Una vicenda che potrebbe, ad una prima lettura, sembrare una barzelletta.

Il quotidiano Il Giorno racconta di una storia ai limiti del surreale: un detenuto del carcere di Bollate, in provincia di Milano, si è visto recapitare una richiesta di pagamento Imu.
Le sue due abitazioni di proprietà vengono infatti considerate dal fisco come seconde case, e la cella la sua prima residenza, a tutti gli effetti.

Secondo il Comune infatti l’abitazione principale del detenuto, quella su cui si ha dunque il diritto all’esenzione della prima rata, è il carcere, mentre le altre sue abitazioni sono soggette a tasse come seconda e terza casa.

L’uomo, W.B., incredulo, si è rivolto all’ufficio del Garante Lombardo dei carcerati, replicando che:
“non vanta un diritto reale sulla cella – come previsto dall’articolo 13 del decreto legislativo 201/2011 – che quindi non può essere la sua dimora abituale.”

Ridicoli, davvero.

 

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