Prima parte.

Seconda parte. 

 

 

Era ora di rientrare ma il mare era un po’ agitato e Valentina aveva paura, così Andrea propose di prendere un taxi, nel frattempo tornò Claudia, tutti la guardavano incuriositi, anche perchè la loro amica aveva un’ espressione raggiante. Valentina le disse: “Sei scappata senza dire nulla, sarei venuta anche io…” “Avevo solo bisogno di sgranchirmi un po’ le gambe, non sono certo scappata” rispose Claudia facendole l’occhiolino e dicendo sottovoce: “dopo ti racconto”. Valentina guardandola un po’ perplessa annuì. Salutarono Carlos che rimase sulla barca e presero un taxi che li riportò in albergo. Era stata una giornata intensa, erano tutti un po’ stanchi ma soddisfatti, ogni tanto Valentina guardava Claudia con aria interrogativa; la frase “dopo ti racconto” l’aveva lasciata in sospeso e voleva sapere quale mistero si celasse dietro quelle parole. Arrivati in albergo si diedero appuntamento per la cena. Valentina continuava a girare intorno a Claudia e con una scusa la seguì in camera sua. “Allora racconta, cosa è successo, cosa devi dirmi”? Chiese come se stesse sulle spine, Claudia vedendo la buffa espressione dell’amica si mise a sedere sul letto e scoppio a ridere: “Rilassati, non c’è nessun mistero, dai siediti che ti racconto”. “Voglio rivedere Jim, il ragazzo del concerto di ieri, oggi quando mi sono allontanata, per caso ho scoperto che il gruppo vive in una villa nella spiaggia dove ci siamo fermati pomeriggio”. Valentina la guardava sorpresa mentre Claudia non riusciva a togliersi dalla faccia quel sorriso e quell’espressione beata. “Claudia, oggi mi hai parlato di quello che è successo con Andrea e ora mi dici che vuoi rivedere il cantante di quel gruppo? Vi siete scambiati si e no tre parole, non hai idea di chi sia… Oddio mi sembra di parlare con una bambina invaghita di una rock star!” Valentina la guardava sorridendo mentre scuoteva la testa”. Si sdraiarono sul letto e ci fu un lungo silenzio.

“E’ difficile da spiegare ma ci proverò” disse Claudia. “Qualcosa in quell’uomo mi sconvolge mente e corpo, non è una cosa razionale, è come se una forza misteriosa mi attirasse, sento che lo devo rivedere”. “Stasera suonano in un altro locale, credo vicino alla spiaggia di questo pomeriggio”. “Ma Claudia”, disse l’amica tentando invano di far ragionare chi non vuole sentire ragioni” E’ già tardi, dovremmo cenare, e poi figurati se Luca e Andrea hanno voglia di rivedere lo stesso concerto per due sere di seguito, insomma come…” Claudia interruppe l’amica. “Non siamo legati da un cordone ombelicale, se loro non ne hanno voglia possiamo fare un’uscita fra amiche io e te oppure se proprio anche tu non ne hai voglia, non ho problemi, ci vado da sola!”. Valentina capì che non poteva dire nulla per fare cambiare idea alla sua amica, quando si metteva in testa qualcosa era testarda come un mulo. “Ok Claudia, facciamo così, stasera diciamo ai ragazzi che vogliamo andare a fare shopping, sicuramente si guarderanno bene dal venire con noi, figurati…” “Perfetto rispose Claudia. “Ceniamo tutti insieme e poi noi ce ne andiamo per i fatti nostri” Valentina la guardò e disse. “Mi sembra di essere tornata indietro di qualche anno, ma va bene così, carpe diem, cogliamo l’attimo fuggente: guai a te però se mi pianti da sola per appartarti con quel tipo…” “Dai, non fare troppe storie, vedrai che ci divertiremo” Valentina se ne andò in camera e Claudia rimase da sola a fantasticare. Per prima cosa aprì l’armadio mise sul letto una decina di vestitini, completi di vario genere e venne assalita dall’ansia del “cosa mi metto”. Passò in rassegna uno per uno i vari capi di abbigliamento e mentalmente ne misurò i pro e i contro, non riusciva a decidersi, voleva essere bellissima e distinguersi dalle altre ragazze. Posò gli occhi su un vestito molto particolare, con disegni asimmetrici, molto colorato, lungo ma con due spacchi all’altezza delle cosce, che lasciavano intravedere a tratti le belle gambe abbronzate e la parte superiore modellava la figura sottolineando il generoso decolté lasciando la schiena completamente nuda. “Ok, aggiudicato” disse ad alta voce mentre squillava il cellulare, era Valentina che le diceva di non sentirsi bene, che le dispiaceva, che avrebbero potuto rimandare a domani, ma Claudia le disse di non preoccuparsi, avrebbe chiamato un taxi e sarebbe andata comunque. Riaggangiò un po’ delusa e pensò che forse Valentina non approvava e non voleva reggerle il gioco. Richiamò l’amica che continuò a scusarsi, “Davvero Claudia, non ce la faccio, ho la nausea, forse a causa del troppo sole e della barca, possiamo andarci domani sera, dai, tanto ormai sai dove trovarlo…” “No Valentina, ormai ho deciso, forse è meglio così, non preoccuparti per me, so badare a me stessa. Stasera non vengo a cena, mi preparo e prendo subito un taxi. Di agli altri che sono stanca e rimango in camera, oppure di quello che ti pare”. Valentina era un po’ in ansia per l’amica e le rispose in tono quasi materno “Però stai attenta, e chiamami Ok? “Ma si, certo, non preoccuparti”. tagliò corto Claudia, “ora devo andare”.

