Ritrovato lo zaino di Missoni tra Los Roques e l’isola di Curaçao

Un lampo nel buio. Un giornalista del posto ha trovato uno zaino con affissa un’etichetta, “Vittorio Missoni” tra Los Roques e l’isola di Curaçao. Lo zaino che era trasportato dal piccolo aereo, inabissato in circostanze misteriose facendo perdere le tracce di lui, la compagna Maurizia Castiglioni e gli amici Elda Scalvenzi e Guido Foresti, mentre dalle isole Los Roques stava portando i passeggeri all’aeroporto di Caracas per fare ritorno in Italia.

Una vicenda che non trova una soluzione; non si capisce dove sia l’aereo, come sia caduto e soprattutto perchè. Si sono fatte strada innumerevoli teorie e macchinazioni, di dirottatori, di traffici di droga, ma ora sembra che un’ipotesi in particolare vinca su tutto ed è stata frutto dell’intuizione di Claudio Verna, cognato di Missoni, e l’esperto antidroga dell’ambasciata italiana a Caracas, il vicequestore Carlo Mazza, dopo la scoperta, il 10 gennaio scorso, di una borsa da kitesurf ,appartenente ad un turista italiano ma imbarcata sull’Islander che trasportava Vittorio Missoni e i suoi amici. I due hanno fatto un ragionamento, ipotizzando che se  il borsone, trascinato dalle correnti, è arrivato sino sulla costa orientale di Curaçao, è probabile che altro materiale possa trovarsi sulle coste vulcaniche di Bonaire, quest’isola tra Los Roques e Curaçao.

I due uomini si sono recati sul posto, con il giornalista Franklin Antoin e hanno allertato la polizia locale. Qui Antoin ha sparso la voce tra i pescatori di avvisare in caso di ritrovamenti e ha anche fatto un’escursione di persona, ed è stato proprio lui a fare l’importante scoperta, il 10 febbraio scorso. Il ritrovamento ha permesso di aggiungere una piccola tessera all’intricato puzzle; per gli investigatori infatti questo è il segnale che Vittorio Missoni è rimasto coinvolto in un incidente aereo.

Ora si presuppone che l’Islander non sia inabissato nel punto indicato da un radar che vede i velivoli solo sino a 5.000 piedi (1.500 metri) di profondità. Il bimotore deve aver fatto altra strada prima di scomparire. Si spera che sia la svolta decisiva in questa vicenda così intricata.

Articolo originale pubblicato il 14 febbraio 2013