Un’altra scioccante novità sul caso Airbus.
Durante le ricerche pare infatti che Andreas Lubitz avesse cercato sul web, pochi giorni prima della partenza, delle informazioni su medicinali diuretici.
Questo sottolineerebbe come il co-pilota avesse programmato il suo suicidio e il disastro aereo ben due settimane prima del disastro costato la vita a 149 innocenti.

Anche la circostanza che il comandante gli lasciasse l’aereo per andare a fare pipì potrebbe infatti rientrare a questo punto nel piano del giovane, che aveva sofferto in passato di depressione e che alla fidanzata aveva già confessato di sentire l’esigenza di fare un gesto estremo.

La procura di Dusseldorf tentenna nel confermare la notizia, ma per fonti molto vicine alle indagini questa sarebbe la più profonda e terribile verità.

L’uomo ha cercato su internet non solo possibili modalità di suicidio e informazioni sul funzionamento delle porte del Cokpit, ma anche notizie relative a medicinali dagli effetti diuretici.

Un paio di gocce, magari nel caffè del comandante, e l’effetto sarebbe stato immediato, consentendogli di guidare quell’aereo da solo.
È infatti proprio durante l’assenza del collega più anziano, Patrick Sondeheimer, che Lubitz si è chiuso nella cabina di pilotaggio dall’interno per intraprendere quella fatale discesa di quota che avrebbe portato il velivolo allo scontro con una montagna delle Alpi francesi.

Le responsabilità dell’accaduto, che dovranno essere accertate dalla magistratura, pesano infatti ancor di più sul caso dell’Airbus schiantato sulle Alpi, dal momento che Lubitz era stato in trattamento psichiatrico prima di intraprendere la sua carriera, proprio per tendenze suicide e la compagnia sapeva della sua depressione.

Ho ancora i brividi.

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