La copertina del numero di dicembre di Vanity Fair America sarà dedicata ad Adele e all’intervista in cui ha raccontato i suoi eccessi con l’alcool e la depressione post parto.

Adele: un successo ad alta gradazione

Siamo così abituate a vederla calcare con sicurezza i palcoscenici di mezzo mondo, da dimenticarci che dietro la pop star di fama internazionale si nasconde una donna “normale”, con ansie e paure altrettanto “normali”.

Avere un figlio è uno di quegli eventi che ti cambiano la vita, specie se ti chiami Adele e la tua carriera è in piena ascesa. A soli 28 anni, la cantautrice britannica ha collezionato numerosi premi, tra cui ben 10 Grammy e un Oscar per la miglior canzone con Skyfall (2013). Al momento è impegnata nel tour promozionale del suo ultimo album “25”, il terzo registrato in studio e pubblicato il 20 novembre 2015 dalla XL Recordings.

Nel corso dell’intervista a VF, l’artista ha svelato i retroscena delle hit di “21”, suo grande successo discografico. Pare, infatti, che canzoni come “Someone like you” siano state scritte dopo aver fumato e bevuto un paio di bottiglie di vino:

Ero completamente fuori di me mentre le creavo: onestamente ubriaca. Ma non ho più il tempo di cadere a pezzi come ho fatto in passato.

Con l’arrivo della notorietà, la cantante ha dovuto rivedere le sue abitudini per non incorrere in situazioni spiacevoli.

Sono sempre stata troppo fifona per usare la droga. Amavo bere, ma poi quando sono diventata famosa ho iniziato a svegliami il giorno successivo e a pensare “Ho davvero detto quello che ho detto?”. Non ho mai avuto dei blackout, ma quando sei ubriaco e vai a una festa, parli di tutto con chiunque.

La maternità, poi, le ha dato uno stimolo in più perché era impensabile avere uno sbornia con un bambino piccolo intorno.

Oggi, Adele non si concede che qualche bicchiere di vino ogni tanto e il merito è soprattutto del figlio Angelo James, 4 anni, avuto dal compagno Simon Konecki. La sua nascita l’ha cambiata nel profondo, come testimoniano alcune scelte quotidiane:

Anche prima non avrei mai fatto nulla che potesse uccidermi, ma ora evito tutto ciò che è anche solo lontanamente pericoloso, come passeggiare sul marciapiede. Preferisco camminare sul prato, anziché sul cemento, perché una macchina mi potrebbe colpire.

Costruire un nuovo equilibrio dopo la gravidanza è stato un cammino in salita, segnato da momenti di sconforto e di grande crisi. Adele ha, infatti, sofferto di depressione post parto ma nonostante fosse molto spaventata non è ricorsa ad antidepressivi.

A facilitarla è stata una naturale predisposizione alla depressione, che la accompagna fin dall’età di 10 anni, quando dopo la morte del nonno affrontò una lunga terapia. Quel periodo difficile le ha regalato una maggiore consapevolezza e la capacità di accettare e superare i momenti bui. Su consiglio del compagno si è, così, confrontata con altre donne nella sua stessa condizione, realizzando che i suoi timori erano più comuni di quanto potesse immaginare:

Va così: non vuoi stare con il bambino, hai paura di potergli fare male, che tu non stia facendo un buon lavoro. Ossessionata, mi sentivo inadeguata, come se avessi preso la peggiore decisione della mia vita.

Sembrava non ci fosse soluzione quando, finalmente, ha realizzato che ritagliarsi un po’ di tempo per se stessa, non l’avrebbe resa una cattiva madre, al contrario: “darsi del tempo migliore rende una mamma migliore”.

Insomma, non è tutto oro quello che luccica e dietro un successo planetario possono nascondersi problemi insospettabili.

Adele non è la sola, basti pensare a star del calibro di Johnny Depp o Charlize Teron per cui la fama è giunta dopo momenti di incredibili difficoltà e sofferenze.

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