Claudia, si sentiva quasi sollevata all’idea di andarsene per i fatti suoi senza dover dare spiegazioni a nessuno. Era eccitata al pensiero di rivedere Jim, senza avere dietro la sua amica che le avrebbe sicuramente ricordato di non essere avventata. Pensò che era piuttosto in anticipo per il concerto, ma decise di prendere un taxi e in mezz’ora giunse nei pressi di Es Pujols, il cuore pulsante della vita notturna di Formentera, si fermò in un pub per mangiare un boccone al volo e e si mise a gironzolare soddisfatta, nel mezzo della movida, tra immancabili bancarelle hippie o presunte tali e localini e negozi alla moda, ne approfittò per comprare una collana che si intonava perfettamente con l’abito che indossava.

Era sola, e le piaceva molto questa sensazione di libertà, i ragazzi si giravano per guardarla, insomma era veramente molto carina e se ne compiaque. Decise di fare una passeggiata sulla spiaggia e godersi l’incantevole paesaggio. Si sedette su una barca, tolse le scarpe camminò verso il mare, sentì le onde che le accarezzavano dolcemente le caviglie, il profumo di salsedine e il rumore dell’infrangersi delle onde. Per la prima volta da quando era iniziata quella vacanza si sentiva libera, non sentiva la mancanza dei suoi amici, aveva bisogno di rimanere sola con se stessa e questo non le faceva paura, anzi, le dava una nuova energia, finalmente si sentiva il capitano di quella nave di cristallo che era la sua vita.

Mentre era assorta nei suoi pensieri senti arrivare qualcuno alle sue spalle. Erano alcune ragazze che ridevano e togliendosi i vestiti si buttarono urlando in acqua, lei le guardò e loro le fecero cenno di raggiungerle ma Claudia salutandole sorridendo tornò indietro verso la passeggiata. La sua attenzione venne richiamata dalla locandina del concerto appesa sulla vetrina di un negozio, c’era scritto: “Blue Rain Live at Tipic Club”, con l’immagine del gruppo ed in primo piano Jim. Mancava un’ora al concerto, il locale non era molto lontano ma era meglio prendere un taxy. Salita sul taxy, arrivò l’immancabile telefonata di Valentina. Claudia non aveva molta voglia di rispondere, ma la sua amica si sarebbe preoccupata. “Ciao, dove sei?” Chiese Valentina con tono incuriosito e vagamente preoccupato. “Ho fatto un giro per negozi e bancarelle e ora sono su un taxy che mi sta portando al concerto, non preoccuparti non sono stata rapita dagli alieni, sto bene e ho intenzione di divertirmi”. Ci fu una pausa piuttosto lunga e Valentina disse: “Andrea e Luca mi hanno chiesto dov’eri, io sono stata piuttosto vaga, ho detto che eri stanca e volevi riposare, ora sono in camera, stasera beviamo qualcosa al solito pub sulla spiaggia e poi andiamo a nanna”. “Ok Valentina, divertitevi, io non so a che ora tornerò, comunque non preoccuparti, buona serata, ci vedremo domattina credo”. “Come sarebbe ”credo” dove pensi di rimanere tutta la notte”? Claudia tagliò corto, “Mi sembri mia madre…ti mando un messaggio, Ok? Ciao” e riagganciò. Il tono un po’ invadente dell’amica l’aveva infastidita, anche se capiva che la sua apprensione era dovuta all’affetto che le legava. Ma lei non aveva bisogno di una balia o di essere giudicata voleva solo che la sua amica rispettasse e comprendesse il suo bisogno di sentirsi libera. Era così difficile capirlo?

