Il nostro cervello alcune volte può davvero farci dei brutti scherzi. A chi non è capitato di sentire dei rumori che in realtà non esistono o vedere immagini non reali in numerosi oggetti della vita quotidiana, come ci mostra questa gallery?

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Ad accentuare questa tesi – oltre al famoso “The Dress“, l’abito che anni fa aveva conquistato il web – fra chi lo vedeva bianco e oro e chi invece nero e blu – è una strana e divertente gif circolata nel dicembre 2017 che sta letteralmente dividendo i social. Ebbene, secondo alcuni utenti di Twitter, la gif sottostante produrrebbe un vero e proprio rumore. Incredibile, vero?

Nonostante sia stata creata nel 2008 dall’account Twitter @IamHappyToast per una competizione inerente il programma di grafica Photoshop, l’immagine animata è tornata alla ribalta solo adesso dopo che Lisa DeBruine (dottoressa presso l’Istituto di neuroscienze e psicologia dell’Università di Glasgow) l’ha resa nota sul suo profilo ufficiale del medesimo social network. La donna ha infatti chiesto agli utenti di partecipare a un sondaggio lanciato da lei stessa nel quale veniva richiesto loro di segnalare se si sentissero o meno un determinato rumore. In poco tempo l’esame della donna ha ricevuto più di 200 mila risposte: dalle statistiche è emerso che il 70% degli utenti del social è riuscito a sentire qualcosa quando il pilone elettrico toccava terra, il 18% non sentiva nulla mentre il 3% ha percepito esperienze diverse. Ma com’è possibile? Siamo tutti coscienti che una gif non possa emettere suono, eppure i numeri risultati da questo studio parlano da soli.

Il dottor Christopher Fassnidge della City University di Londra ha provato a rispondere a questa domanda attraverso il sito internet The Verge: secondo quanto dichiarato da lui, questa bizzarra sensazione deriverebbe da un processo chiamato sinestesia, un fenomeno che accosta due piani sensoriali diversi fra loro. In questo particolare caso i due l’udito e della vista si uniscono, facendoci percepire un rumore che in realtà non esiste. Nulla di magico allora, a stupirci – ancora una volta – è proprio il nostro cervello.

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