Terremoto: occhio alla bufala sull'acquisto dei prodotti di Norcia. L'elenco delle aziende sicure

Il terremoto di Norcia è andato ad aggravare una situazione che a partire dal 24 agosto aveva già messo in ginocchio il Centro Italia. Di fronte a queste tragedie viene voglia di aiutare, ma come farlo in modo da finanziare realmente chi ne ha bisogno e non incorrere in truffe? Una guida della Polizia di Stato e un'iniziativa locale ci spiegano come fare.

Ogni volta che veniamo a conoscenza di nuove scosse, di nuovi crolli e di nuove emergenze sentiamo il bisogno di renderci utili, di dare una mano, anche solo di sostenere le iniziative che si occupano attivamente delle popolazioni colpite dal terremoto. Non sempre è facile comprendere chi sia genuinamente impegnato ad aiutare i terremotati in modo continuativo e concreto, sono moltissime i gesti di solidarietà organizzati da privati, ma capita anche di imbattersi nelle frodi di chi – anche in situazioni di estrema emergenza – tenta di lucrare a discapito di chi ha realmente bisogno.

A seguito della devastazione di Norcia sono stati lanciati numerosi appelli volti a sostenere le piccole attività locali, così da contribuire alla ricostruzione tanto delle abitazioni quanto delle attività commerciali e imprenditoriali. Ma la pessima pratica dello sciacallaggio è sempre in agguato e  – anche in questa occasione – c’è stato chi ha provato ad approfittarsene e a trarre un vantaggio personale da un’emergenza dagli esiti devastanti.

Sulla pagina ufficiale Facebook del Commissariato di Polizia di Stato Online è partita un’iniziativa di divulgazione di una serie di linee guida alle quali attenersi, nel caso in cui si volesse acquistare dei prodotti agroalimentari, che possano essere garantiti dal rispetto di una serie di requisiti fondamentali che connotano di autenticità un’impresa.

In seguito vi elenchiamo i punti chiave per procedere con acquisti sicuri che potrebbero aiutare le attività colpite dal recente sisma:

1. Prezzo: il sottocosto potrebbe corrispondere a truffa.
2. Foto: se sono troppo patinate, se vi ricordano le pubblicità potrebbero essere state prese dalla Rete.
3. Descrizioni: se sono troppo concise, chiedetene di ulteriori e di più esaustive.
4. Telefono: può validare un annuncio.
5. Google Maps: cercate la localizzazione dell’attività del venditore e verificatene l’esistenza.
6. Pagamenti: utilizzate solo circuiti sicuri come IBAN o PayPal o Hype. Non trasferite denaro e non ricaricate le carte di terzi.
7. Antivirus: come tutela degli acquisti online.
8. HTTPS: se l’indirizzo del sito web inizia con “https://” ed esibisce un lucchetto si tratta di un sito sicuro e verificato.

Fonte: Tripadvisor
Fonte: Tripadvisor

Ma quindi, dov’è possibile acquistare i prodotti provenienti da produzioni o attività colpite o anche solo coinvolte dalle conseguenze del terremoto? Il sito Valnerina Online elenca una serie di produttori che sono stati verificati dalla Guardia di Finanza, che vengono suddivisi secondo due criteri: quello delle produzioni autoctone e poi quello di rivendite o attività locali in genere.

I prodotti proposti all’interno del sito provengono da varie aree in stato di emergenza: Norcia, Cascia, Preci e Amatrice. Ecco un modo per aiutare e per godere di alcune delle tante eccellenze gastronomiche che vengono prodotte nel Centro Italia, una proposta che potrebbe risolvere la mancanza di fantasia per fare i doni di Natale, che di certo saranno buoni in ogni senso.

Per chi volesse procedere con gli acquisti basterà cercare in Rete i siti web delle aziende che hanno dato la loro disponibilità alla vendita. Alimenti da norcineria, salumi, formaggi, legumi, ma anche cioccolato, composte, miele e confetture e – ovviamente – i prodotti a base di tartufi.

Alcune delle aziende fanno parte del Consorzio WE ARE NORCIA, altre invece sono attività comunque danneggiate già a partire dal 24 Agosto.

Ma non ci sono soltanto attività che hanno a che fare con i prodotti commestibili, occorre pensare che il sostegno possa passare anche attraverso l’ingaggio di attività che dovranno sostenere spese elevatissime per ristrutturare le proprie sedi e – di pari passo – per ripristinare la competitività messa in ginocchio dall’impossibilità a lavorare per mancanza di collegamenti alla Rete, linee di produzione o distributive o magazzini.

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