Erano quasi giunti al locale, il gruppo si sarebbe esibito al Tipic, uno dei locali storici dell’isola. Aperto nel lontano 1971, venne “battezzato” nientemeno che da un concerto dei mitici Pink Floyd, che si trovavano sull’isola per la registrazione della colonna sonora del film “More“.A seguito di tale inaugurazione, il club trovò fama immediata tra i numerosi hippies ed habituès dell’isola, notorietà destinata costantemente ad accrescersi nel corso degli anni ’70 e ’80 ed alimentata dal costante apprezzamento dei visitatori e dalle esibizioni live di gruppi e performers sulla cresta dell’onda, tra cui i King Crimson e Bob Dylan.

Il Tipic era già pieno di gente che ballava, c’era un DJ piuttosto conosciuto, era una delle tipiche notti mondane di Formentera, Claudia si mescolò tra la gente e iniziò a ballare, alcuni ragazzi che l’avevano notata le si avvicinarono, non era certo una ragazza che passava inosservata ma lei ballava come se gli altri non esistessero e questo incuriosiva ancora di più, intorno ragazze e ragazzi che si scambiavano effusioni al ritmo sfrenato della musica. Claudia si avvicinò al bar per prendere un cocktail, due ragazzi la seguirono e con le solite frasi iniziarono a corteggiarla, uno dei due era piuttosto invadente, le stava addosso e mentre parlava si capiva che aveva bevuto parecchio, Claudia, cercò di spostarsi, ma il tipo le cinse la vita diventando piuttosto insistente, Claudia lo allontanò bruscamente e l’altro ragazzo che forse era più sobrio, disse all’amico di lasciarla perdere, si allontanarono e andarono vicino ad altre ragazze che sembravano più disponibili. Claudia si guardò intorno e presa un po’ dallo sconforto si chiese: “Cosa ci faccio qui da sola?”, si sentì un po’ a disagio,  ma poco dopo il Dj abbassò il volume della musica e presentò i Blue Rain mentre la folla li acclamava. Claudia, divincolandosi tra la gente, cercò di avvicinarsi al palco ma non ci riuscì. Li vide arrivare, vide Jim  con la sua chitarra, ma era lontana dal palco e lui non l’avrebbe sicuramente notata in mezzo a quel caos, il concerto iniziò come la sera precedente, fra la gente che continuava a ballare e ad incitare il gruppo.

