Il primo reggiseno di molte di noi è stato un reggiseno sportivo, di quelli senza cuciture. Per alcune è ancora quello. Le mamme un po’ più ardite compravano quelli a triangolo per le loro figlie, anche quelli molto comodi. Il colore più gettonato era il bianco, ma qualche mamma si orientava sul color carne. Poi, negli anni ’90, è iniziato il fenomeno dei primi marchi di intimo, che hanno pensato di realizzare i reggiseni per preadolescenti. Erano molto graziosi, con fantasie tipo fragole, cuori o stelle su fondo chiaro, molto spesso bianco. L’età del primo reggiseno è stata diversa per tutte, spesso legata all’età del menarca però. Oscillava per lo più dagli 8/9 anni – per quelle sfortunatamente più precoci – ai 15/16 per quelle che ci mettevano un po’ di più a crescere. Ma una cosa ce l’avevamo quasi tutte in comune: all’epoca non c’era ancora troppo da reggere.

È forse per questo che in Rete divampa da mesi ormai una polemica ben precisa, che riguarda un’azienda, la Matalan. Matalan è un e-store che ha recentemente messo in vendita un reggiseno per preadolescenti, per bambine di 8 anni. Niente di nuovo direte voi. E invece no. Perché questo reggiseno non ha nulla a che fare con il primo capo intimo che abbiamo appena descritto. È nero e ha le coppe, con tanto di push up. E ha fatto arrabbiare un sacco di gente. La prima di queste persone che si sono arrabbiate si chiama Sarah Champion ed è attivista di Preventing Abuse and Domestic Violence. Ne ha parlato, lapidaria in un tweet, in cui ha scritto:

Matalan vende reggiseni con coppe imbottite per bambine. Un’evidente ultrasessualizzazione delle ragazzine inaccettabile.

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Naturalmente, a questo punto, le persone si sono divise in fazioni, di fronte a questa presa di posizione di Sarah Champion – che, però, va detto, sa esattamente di cosa parla, facendo parte di un’organizzazione che cerca di prevenire gli abusi anche e soprattutto sui minori. C’è però da chiedersi se in effetti anche con le bambine dovrebbe valere il discorso che si fa per le donne: in altre parole, di fronte a un caso di pedofilia, non può essere un reggiseno a indurre all’orrore. Oppure sì? Chi cavalca questo pensiero, ha visto nel reggiseno di Matalan, peraltro molto economico, solo 5 sterline (poco più di cinque euro e mezzo), semplicemente un’innovazione rispetto al buon vecchio reggiseno sportivo che ha accompagnato i primi passi verso il mondo delle donne di tutte noi.

Si potrebbe dire quindi che il reggiseno di Matalan potrebbe essere considerato da qualcuno solo il segno dei tempi che cambiano. In passato la tendenza, già nell’infanzia, a essere (o ad atteggiarsi) a piccole donne delle preadolescenti è stata un fenomeno che ha tenuto banco negli Stati Uniti. Poi è arrivata in Europa e quindi anche da noi, in Italia. Le bambine crescono sempre più velocemente e le resistenze a questo reggiseno con le coppie sono state considerate da qualcuno le resistenze stesse a che le bambine crescano. Ma potrebbe non essere così semplice. Sarah Champion l’ha spiegato diffusamente in un intervento sull’Huffington Post:

La sessualizzazione dei bambini attraverso i media e l’industria della moda è chiaramente collegata allo sfruttamento sessuale e all’abuso di minore. Contribuisce a una cultura che attribuisce alle ragazze un valore basato soltanto sul loro corpo. Crea una percezione delle giovanissime come consensuali e a proprio agio con il sesso, cosa che non è possibile per i fatti e per la legge. Convalida l’oggettificazione delle ragazze. Tutti i bambini meritano di essere tutelati da questa cultura.

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In altre parole, possiamo porre tutte le obiezioni che vogliamo, ma forse le cose sono più complicate di quello che sembrano. E in questo momento storico, forse, un reggiseno può non essere solo un reggiseno. Che ne pensate?

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