagine che, negli ultimi giorni, molti giornali hanno ripreso, dopo averla vista pubblicata sui social da un ristoratore gaetano, Giorgio Moffa, un’immagine che racconta di una storia d’amore lunga una vita e che nemmeno la morte è riuscita a interrompere. Una di quelle, insomma, che oggi tutti sognano ma che in (troppo) pochi vivono.

Quel signore, che tanto rievoca nella mente la figura del vecchio e il mare di Hemingway, si chiama Giuseppe Giordano, ed è un pensionato settantenne che ogni giorno, dopo la scomparsa dell’amata moglie Ida, nel 2011, ha deciso di andare al mare portando con sé una sua foto incorniciata. Perché certe storie non finiscono, mai, e non possono essere certo le barriere fisiche che separano i corpi a tenere lontano qualcosa che, invece, è stato unito davvero per l’eternità: le anime.

Quelle di Giuseppe e Ida, ad esempio, erano destinate a stare insieme; da quando, lui appena sedicenne, lei con un anno in più, si conobbero per caso, perché, ha raccontato l’uomo a Repubblica, dovevano fare compagnia a un’altra coppia che non poteva uscire da sola. Fu quell’incontro casuale a segnare le loro vite, per sempre.

Ci siamo baciati la prima sera – ha ricordato Giuseppe – È stata la prima donna della mia vita, il primo e unico vero amore.

Il vedovo ha anche ricordato tutte le difficoltà incontrate, gli ostacoli al loro amore da parte della famiglia di lei, tutte le vicissitudini superate insieme.

Quando io sono partito a 20 anni per fare il militare lei aspettava da un mese il nostro primo figlio, ma io ancora non lo sapevo. Al quarto mese i suoi genitori l’hanno scoperta e cacciata di casa, così è andata a stare dai miei.

In un amore lungo una vita intera, dove le uniche liti erano per il frigorifero (“forse perché aveva fatto la fame Ida faceva la scorta di cibo in maniera assurda, il frigo era stipato all’inverosimile”, ha detto Giuseppe a Repubblica), c’è stato però anche un momento più complicato per gli altri, da cui i due sono riusciti a uscire, insieme, solo grazie alla forza enorme del loro sentimento.

Nel 2005 le ho detto l’unico segreto che mi tenevo da anni come un peso, una cosa brutta brutta. Lei si è incavolata, era gelosa, non ci parlavamo, ci siamo scritti lunghe lettere. Poi so solo che mi ha perdonato.

Un perdono che ha fatto rinascere, se possibile persino migliore di prima, il loro rapporto; solo che la ritrovata serenità è durata, purtroppo, poco tempo: nel 2011 Ida si è ammalata, e quella stessa malattia l’ha portata via dal suo Giuseppe in un periodo davvero breve.

Solo fisicamente, però, perché come dicevamo alcune storie d’amore sono più forti di tutto, persino della morte che dovrebbe sancire la separazione suprema e invece non lo fa. Perché oggi Giuseppe continua a fare tutto con la sua Ida, “racchiusa” in quella foto che per lui, dice, rappresenta il mondo intero.

Dalla sua morte lui ha cominciato a portarla con sé dappertutto, tanto che la foto recente pubblicata sui social e poi dai media non è la prima, né l’unica, scattata a Giuseppe, preso come esempio di amore e di fedeltà dalle persone che, ammirate, ne hanno voluto condividere l’immagine: già nel 2015 un altro ragazzo, Gabriele Mangano, aveva ritratto lo stesso uomo, di spalle, lo sguardo rivolto verso il mare, con la cornice sempre al suo fianco.

Giuseppe stesso, del resto, ha ammesso di portare la foto della sua Ida ovunque vada.

La porto in collina dove passeggiavamo assieme, mi siedo sulla stessa panchina, andiamo in riva al mare dove nuotavamo da ragazzini. Le compro dei regali.

Chiunque veda Giuseppe, quindi, non vede un uomo solo che porta con sé una foto: vede un uomo che ha avuto la fortuna di incontrare l’amore vero nella sua vita, e ancora oggi, in  sua compagnia, guarda il mare, eterno esattamente come il sentimento che li ha uniti.

 

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