Quante volte, guardando una persona sconosciuta, a scuola o per strada, ci siamo dette mentalmente “Lei potrebbe chiamarsi Giulia!“, oppure, “Ha proprio la faccia da Alessia!“?
Assomigliamo al nome che abbiamo ed è un dato di fatto. È inutile negare l’evidenza poiché è proprio la scienza ad affermarlo, nero su bianco.

Uno studio, condotto da alcuni ricercatori di Gerusalemme, Parigi e USA e pubblicato successivamente sul Journal of Personality and Social Psychology, sembrerebbe proprio supportare questa tesi. La ricerca, chiamata We look like our name: the manifestation of name stereotypes in facial appear, dimostra infatti che esiste un serio legame tra il nostro nome e i nostri tratti somatici.

In primo luogo è stato sviluppato un singolare esperimento: ad alcune persone sono state poste davanti delle fotografie di completi sconosciuti e una lista di cinque nomi alternativi fra i quali scegliere. Il risultato scioccante è stato scoprire che, nel 35% dei casi, gli intervistati hanno scelto il nome corretto.

Potrebbe sembrare una percentuale non degna di nota ma è tutt’altro che così.

A spiegarlo è la professoressa di psicologia della Brock University, Cathy Mondloch, la quale, attraverso un suo studio, ha definito questa percentuale come più che sufficiente, se si considera il fatto che le probabilità di scegliere casualmente un nome correttamente sarebbero del 20% circa.

C’è da notare che questo esperimento non è stato il solo: sono stati ripetuti numerose volte, variando protagonisti e contesto, ma la percentuale di associazione è sempre stata confermata dagli intervistati.

Abbiamo condotto più di una dozzina di esperimenti e ogni volta pensavamo “Adesso non funzionerà!”, e invece funzionava sempre. È stato sorprendente.

Ha dichiarato la ricercatrice Yonat Zwebner, principale autrice dello studio sull’associazione di nomi e visi.

Ad avvalorare la tesi, un secondo esperimento, questa volta condotto su un computer. I ricercatori hanno insegnato all’intelligenza artificiale a identificare i principali tratti somatici delle persone con lo stesso nome. Sorprendentemente, l’algoritmo ha dimostrato che esistono davvero diverse somiglianze in base al proprio nome, soprattutto intorno a occhi e bocca.
Analizzando i dati del computer, si è arrivati ad un 60% di probabilità di associare correttamente un nome con una tipologia di viso. Una percentuale quasi doppia rispetto ai precedenti intervistati.

Perciò, se davvero esiste, com’è possibile questo collegamento?

Le ipotesi sono molteplici, ma nessuno di esse è scientificamente provata. Dato che ogni nome, porta nella società un determinato tipo di stereotipo, possiamo quindi pensare che siamo noi stessi a modificare i nostri tratti somatici e muscoli facciali per adeguarci al meglio al nome che portiamo.
Una teoria folle, ma non del tutto.

L’unico dato di fatto è che l’associazione fra nome e volto è un fenomeno strettamente culturale: sarà quindi più semplice per un francese riconoscere e associare il nome e il volto di un proprio connazionale rispetto a quello di un cinese o di un israeliano, e così viceversa.

E se ci siamo sempre lamentate con i nostri genitori per il nome che ci hanno scelto… Beh, ora dobbiamo ricrederci: se ci avessero chiamate con un altro nome, non saremmo come siamo.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!