Claudia era appoggiata ad un muro e guardava il concerto, osservava Jim e pensava a come avrebbe potuto avvicinarlo, pensando che forse si era illusa sperando di vederlo e parlargli. Non riuscì neanche a godersi il concerto, si sentiva delusa, lui non l’avrebbe vista. Il concerto finì, e il gruppo se ne andò uscendo dal palco. Claudia vide che alcune persone cercavano di seguirli, ma siccome l’atmosfera si era surriscaldata, i ragazzi della sicurezza impedivano alla gente di avvicinarsi. Rimase ancora un po’ nel locale e poi uscì, stanca e delusa. La gente pian piano si allontanava, chi a piedi, chi in scooter, camminò un po’ e arrivò in una zona dove c’erano dei taxi e una fila interminabile di gente che aspettava il proprio turno, non le andava di aspettare e decise di camminare in direzione del mare, camminò parecchio, fino a che si trovò da sola in una stradina sterrata e piuttosto buia che portava verso il mare, ebbe un po’ paura, non sapeva se tornare indietro o proseguire, pensò alle raccomandazioni di Valentina e che l’amica non aveva tutti i torti ad essere preoccupata, la strada era troppo isolata e anche se aveva camminato parecchio, guardò il mare e alcune luci ancora lontane e non se la sentì di inoltrarsi ancora in quella direzione tornò sui suoi passi e ricominciò a camminare in direzione opposta, sperando di riuscire a prendere un taxi per tornare in albergo. Era stanca, assolutamente delusa, voleva solo rientrare in albergo e dimenticare quella serata. I piedi le facevano male per quanto aveva camminato, pensava che la sua amica l’indomani le avrebbe fatto il terzo grado e non aveva voglia di raccontarle che aveva solo fantasticato inutilmente, quando all’improvviso vide in lontananza i fari di una grossa auto che percorreva la strada,  quando fu più vicina capì che era un pulmino o un grosso camper, che si fermò davanti a lei, era buio e Claudia  era spaventata e abbagliata dai fari, si mise una mano davanti agli occhi per proteggerli dai potenti fari, e vide qualcuno scendere dal pulmino, pensò al peggio, istintivamente voleva scappare, ma dove? Il cuore le batteva forte,  aveva molta paura, indietreggiò un po’ quando il cuore iniziò a battere all’impazzata, ma non per la paura, vide chiaramente che si trattava di Jim, che l’aveva riconosciuta e si era fermato. Claudia disse ad alta voce: “Jim, sei tu?” con voce piuttosto agitata, il ragazzo la rassicurò dicendo: “Si, stai tranquilla Claudia, non avere paura”. Claudia fu sorpresa nel sentir pronunciare il suo nome, se ne era ricordato, quasi le veniva da piangere, per la stanchezza, lo spavento e la sorpresa. Jim toccandole dolcemente un braccio le chiese: “Come mai ti trovi qui da sola, ti è accaduto qualcosa? Claudia lo guardò negli occhi, avrebbe voluto abbracciarlo, ma rispose: “Ero venuta al vostro concerto, poi ho cercato di raggiungere la spiaggia ma devo essermi disorientata”. Lui la guardava con tenerezza, le accarezzò in viso e disse: Vieni con noi, non puoi rimanere qui da sola”, Claudia annuì e Jim le prese la mano per aiutarla a salire. I ragazzi del gruppo la salutarono, Jim la presentò dicendo: “Lei è Claudia una mia amica”. Claudia non poteva credere alle parole di Jim e all’incredibile situazione. I ragazzi del gruppo si presentarono: Robert, Max, Paolo e  Klaus. Claudia sorrideva, si sedette accanto a Jim, che le disse: “Noi andiamo a mangiare un boccone, ti va di venire con noi?” “Certo” Lui le sorrise, e disse che sarebbero andati in un ristorantino sulla spiaggia di Es Pujol, Claudia si ricordò della spiaggia in cui era stata nel pomeriggio e pensò che forse era proprio un segno del destino.

Claudia non riusciva ancora a credere che era seduta in un ristorante a chiacchierare con quell’uomo che aveva monopolizzato i suoi pensieri dal primo momento in cui lo aveva visto, lui parlava della serata con i ragazzi della band,  era simpatico, estroverso, ma anche profondo e gentile, cercava di coinvolgerla anche quando parlava con i suoi amici, chiedendole quali fossero i suoi gusti musicali e Claudia parlava con lui come se lo conoscesse da sempre, quando non parlavano i loro sguardi si incontravano ed entrambi sentivano che si era creata un’intesa particolare, oltre ad una fortissima tensione erotica. I ragazzi della band lo intuirono, Robert, il batterista disse che era stanco e che sarebbe andato a dormire, la villa dove vivevano e provavano era a pochi minuti dal ristorante, gli altri seguirono l’amico, mentre Jim disse che avrebbe accompagnato in albergo Claudia.

Rimasero soli e Jim le chiese se le andava di camminare un po’ sulla spiaggia prima di tornare in albergo. La prese per mano come se fosse la cosa più naturale e si sedettero sulla riva a guardare il mare. Claudia sentì un brivido lungo la schiena quando Jim accarezzandole i capelli e guardandola con i sui meravigliosi occhi così intensi, disse: “Sono felice di essere qui con te”. “Non so davvero quale forza sconosciuta mi abbia condotta fino a te, so solo che dovevo rivederti, forse penserai che sono matta, ma… “ avrebbe voluto dirgli muoio dalla voglia di baciarti, ma non ce ne fu bisogno, perché lui la abbracciò e sentì quelle labbra morbide che aveva tanto sognato, avvicinarsi alle sue. Si scambiarono un bacio lungo, intenso, infinito. Lei lo desiderava ardentemente e sentiva che lui provava lo stesso desiderio, erano stregati l’uno dall’altra, Claudia non aveva mai provato prima una passione così totale, assoluta, che non lascia spazio per nient’altro.

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