Ben presto potrebbe essere sempre più probabile vedere elefantini che nascono senza le zanne. Il motivo? Un “adattamento” genetico per proteggersi dalla caccia selvaggia dei bracconieri, alla ricerca del pregiato avorio di cui le zanne sono fatte, e che dal 2007 al 2014 ha ridotto di almeno 140 milla unità il numero di elefanti presenti in tutta l’Africa. Dati preoccupanti, come quelli che giungono da un report del 2010 e che parlano di un dimezzamento della specie proprio a causa di azioni illegali compiute dall’uomo, sempre più carnefice rispetto alla natura.

Joyce Poole, confondatrice di Elephant Voices e ricercatrice che da oltre 35 anni studia l’evoluzione della specie e i loro comportamenti, spiega che la linea evolutiva degli elefanti ha subito rilevanti modifiche nel corso del tempo: molti esemplari di femmine, infatti, dopo la mutilazione delle zanne da parte dei bracconieri sono comunque riuscite a sopravvivere e, notando che senza i preziosi “denti” non erano più appetibili per i cacciatori, probabilmente come meccanismo di difesa hanno dato la luce a una prole priva delle zanne.

La studiosa, che oggi si occupa dei grandi mammiferi di Gorongosa, in Mozambico, fa riferimento ai dati risalenti a 40 anni fa, quando fra il 1977 e il 1992 la guerra civile decimò addirittura del 90%  proprio gli elefanti di quell’area, uccisi per prendere l’avorio.

Quel periodo- spiega Poole- ha lasciato delle cicatrici profonde negli animali che si possono capire meglio oggi.

Lei e il suo gruppo di collaboratori hanno infatti notato che la metà delle femmine nate in quel periodo è nata senza zanne, tanto che più del 30% delle elefantesse nate dopo la guerra ha ereditato proprio questa caratteristica.

Ma, pur se le femmine hanno modificato decisamente il proprio aspetto per mettersi al riparo dai fucili dei bracconieri, anche i maschi stanno facendo qualcosa: anche se per loro è una forte pressione genetica, già dal 2008 la dimensione delle zanne negli esemplari maschi è cambiata, riducendosi a una grandezza inferiore addirittura la metà rispetto a prima.

Fonte: web

Eppure le zanne hanno un ruolo davvero importantissimo per la specie: per entrambi i generi infatti servono per scavare nel terreno alla ricerca di acqua nei periodi di siccità, per sradicare cortecce e trovare radici, per difesa, e nei maschi sono anche un simbolo di competizione sessuale. Ma per sfuggire alla caccia indiscriminata dell’uomo gli elefanti si devono tutelare. Con il genere umano che, ancora una volta, si dimostra il vero colpevole della distruzione naturale.

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Pur se l’adattamento genetico è praticamente spontaneo, perdere le zanne rappresenta comunque una fonte di potenziali rischi: come spiega Victor Muposhi, ecologista dell’Università di Chinhoyi in Zimbabwe la privazione delle zanne influisce direttamente sulla salute e sulla sopravvivenza degli elefanti, perché li rende più inclini a malnutrizione e malattie. Insomma, se la natura li ha creati con le zanne, sicuramente avrà avuto le sue buone ragioni, e nessuno, tantomeno noi, dovremmo arrogarci il diritto di costringere una specie a mutare il proprio aspetto per adeguarsi, o meglio per scongiurare il rischio uccisione. Per fortuna esistono persone, come la dottoressa Poole, che dedicano la loro vita con passione e dedizione agli animali, ma finché non ci saranno azioni più decise e concrete da parte dei governi africani, delle ONG e controlli serrati mirati a limitare (ma sarebbe meglio dire “eliminare definitivamente”) la piaga del bracconaggio, probabilmente nel prossimo futuro vedremo nascere solo elefanti senza zanne. E ne vedremo, questa è la cosa peggiore, nascere sempre meno, proprio come sta accadendo alle giraffe, finite a rischio estinzione con appena 50 mila esemplari rimasti, e ad altre specie che stanno, purtroppo, gradualmente scomparendo.

È un futuro triste quello che ci aspetta, se non si troveranno soluzioni adeguate per proteggere al meglio questi magnifici giganti buoni.

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